Vittima e carnefice. Tritato da un bailamme mediatico alimentato dalla sua figura di imprenditore noto in città, a volte sopra le righe, ma sicuramente mai immaginato come un criminale.
Dopo quasi due anni da quella notte dai contorni ancora convulsi, che lo ha reso uno stupratore e al tempo stesso una vittima del tritacarne mediatico, trasformando anche la presunta vittima in una “tossica poco di buono in cerca di chissachè”, Federico Pesci torna in libertà.
Alla fine vittima anche lui, tanto quanto la ragazza, di una macchina che non gli restituisce la dignità, ma almeno, la libertà.
Il commerciante era stato arrestato con l’accusa di violenza sessuale di gruppo e lesioni personali.
I giudici hanno accolto almeno in parte l’istanza presentata da uno dei suoi legali, Mario L’Insalata. Con un’ordinanza emessa ieri, i domiciliari vengono sostituiti dal divieto di avvicinamento alla ragazza che lo ha denunciato e dall’obbligo di firma due volte la settimana in questura.
