Carcere – La posta di Dell’Utri controllata illegittimamente

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La posta di Marcello Dell’Utri, in entrata e in uscita dal carcere di Parma, è stata illegittimamente sottoposta a censura per alcuni mesi.

Lo ha stabilito il tribunale di Sorveglianza di Bologna, accogliendo un reclamo dell’ex senatore, rappresentato dagli avvocati Gianluca Malavasi e Helmut Adelmo Bartolini.

Il visto di controllo della corrispondenza epistolare di Dell’Utri, 75 anni, condannato a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa e da maggio 2016 detenuto a Rebibbia, era stato disposto per tre mesi ad aprile 2015, poi prorogato per altri tre, quindi per ulteriori tre. Il reclamo riguardava la prima proroga e il decreto del magistrato di Sorveglianza di Reggio Emilia di luglio 2015.

Un decreto, sottolinea il tribunale, emesso senza un’esplicita e motivata richiesta. Si faceva infatti riferimento ad una nota del direttore del carcere, che però si limitava a comunicare l’imminente scadenza del controllo, senza aggiungere nulla sull’opportunità di proseguire.

La limitazione della corrispondenza può essere decisa, con decreto motivato, quando ricorre la necessità di impedire che reati vengano portati a conseguenze ulteriori, oppure per esigenze investigative o connesse ad un procedimento penale in corso, oppure qualora sussistano ragioni di sicurezza o di ordine dell’istituto.
Nel reclamo si sottolineava l’illegittimità di un provvedimento, emesso in mancanza di una richiesta del direttore dell’istituto penitenziario o del pubblico ministero: il fatto che erano allegate ad alcune lettere a Dell’Utri delle carte da gioco, alcune con numeri scritti sopra, era stata ritenuta di per sè elemento criptico.

Il tribunale ha osservato che la nota del direttore del carcere, in cui si faceva riferimento alla proroga del visto di controllo, non poteva considerarsi in effetti tale.

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