Omicidio di “Kelly” e Gabriela, sentiti amici e testimoni: venerdì l’autopsia

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Sono ore febbrili, ma interlocutorie, quelle che si stanno susseguendo alla scoperta dei due cadaveri nel casolare di San Prospero che ospitava l’Angelica Vip Club, quelli di Luca Manici, in arte “la Kelly”, travestito molto noto in città, e Gabriela Andrea Altamirano.

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Il mondo in cui gli investigatori si muovono, dopo gli scrupolosi rilievi della scientifica effettuati nelle ore immediatamente successive il ritrovamento dei corpi, è quello dello scambismo, della notte, delle feste hard e del sesso libero, un mondo sfaccettato e chiuso, composto da persone che a quelle feste arrivavano anche da molto lontano e che difficilmente amano raccontare e raccontarsi agli inquirenti.

Per tutta la giornata di giovedì davanti agli uomini della Squadra Mobile sono sfilati amici e conoscenti di Manici, originario di Langhirano conosciutissimo in città per aver vivacemente animato la movida cittadina coi suoi look trasgressivi, e della 45enne Gabriela, operaia di giorno, fedele presenza nei festini hard della Kelly di notte.

E’ stato ascoltato a lungo Samuele Turco, ex fidanzato dell’argentina che per primo ha dato l’allarme. Non riuscendo a parlarle si è recato al casolare, martedì sera, è entrato sfondando una porta e ne ha trovato il cadavere, riverso sul letto, mentre quello di Manici era in un’altra stanza.

Sono stati ascoltati possibili testimoni, amici, conoscenti, si è scavato nelle vite misteriose e complesse delle due vittime: tra queste un 20enne, del reggiano amico di “Kelly”, molto vicino negli ultimi mesi. Si cerca di comprendere anche il movente: la gelosia? Un innamorato non corrisposto che su di giri per alcool e droga ha ucciso il proprio amore proibito e lo scomodo testimone? Un festino finito male? Vecchie ruggini?

Di certo vi è poco: che Manici è stato accoltellato, la Altamirano, accoltellata ma uccisa per soffocamento. Nella giornata di venerdì presso l’Istituto di Medicina Legale è prevista l’autopsia sui due corpi. Servirà a stabilire con maggiore precisione l’orario della morte, già fissato tra i giorni di Natale e Santo Stefano, e le modalità.

Sono stati accoltellati da davanti o colpiti alle spalle? Conoscevano l’aggressore o gli aggressori? Erano più di uno? Domande senza risposta che risuonano nel silenzio della città che tutto sommato voleva bene a Luca Manici, in arte la Kelly, e che ora si scopre “brutta cattiva e intollerante” dopo una lunga scia di sangue iniziata il sei di dicembre 2015, con l’omicidio di Alessia Della Pia, proseguita con la mattanza brutale di Mohamed Habassi, la morte passionale di Elisa Pavarani e il delitto dello spacciatore Thankgod Omonkhegbele e finita, per un’assurdo orrore del destino, a una manciata di metri dal cippo del piccolo Tommy, che già cinque anni fa ha visto ammazzare un altro trans.

Un delitto che grida ancora giustizia, come quelli delle prostitute Jeannette, Rosemary, Ana, brutalmente ammazzate tra il 1990 ed oggi, nel greto dell’Enza, poco lontano dalla maledetta strada del Traglione, o in altri angoli bui di Parma e i cui assassini sono ancora  impuniti.

SAMUELE TURCO: “NON SONO STATO IO, L’AMAVO” – Intanto Samuele Turco, ex fidanzato di Gabriela, primo indiziato per il delitto, personaggio chiave per aver prima chiamato la polizia poi trovato i cadaveri, sentito a lungo dagli inquirenti, ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta di Parma.

Siciliano di origini, gestore di un ristorante a Cassio Parmense, quattro figli con tre donne diverse, Turco ha ripercorso i cinque anni di relazione con l’amica argentina della Kelly, in particolare gli ultimi, burrascosi mesi, fatti di liti, scelte di frequentare insieme circoli per scambisti “per aprirne uno nostro” fino all’incontro con Manici, bisogni di soldi, gelosie, foto hard fatte girare, porte sbattute davanti ai figli e promesse mai mantenute di non andare più al casolare. Fino all’ultima verità: “Non faceva la barista, manco c’era il bar, ma non sono stato, la “Kelly” aveva tanti nemici”. Chissà quale di questi ha sferrato il colpo definitivo dopo l’ultimo accesso a Whatt’s App, poco prima delle 3,00 della mattina di Santo Stefano.

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