Nuovo Tardini, la delibera sulla “pubblica utilità” e le note “stringenti”. E la pazienza di Krause…

Ecco la delibera, con una serie di obblighi nei confronti del Parma Calcio. Cui ora passa la palla

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Cinque ore di consiglio comunale, cinque, anzi, sei, sostanzialmente per non dire nulla. Se non  una dichiarazione di pubblico interesse riguardo la ristrutturazione dell’impianto.

E vorremmo anche vedere, viene da aggiungere. Un privato che vuole investire fior di milioni per un’opera pubblica, che gli verrà lasciata in concessione per “X anni”, ma non in eterno… e abbiamo anche il coraggio di fare la guerra?

Ma Parma sappiamo com’è, così come il Comitato di ricchianzianipateticipocolungirmiranti residenti.

Comunque, dicevamo, ecco la mozione approvata. Prima di esaminarne i punti cardine, una riflessione sulla parola “stringente”. Stringente è un’accezione negativa, stringe cosa? Le “scatole”, anzi, i maroni, a chi vorrebbe fare qualcosa di bello, probabilmente.

La soluzione più logica e facile sarebbe stata scegliere la stessa strada di Bergamo: vendere l’area all’attuale proprietà del Parma, e poi lasciare che facesse lo stadio come meglio crede. Ma la logica, questa sconosciuta.

Quindi dobbiamo complicaregliaffarisemplici: l’Amministrazione pretenderà dunque una ristrutturazione vincolata.

Quali vincoli – La concessione: non 90 anni ma dai 50 ai 65 anni. Gli spazi commerciali dovranno essere compatibili strutturalmente e di basso impatto edilizio, oltre a contenere attività che non “disturbino” le altre già esistenti in zona.

La salvaguardia del plesso scolastico Puccini-Pezzani, in verità già garantita da mesi.

Poi, chiaramente, ma pare quasi banale, l’adeguamento alle norme Uefa (e vai a pensare che la società parma Calcio non ci avesse pensato).

Inoltre, la sostenibilità economico-finanziaria, la sostenibilità sociale, l’incremento del comfort degli spettatori e dell’accessibilità, l’adeguamento della distanza dagli edifici circostanti, la sostenibilità dell’impatto del cantiere e dei lavori per il quartiere.

Ora la palla passa al Parma Calcio, che si può pure riservare il diritto di essersi scocciato e di non accettare ricatti o obblighi.  Krause valuterà il progetto, con partenza dell’eventuale cantiere nell’estate del 2024.

Da appurare anche se i lavori possano essere svolti a stralci: siamo sicuri che sarebbe sicuro per gli spettatori e concesso dalle norme? I tifosi sopravviveranno a due anni lontano dalla loro casa, perché più lungimiranti dei residenti ricchianzianipatetici di cui sopra.

Ultima nota, per il nome: se a Cagliari hanno “sacrificato” un Santo, Elia in nome di Unipol, a Bergamo gli Azzurri d’Italia per Gewiss, per non citare Udine, Torino, altri posti… il buon avvocato Ennio non si offenderà. Lui si che era lungimirante, e per uno sponsor multimilionario, sorriderà da lassù.

 

2 Commenti

  1. “ricchianzianipateticipocolungirmiranti”

    1) La prego di rileggere quello che scrive.

    2) Non si metta a piangere in un altro articolo, dai un po’ di dignità.

    3) Patetica ed anziana sarà lei, giornalara.

  2. L’articolo dimostra una concezione sciatta della “res publica”. I privati hanno già massacro l’Italia, in decenni passati, in assenza di normative stringenti. Se un Comune chiede un minimo di vincoli, il fatto è solo positivo. I giornalisti dovrebbero informare, non esprimere opinioni poco supportate dall’informazione. Che dovrebbe essere semplice, asciutta, corrispondente al vero, ricca di dati. Perché nei documenti, almeno il vero documentale, c’è. Qui non c’è alcun riferimento ad essi. Che poi possano venire diversi dubbi sull’affidabilità della società del Parma Calcio, direi che è del tutto giustificabile, dato che questi signori comprano impianti, spendono milioni di euro, si indebitano, ma “dimenticano” di versare l’Irpef.

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