Omicidio a luci rosse: arrestati Samuele Turco e il figlio Alessio – FOTO – VIDEO

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omicidio-san-prospero-parma1-1-1-696x522-696x522Si è fatto prestare la macchina da un’amico, estraneo ai fatti, ha lasciato a casa il cellulare e portato con se il figlio Alessio: Samuele Turco ha ucciso Gabriela Altamirano, sua ex, che non voleva più prostituirsi per mantenerlo, e Luca Manici, al secolo “Kelly”, travestito molto noto in città, perchè era un testimone scomodo.

Ora i due sono in carcere per omicidio plurimo aggravato: in Via Burla il padre, a Reggio Emilia il figlio.

Così l’omicidio della notte di Natale, commesso tra le 00:18 e le 04:32 del 26 dicembre, nonostante i corpi siano stati rinvenuti nella sera del 27 dicembre, è stato risolto entro l’Epifania, con gli arresti nella sera del 4 gennaio.

Samuele Turco è stato prelevato nel reparto di diagnosi e cura, dove era ricoverato da sabato, quando aveva ingerito del detersivo per non farsi più sentire in Questura, il figlio Alessio Salvatore, 20 anni,  a casa.

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LA RICOSTRUZIONE DEI FATTI E IL MOVENTE – Samuele Turco, classe ’74, nato in Germania da famiglia Siciliana, titolare di un ristorante in fallimento a Cassio Parmense, dopo la mezzanotte, congedati i parenti che gli fungevano da alibi, ha preso la macchina prestatagli da un conoscente, ripresa dalle telecamere lungo il cammino, e si è recato all’Angelica Vip Club con il figlio. Qui ha prima tentato di strozzare la sua ex, Gabriela Andrea Altamirano, nata in Argentina il 22.02.1971, ma residente a Salsomaggiore,  con un laccio, poi, ha infierito sul suo corpo con un coltello.

La ragione, che saranno approfondite in interrogatorio di garanzia, probabilmente è che la donna, prostituendosi tra Parma, all’Angelica appunto, Modena Piacenza e Parma, manteneva l’uomo mentre il suo ristorante a Cassio era avviato al fallimento ma aveva troncato la relazione e deciso di non farlo più.

A novembre la donna lo aveva anche denunciato, Turco, per aver diffuso sue immagine intime: due giorni prima del delitto, l’uomo aveva aggredito la donna, attendendola in auto sotto casa in un vero e proprio agguato ma lei, dopo aver confessato il fatto alle figlie, aveva deciso di non sporgere denuncia.

Luca Manici, in arte Kelly, travestito molto noto in città, nato a Langhirano il 19.07.1969, che all’Angelica Vip Club organizzava feste hard e “concedeva” le stanze per appuntamenti di sesso a pagamento, probabilmente era solo un testimone scomodo. O forse, un’amica che spalleggiava Gabriela nella propria decisione di non tornare con Turco. E per questo è stato rincorso fin dietro un divanetto sotto il portico e ammazzato a coltellate.

IL RITROVAMENTO E  LE INDAGINI – E’ stato lo stesso Turco, la sera del 27 dicembre, a chiamare il 113 sostenendo di non sentire la ex da alcuni giorni, facendo intervenire una volante davanti al casolare in fondo a Strada del Traglione dove aveva sede il Club. Intervenuti i poliziotti, è stato lui stesso ad entrare nel casolare e rinvenire il corpo della ex, inquinando le prove, iniziando poi a scrivere messaggi ambigui sui social e rilasciare interviste ai quotidiani locali. Tutti atteggiamenti che, oltre a farne il primo sospettato, hanno permesso di denotarne la personalità complessa e disturbata, sfociata in propositi suicidi e nell’ingerimento di detergente sabato pomeriggio dopo una telefonata della Questura che lo convocava per l’ennesimo interrogatorio.

Dopo aver ingerito il detergente, Turco era piantonato nel Reparto di Diagnosi e cura, dove è stato prelevato nella serata di mercoledì.

GLI INTERROGATORI – Nel frattempo, è stato prelevato dalla propria casa e interrogato anche il figlio, Alessio, che le indagini collocavano nel casolare. Pressato dalle domande, è crollato, portando gli inquirenti a trovare, sotterrato in un parco poco lontano da casa, nel quartiere Montanara, sotto 20 cm di terra, il coltello utilizzato dal padre per la mattanza. Si tratta di un arnese da cucina, lungo 30 centimetri.

A poco distanza dal “Miglio 76”, il locale di Turco, in un fienile in disuso, il figlio Alessio ha accompagnato gli inquirenti ove aveva nascosto, sotto alcuni rami secchi, in una borsa dell’Ikea, anche i computer portatili, i tablet e i cellulari delle due vittime, fatti sparire dalla scena del crimine.

L’ACCUSA – Per Samuele Turco l’accusa è omicidio volontario pluriaggravato dalla premeditazione, dalla crudeltà e dallo stalking,  per il figlio Alessio, concorso in omicidio pluriaggravato.  

 

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