Sanità e Centri di Potere, Vol. V – Lo “sceriffo” si fa giustizia da sé, il Rettore e la Magistratura che fanno? Analisi della “gestione Covid”

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Nel volume IV abbiamo illustrato il comportamento mobbizzante riservato dallo “sceriffo” al personale universitario non gradito, il modo sprezzante con cui vengono trattati gli specializzandi, l’assenza di protocolli aggiornati e abbiamo accennato all’interferenza sui concorsi universitari. Oggi presenteremo il capitolo COVID, la cui verità – così incredibile da sembrare rivoluzionaria – ci è già stata in parte spoilerata da Il Fatto Quotidiano.

Gestione Covid

Dopo 6 mesi dal mio arrivo a Parma è iniziata la pandemia da Covid. L’infettivologa pediatra non me la facevano fare, il reparto di pediatria a seguito del lockdown è stato quasi totalmente vuoto per mesi, mi sembrava un’occasione straordinaria per mettermi al servizio dell’Ospedale, per fare qualcosa di importante inerente al Covid laddove servisse. Invece, Parma è stata l’unica realtà d’Italia in cui la gestione di Covid è stata assegnata a internisti simil-geriatri, che un giorno sono geriatri, l’altro esperti di emergenza e l’altro ancora infettivologi. Gli infettivologi sono stati coinvolti solo in modo secondario e gli pneumologi sono stati inclusi solo dopo un anno. In compenso, sono stati coinvolti oculisti, ortopedici, chirurghi maxillo-facciali ed endocrinologi nei reparti Covid e il Direttore Generale e il Direttore Sanitario si sono vantati di averlo fatto per fare uscire la loro umanità. D’altra parte, la discrezionalità nel scegliere lo specialista che cura i pazienti è simile a quella che ho descritto sopra per le pediatre che fanno le gastroenterologhe dell’adulto. Secondo me nella vita non ci si improvvisa in nulla. Di Covid a Parma sono morte centinaia di persone e mi sembra che il tasso di letalità sia stato tra i più altri della Regione e di tutta Italia . Mi sembra che questo non può essere un dettaglio su cui passare sopra, come non è un dettaglio da trascurare il fatto che la medicina territoriale di Parma sia apparsa inesistente prima dell’arrivo delle due Commissarie (alla Direzione dell’AUSL, però, per anni ci sono stati proprio Fabi e Brianti…) o che per mesi a Parma ci siano state difficoltà nel processare in biologia molecolare più di 100 tamponi al giorno. Le chiedo se quando Lei ha avuto il Covid sarebbe stato contento di essere curato da un ortopedico o, come è normale, ha preferito rivolgersi agli infettivologi? D’altra parte, se uno di noi si rompesse un piede, preferirebbe essere ingessato da un ortopedico o da un infettivologo?

 

Quanto sopra ci dimostra che è evidentemente un’abitudine dello “sceriffo” impiegare i professionisti non in base alle loro competenze ma per scelte incomprensibili. Chi vince il concorso di pediatria va a occuparsi di adulti con problemi gastroenterologici (si badi bene: la legge non permette a un pediatra di partecipare a un concorso di gastroenterologia) e, per contro, il presidente dell’ultima commissione ospedaliera di concorso della gastroenterologia è stato un pediatra. Nella cura del COVID, sono stati scelti come responsabili dei reparti esperti in geriatria, endocrinologia ed ecografia articolare (tutti premiati con la medaglia d’oro del Presidente della Repubblica) e i pazienti sono stati affidati a oculisti, ortopedici e chirurghi maxillo-facciali invece che agli infettivologi. Nella diagnostica del COVID sono stati scelti gli igienisti, i virologi sono stati esclusi e il laboratorio di microbiologia è stato affidato poi agli infettivologi. Come è possibile che il Rettore dell’Università di Parma avvalli simili decisioni? Forse perché lo “sceriffo” lo affabula finanziando posti universitari, che sono inquadrati precisamente con il profilo scientifico di dirigenti medici selezionati tra gli amici?

Ricorderemo tutti come nella primavera – estate del 2020, in piena emergenza sanitaria da COVID–19, in un frangente in cui la conoscenza scientifica del SARS-CoV-2 era marcatamente limitata, la necessità di personale sanitario era tale che addirittura medici ed infermieri in pensione erano stati “richiamati alle armi” e studenti universitari e specializzandi ancora non abilitati erano stati mandati sul campo pur in assenza di una formazione completa. Nella lettera inviata dall’Esposito emerge che la stessa, forte anche della propria specializzazione oltre che in pediatria in malattie infettive (specializzazione particolarmente utile, data la natura dell’emergenza che si andava affrontando), si era messa a disposizione dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma non solo per fornire le proprie competenze professionali, ma anche per sfruttare le proprie conoscenze nazionali ed internazionali per creare un network con altri professionisti, finalizzato alla celere circolazioni di informazioni utili per il contrasto delle infezioni da COVID-19. Invece, l’assistenza dei pazienti affetti da COVID è stata affidata in via esclusiva a professionisti con specializzazioni non adeguate ad affrontare un’emergenza infettiva, senza alcuna formazione precedente nella gestione e nella cura delle malattie infettive e in molti casi senza neanche una specializzazione compatibile per la cura di malati con malattie infettive. All’Esposito, certamente dotata in modo documentato della competenza e dell’esperienza idonee a fornire assistenza maggiormente efficace, veniva incomprensibilmente impedito di partecipare attivamente alla gestione dell’emergenza sanitaria, nonostante abbia ripetutamente scritto alla Direzione Aziendale e al rettore. Il che per un verso segnala – ancora una volta l’ostinata determinazione punitiva e marginalizzante da parte dello “sceriffo” nei suoi confronti, per altro rappresenta una decisione sciagurata, esponendo i pazienti affetti da COVID a rischi per la loro salute collegati ad un’assistenza certamente meno qualificata. Tutto ciò è ben difficile da giustificare tenuto anche conto del fatto che proprio l’Esposito è stata scelta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come esperta in due gruppi di lavoro sul COVID–19. È di tutta evidenza, infatti, che l’infezione da COVID-19 può essere meglio affrontata e curata da un’esperta infettivologa piuttosto che da … uno specialista ortopedico o da uno specializzando. Chi ha preso questa decisione e chi non si è messo contro lo ha fatto nell’interesse della collettività?

Nella sua querela lo “sceriffo” non fornisce alcun dato in grado di smentire le affermazioni dell’Esposito e questo perché le stesse, in quanto vere, non possono essere smentite. Si è focalizzato non sulle competenze dei medici ma sulla sua capacità di riconvertire posti letto. I posti letto non sono bare. Visto che la matematica non sembra proprio il suo punto forte, non dimentichiamoci che solo con l’arrivo della Commissaria AUSL (ora Direttrice Generale a Modena) è emerso che dopo 4 mesi dall’inizio della pandemia vi erano 154 morti che non erano stati conteggiati… La stessa Esposito, quando ha avuto il COVID, ha scelto di farsi curare dagli infettivologi dell’Ospedale di Modena, esattamente come il Presidente Bonaccini. E’ perché l’Esposito ha un debole per il Presidente Bonaccini (che abbia un debole per lui, per inciso, è ciò che dicono i ben informati) o perché sa che la capacità di gestione dei farmaci antinfettivi da parte degli infettivologi è di gran lunga superiore a quella di altri specialisti per ovvie ragioni di competenza?

Passiamo ora alla diagnosi del COVID. Perchè a Parma si è deciso di non coinvolgere il laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’Ospedale ma si è deciso di affidare la diagnostica al laboratorio di Igiene dell’Università che non è convenzionato con il Sistema Sanitario Nazionale? Quando in televisione sembrava che a ogni angolo ci fossero virologi, da noi la diagnosi è stata attribuita agli igienisti e a una struttura che non ha virologi al suo interno.  Il laboratorio di Igiene non era attrezzato per fare diagnostica su grandi numeri e ci sono voluti diversi milioni di euro per acquistare strumenti con procedure di acquisto diretto che hanno fatto lievitare i costi, con beneficio delle ditte venditrici e danno per le casse dell’Ospedale. Questa è stata una delle ragioni che ha peggiorato il buco nel bilancio dell’Ospedale, tanto da mettere a rischio gli stipendi del personale? Qualcuno ha scritto che il laboratorio dell’Ospedale aveva problemi di sicurezza (mai rivelati prima!). Se così era, perché lo “sceriffo” non ha provveduto a risolverli con spese minime invece di spendere milioni di euro per attrezzare un altro laboratorio? Ce lo ricordiamo tutti quante settimane si aspettavano a Parma per l’esito del tampone. Quanti malati e quanti morti si sarebbero evitati facendo rapidamente la diagnosi, tracciando i contatti e sequenziando il virus? Questo è stato un tragico errore o un reato? E’ stata epidemia colposa o dolosa oppure tragica fatalità?

Non solo: nel pieno dell’emergenza pandemica la Direzione dell’Ospedale ha rifiutato la partecipazione a studi clinici relativi alla diagnosi precoce e al trattamento terapeutico dei pazienti con COVID-19, non tenendo conto dell’estrema rilevanza che studi di tale natura assumevano in un momento storico in cui il patrimonio conoscitivo relativo alla natura e al trattamento delle infezioni da SARS-CoV-2 era ancora pressoché nullo. Ancora oggi nell’Ospedale di Parma la ricerca che include la parola “COVID” la possono fare solo gli amici dello “sceriffo”. Come è possibile che il Rettore accetti in modo quasi servile simili situazioni?

A noi sembra che i cittadini di Parma abbiano pagato con un alto numero di morti per COVID, con ritardi diagnostici e con scarso utilizzo di antivirali e monoclonali per la terapia queste scelte folli. Lo “sceriffo” nella gestione del COVID di Parma, non è stato controllato da nessuno nel suo operato e nemmeno dai cittadini che non gli hanno chiesto spiegazioni, forse perché non sanno cosa è successo davvero e quanto è costato. Perché l’ex direttore sanitario, ora assessore al welfare di Parma, che avrebbe dovuto avere la responsabilità esclusiva dell’assistenza in Ospedale, ha obbedito passivamente? Ci sono reati in questi fatti oppure sono solo una successione di tragici errori che non si potevano evitare? E se di errori si è trattato (difficile a credersi!) è giustificato che chi li ha commessi sia stato promosso a commissario dell’AUSL oltre che a Direttore Generale dell’Ospedale per altri due anni, a fronte oltre tutto di un tragico buco di bilancio? Il Fatto Quotidiano scrive che da più di due anni sono stati inviati in Procura esposti su queste scelte. La Magistratura ha deciso di non indagare o non ha ancora chiuso le indagini per decisioni che hanno creato un cortocircuito che continua a creare danni? Dietro le spese enormi fatte e apparentemente ingiustificate ci sono interessi diretti dello “sceriffo”o di altri soggetti? Certo, 14 anni consecutivi alla guida della sanità di Parma e provincia, ora addirittura come “uomo solo al comando”, devono avere creato una rete di “amici” con interessi comuni.

1 commento

  1. “o che per mesi a Parma ci siano state difficoltà nel processare in biologia molecolare più di 100 tamponi al giorno”

    Qui la luminare afferma il falso, sapendo di affermare il falso. Il laboratorio in questione, già dal primo giorno, con doppi turni per un totale di 16-17 ore al giorno, era in grado di processare più di 200 tamponi, e a marzo, con l’arrivo di personale dall’ospedale e dall’università e nuovi macchinari diverse centinaia. Con i nuovi macchinari e turni massacranti del personale fisso del laboratorio, si era arrivati a processare tra 800 e 1000 tamponi al giorno, con punte di 1500, molto prima della fine della prima ondata (23 febbraio-luglio 2020).
    I giochini di potere interni, non sono né leali né onesti, soprattutto se fatti da persone della competenza della prof.ssa Esposito.
    Indagate, mandate pure NAS, magistratura e chi volete, a controllare i registri, prima di prendere per oro colato le rimostranze, anche se in gran parte giuste, e le frustrazioni della prof.ssa Esposito, che da ottima ricercatrice, dovrebbe sapere che ogni affermazione, spezie lesiva della dignità altrui, deve essere attentamente documentata.
    E vorrei ricordarvi che i processi si fanno in tribunale, sia per i truci sia per gli onesti. Giocate pulito, soprattutto quando si tratta della salute pubblica e di giochi di potere che infangano professionisti che si sono letteralmente sacrificati, senza un giorno di pausa, e con doppi turni di 16-17 ore, per tutta la durata della prima ondata e oltre, senza un euro di compenso in più.

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