Falso trading online: cittadino truffato per oltre 15mila euro

La polizia cybernetica gli recupera il denaro

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La Polizia di Stato ha recuperato 15.000€ di un cittadino incappato nella truffa del falso trading on line. L’uomo, che dopo aver capito di essere caduto vittima di un raggiro si è rivolto alla Postale, ha visto riaccreditata sul proprio conto corrente una fetta consistente della somma da lui stesso investito in criptovaluta.

Gli operatori della Sezione Operativa Sicurezza Cibernetica di Parma – nuova denominazione della Sezione della Polizia Postale e delle Comunicazioni –  hanno innanzitutto ricostruito le movimentazioni di denaro che, su indicazione di fantomatici broker, erano stati trasferiti su un portafoglio virtuale aperto su una nota piattaforma di Exchange e nella totale disponibilità dei criminali. La professionalità e la tempestività dell’intervento ha permesso agli investigatori di congelare il portafoglio prima che venisse completamente svuotato attraverso movimentazioni su altri wallet. Sono quindi riusciti a bloccare quella parte del denaro ancora disponibile e non ancora volatilizzata in ulteriori transazioni, consentendo alla vittima il recupero di una parte di quei risparmi considerati oramai persi nell’improvvido investimento.

Solo nel 2022 in Emilia Romagna sono stati trattati circa 170 casi di truffe da trading on line, con perdite stimate in oltre cinque milioni di euro in netto aumento rispetto ai 3 milioni di euro registrati nel 2021 su 124 segnalazioni.

Molte delle vittime, di cui buona parte over 65, risulta aver investito e perso tutti i propri risparmi.

Ad oggi il fenomeno dei falsi investimenti risulta essere tra le modalità più registrate – e sicuramente più redditizie – nel mondo delle truffe. I criminali giocano sull’appeal del trading e sul fascino degli investimenti in criptovaluta, fenomeno in forte ascesa che promette facili ricavi in pochi click.

In realtà si tratta di un mondo più facilmente ricco di insidie che di guadagni, almeno per gli investitori meno esperti.

Ogni ora fantomatici “analisti finanziari” contattano gli utenti proponendosi con apparente  competenza e disponibilità; creano un rapporto di particolare complicità attraverso i numerosi contatti giornalieri; offrono al cliente accessi a portali on line attraverso i quali poter monitorare l’andamento dell’investimento o lo invitano a scaricare applicazioni con cui effettuare da remoto ed in autonomia delle operazioni; lo rassicurano infine sulla possibilità di potersi svincolare in pochi istanti ed incassare i proventi (a volte, infatti, la affidabilità del meccanismo viene garantita dalla possibilità occasionale di riscuotere piccole somme). Ma quando la vittima termina la sua disponibilità economica oppure decide di monetizzare i profitti, il broker sparisce.

La realtà è infatti molto diversa dalle apparenze e decisamente più amara: l’investimento iniziale e quelli successivi spariscono velocemente, i portali sono creati ad hoc per simulare “fruttuosi investimenti”, i numeri telefonici (fissi o mobili) utilizzate per contattare le vittime sono stranieri o recapiti VOIP che simulano utenze fisse inesistenti.

Non tutte le società che propongono trading online, tuttavia, celano delle truffe, anche se è bene specificare che qualsiasi tipo di investimento andrebbe valutato in maniera oculata, considerando le perdite che ne potrebbero derivare e, in particolare in tema di criptovalute, anche la volatilità elevata intrinseca a questo tipo di investimento.

In ogni modo il cliente deve essere debitamente intervistato sulle sue aspettative di guadagno in relazione al rischio del prodotto finanziario proposto.

Prima di intraprendere ogni tipo di attività finanziaria con soggetti non appartenenti alla rete bancaria/finanziaria italiana è indispensabile comunque verificare che:

  • l’intermediario finanziario o la società sia censita e registrata dalla Consob (l’elenco delle società autorizzate è consultabile sul sito della Consob, www.consob.it ).
  • Preferire comunque società aventi sede nell’Unione Europea poiché allo stato nessuna impresa di investimento extracomunitariaè autorizzata ad operare in Italia.
  • verificare se nei confronti di quella società la CONSOB o altre autorità di vigilanza abbiano pubblicato un warning e/o o adottato un provvedimento con cui è stata intimata la cessazione dell’attività.
  • Prima di investire raccogliere informazioni specifiche, anche sul web, sulla società, (se è autorizzata, la sede e il sito internet).
  • Prima di aprire un wallet e acquistare delle cryptovalute, considerare che il loro valore è fortemente variabile e dunque soggetto a repentine oscillazioni.

Se, dopo le richieste/verifiche si nutrono comunque ancora dubbi, non bisogna avere fretta di investire in quanto potrebbe trattarsi  di una frode che potrebbe causare la perdita di tutto il capitale investito con scarse possibilità di poterlo recuperare. È fondamentale in quest’ultimo caso presentare una denuncia presso un qualsiasi Ufficio di Polizia nel più breve tempo possibile, considerato che la tempestività  in questi casi è determinate ai fini del recupero delle somme investite.

Infine, a disposizione degli utenti vi è il portale della Polizia Postale, www.commissariatodips.it sul quale è possibile leggere consigli e inviare eventuali segnalazioni.

 

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