A Portovenere la Cucina di Prossimità senza stelle della Famiglia Cheli

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Nel pittoresco borgo di Portovenere, affacciato sul Golfo della Spezia, la famiglia Cheli ha fatto dell’ospitalità e della buona cucina una tradizione che si tramanda di generazione in generazione. Qui si pratica una “cucina di prossimità” che, come scopriremo, rappresenta una vera e propria filosofia di vita.

Una storia di famiglia

Rispetto per il territorio e amore per il proprio lavoro, questa storia è un esempio di come la ristorazione possa essere sostenibile, di qualità e, al contempo, custode delle radici di un luogo come Portovenere. Tradizione e innovazione si fondono nei due ristoranti di famiglia: il Ristorante Pizzeria il Timone e l’Antica Osteria del Carugio.

Antonella, insieme ai figli Alessandro e Andrea, rappresenta un’eredità culinaria che affonda le radici negli anni ’60.

“La nostra storia inizia in Via Olivo 29, dove i miei genitori aprirono il locale. Sono cresciuta respirando l’aria di mare e gli aromi della cucina, imparando le ricette della tradizione senza rendermene conto,” prosegue Antonella. Oggi, è Andrea il giovane cuoco del Timone, che racconta: “La cucina mi ha permesso di esprimere il mio potenziale e la mia creatività, pur abbracciando la tradizione. Cucinare per me non è un lavoro, ma una forma di meditazione quotidiana,” racconta Andrea.

 

Il Timone: dal 1960 un baluardo della cucina ligure

Dal 1960 a Portovenere il ristorante pizzeria Il Timone è una vera istituzione. La formula è quella accogliente, che si adatta alle esigenze degli avventori. Che si tratti di un pranzo da consumare sul posto, a base di antipasti e un primo di pasta fresca, o di focacce da asporto da gustare sul mare. Di un aperitivo con vini locali accompagnato da muscoli (cozze) e acciughe ripiene, di una cena fra amici che comincia con farinata e sgabei (pasta fritta)… tutto al Timone parte dalla freschezza della materia prima. Oltre che servirsi da fornitori locali (tra lo Spezzino, la Val di Vara e la Lunigiana), Antonella e i suoi producono olio extravergine e miele a Portovenere sopra la piazza a 200mt dai ristoranti.

Antica Osteria del Carugio: un viaggio nei sapori del Levante Ligure

L’Antica Osteria del Carugio, sito nel cuore del borgo antico di Portovenere, è un locale che trasuda secoli di storia. Sin da tempi lontani è stato luogo d’incontro e di ristoro per marinai, viandanti, pescatori e allevatori dall’entroterra.

Nel 2018, la famiglia Cheli ha rilevato il Carugio. Qui la tradizione culinaria ligure viene esplorata e approfondita, nel rispetto della freschezza e della stagionalità degli ingredienti.

“Al Carugio, ogni piatto racconta una storia, quella dei prodotti e delle persone di questa terra”, sottolinea Alessandro, F&B Manager del locale. I tagliolini con i muscoli, le trofie al pesto fatto a regola d’arte, i pansoti, il polpo con le patate, il baccalà, i muscoli ripieni, e gli irrununciabili dolci tradizionali.

Gli Orti del Timone

Gli Orti del Timone, giardini terrazzati delimitati dai muretti a secco che si estendono sopra il paese, rappresentano il cuore pulsante delle cucine dei ristoranti di famiglia. Da qui provengono le verdure, il miele, le erbe aromatiche. Proviene da qui il prezioso oro verde che alimenta le ricette che troverete in menu, l’olio extravergine di oliva da agricoltura naturalei. Qui la famiglia Cheli ha recuperato antichi oliveti, dai quali produce un olio profumato e ricco di sentori unici, frutto delle cultivar locali. Alleato irrinunciabile in cottura, esaltatore di gusto e di sapore a crudo, l’olio degli Orti del Timone non si dimentica facilmente (e ha ottenuto riconoscimenti).

Gli Orti del Timone non sono solo luogo di produzione, ma anche piccola oasi di biodiversità e di rispetto per la natura. Si trovano infatti in prossimità del Parco Naturale Regionale di Porto Venere e rappresentano il territorio liminale tra la macchia e gli insediamenti umani.

Inoltre, Antonella e i suoi hanno riscoperto anche la tradizione dell’apicoltura, producendo miele di eccellente qualità direttamente nel loro uliveto naturale con inerbimento naturale e ricco di fiori.

“In un periodo in cui molti si riempiono la bocca di parole come ‘chilometro zero’ e ‘sostenibilità’, l’esempio del Carugio e del Timone è quello di una cucina di prossimità, di sostentamento. Produciamo ciò che ci serve, imbottigliamo solo una piccola parte dell’olio perché ce lo chiedono i clienti”, prosegue Antonella Cheli.

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