Lavoratori trasferiti o licenziati indebitamente: Poste costrette al reintegro

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Nei giorni scorsi il Tribunale di Bologna ha riconosciuto fondato il ricorso promosso da SLC  CGIL di Parma e dai suoi consulenti legali contro un provvedimento che imponeva il trasferimento di una portalettere di Poste Italiane da Parma a Bologna.

Nell’ottobre del 2020 il medico competente giudicava la lavoratrice “inidonea permanentemente” alle mansioni di “portalettere” (per una serie di patologie sviluppate nel tempo) e disponeva che la stessa venisse adibita a mansioni di addetta alle lavorazioni interne.

Poste Italiane, rifiutando le continue richieste di incontro di SLC CGIL di Parma per addivenire ad una collocazione condivisa della lavoratrice e ritenendo di non avere sedi in provincia dove ricollocarla, ha trasferito presso il CS di Bologna la lavoratrice poiché, a suo dire, “sede di lavoro la più vicina a quella di appartenenza, in base alle esigenze tecniche, organizzative e produttive”.

SLC CGIL di Parma, nonostante il rifiuto di Poste di comunicare alle organizzazioni sindacali le piante organiche del personale minimo necessario di ogni centro di recapito  provinciale (comportamento da condannare perché ispirato a malafede, pure nelle relazioni sindacali), ritenendo palesemente ingiusto il trasferimento, a tutela dell’iscritta e per il tramite dello studio legale ha presentato ricorso d’urgenza innanzi al Tribunale di Bologna.

Il Giudice del lavoro di Bologna, riconoscendo valide le ragioni addotte dalla lavoratrice (il cui comportamento, così come suggerito da SLC CGIL di Parma e dai suoi legali, è stato descritto dal Giudice come ispirato a buona fede) ha detto illegittimo il trasferimento e condannato la società a riammettere in servizio la lavoratrice presso l’ufficio di provenienza.

Nonostante l’impugnazione proposta da Poste Italiane, il Collegio del Tribunale di Bologna ha confermato la decisione del primo Giudice, dichiarando l’illegittimità del trasferimento e così dando nuovamente ragione alla  SLC CGIL di Parma ed alla sua assistita.

Soddisfatti Marcello Diego – Segretario generale SLC CGIL di Parma – ed Antonella Monteverdi – RSU SLC CGIL in Poste Italiane: “Quello ottenuto è un importante pronunciamento, il primo a livello nazionale, che riconosce la condotta colpevole di Poste Italiane nel trasferimento dei postini giudicati “inidonei alla mansione”. E lo è particolarmente per il fatto che, in tutta Italia, Poste sta disponendo trasferimenti di tal genere, con l’obiettivo di liberarsi (o, quantomeno, di isolare) gli inidonei. Occorre invece che l’azienda riconosca come “gravoso” il lavoro del portalettere e che metta in campo delle azioni che tutelino questi lavoratori che dopo un certo numero di anni sviluppano delle patologie chiaramente riconducibili alla mansione”.

“Ai lavoratori di Poste Italiane (e non solo) questa sentenza dice che SLC CGIL Parma c’è ed è costantemente al loro fianco”.

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