Primo Dossier per il nuovo Governo: la Sanità e le Procure dell’Emilia Romagna

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“Con la nomina di Ministri, vice-Presidenti e Sottosegretari, il Governo è ormai pronto per iniziare il proprio lavoro. Dopo 11 anni di Governo PD, una delle Regioni nel mirino da parte del Ministero della Salute e da parte del Ministero di Grazia e Giustizia sembra essere l’Emilia-Romagna.

Infatti, la Regione “rossa” per eccellenza, con il suo Presidente pronto per la scalata al vertice del Partito, è sotto l’occhio di ingrandimento soprattutto per quanto riguarda quello di cui Stefano Bonaccini si è sempre vantato, la gestione della sanità.

Una delle tematiche che dovrà essere affrontata dal Ministero della Salute e dalla Commissione Sanità del Senato è il debito di 838 milioni di euro della Regione Emilia-Romagna per cui l’Assessore alle Politiche per la Salute Raffaele Donini chiede aiuti allo Stato. La realtà dei fatti dice che il bilancio in rosso non è dovuto solo ai costi della pandemia da COVID-19 ma anche a soldi spesi in modo assai criticabile, per cui sono stati inghiottiti milioni e milioni di euro. Questo argomento era già emerso nel febbraio scorso nello scontro tra l’Assessore Raffaele Donini e l’allora Direttrice Generale Licia Petropulacos, sospesa dall’incarico a seguito di un violento braccio di ferro. Sull’argomento, il silenzio del Presidente Bonaccini era stato assordante e ora, a fronte delle richieste dell’Assessore Donini di ulteriori fondi allo Stato, occorrerà che il Ministero della Salute valuti con attenzione come è stata realmente gestita l’emergenza COVID in Emilia-Romagna e assicuri che non siano usati i soldi PNRR per coprire i debiti.

L’altro tema da approfondire riguarda le Procure della Repubblica dell’Emilia-Romagna. Una delle situazioni più “scottanti” in questo momento è quella relativa alla Procura di Parma dove sembra che da più di 2 anni fossero state denunciate situazioni gravissime sia nella gestione del COVID sia nell’organizzazione generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria. Nello specifico, risulta che il Direttore Generale Dott. Fabi, ormai da 15 anni Direttore Generale a Parma tra AUSL e Ospedale, abbia ricevuto varie denunce per epidemia colposa, peculato, falso, abuso d’ufficio e mobbing, oltre che per corruzione per il finanziamento di cattedre universitarie.

Molte delle situazioni denunciate sono tuttora in essere ma la Procura continua a non intervenire. Tra queste, il fatto che in alcune Unità non esistano protocolli e procedure o che i medici vengano assegnati ai vari incarichi senza la specializzazione prevista dalla legge. Purtroppo, però, è proprio di lunedì la notizia di un decesso di un bambino di 2 anni con COVID avvenuto apparentemente all’improvviso nel reparto di Pediatria generale e d’urgenza, non ancora emerso sulla stampa. Il primario della Pediatria generale e d’urgenza è colui che inspiegabilmente non è stato coinvolto tra i medici rinviati a giudizio nel processo relativo al decesso di Carla Borlenghi, bambina di 5 anni morta il 22/5/2018 per chetoacidosi diabetica presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma per cui sono stati rinviati a giudizio 5 sanitari con l’accusa di omicidio colposo in concorso per negligenza, imperizia o imprudenza e non osservanza del protocollo sanitario. Ed è lo stesso pediatra coinvolto alcuni anni fa nel decesso di un bambino di pochi mesi di vita nell’AUSL di Parma. A pochi giorni dall’udienza del processo penale per la piccola Carla Borlenghi, ci si augura che di fronte all’ulteriore decesso del 14 novembre causato da una cattiva gestione sanitaria nel Dipartimento Materno-Infantile dell’Ospedale di Parma, la Procura faccia chiarezza. O, altrimenti, l’intervento dovrà essere da parte del Ministero di Grazie e Giustizia”.

Lettera firmata 

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