Sanità e Centri di Potere, Vol. II – Lo “sceriffo” si fa giustizia da sé, la Magistratura sta a guardare e la Corte dei Conti che fa?

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Nell’articolo di ieri abbiamo parlato dell’ipotesi di abuso d’ufficio e mobbing da parte del Direttore Generale dell’AOU di Parma Dott. Fabi nei confronti della Prof.ssa Esposito, reati iniziati quando nel 2019 la stessa è risultata vincitrice del concorso di professore ordinario di pediatria e direttore della Clinica Pediatrica di Parma. Entreremo ora nel dettaglio di quanto la Prof.ssa Esposito ha scritto al Presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, all’Assessore alle Politiche per la Salute Raffaele Donini e alla allora Direttrice Licia Petropulacos sul funzionamento dell’Ospedale dei Bambini Pietro Barilla di Parma nel secondo paragrafo della sua lettera ormai di dominio pubblico. La sezione dedicata all’Ospedale dei Bambini di Parma è particolarmente lunga e, perciò, lo suddivideremo in più puntate. Al riguardo risulta che i contenuti fossero stati ripetutamente illustrati in forma scritta al Direttore Generale Dott. Fabi, all’ex Direttore Sanitario attuale Assessore al welfare Dott. Brianti e al Magnifico Rettore Prof. Andrei, senza che vi sia stato alcun intervento. Di seguito il testo della lettera.  

UOC Clinica Pediatrica e Dipartimento Materno-Infantile

Benchè di per sé io abbia teoricamente l’incarico di pediatra più “importante” all’interno dell’Azienda Ospedaliera-Universitaria di Parma, mi sono trovata a ereditare dal chi dirigeva la Clinica prima di me (Prof. de’Angelis) una struttura che era stata ridotta ai minimi termini per dimensioni e personale, totalmente disorganizzata e disomogenea dal punto di vista sia assistenziale sia gestionale, non integrata con il territorio, con una scarsa relazione con le altre strutture pediatriche dell’AVEN e, più in generale, della RER, in cui l’attività di ricerca svolta era estremamente contenuta e l’attività formativa molto limitata. Queste stesse criticità, peraltro, sono quelle che prevalgono nelle varie UO del Dipartimento, in cui mi domando come sia stato possibile procedere all’accreditamento senza nessuno di quei percorsi o protocolli che abitualmente rappresentano la base dell’assistenza in qualsiasi reparto ospedaliero.

Anche se il mio curriculum assistenziale, scientifico e didattico sembra uno dei più forti tra le/i pediatre/i d’Italia (con particolare riferimento alla pediatria infettivologica), ho comunque pensato che in una nuova sede fosse importante che dimostrassi con gentilezza, competenze e professionalità quello che sapevo fare. Purtroppo, però, non mi è permesso di dimostrare nulla e competenze ed etica non sembrano valori di rilievo. Entrando nel dettaglio:

1. Direzione del Dipartimento Materno-Infantile -> il Dipartimento Materno-Infantile è diretto ormai da più di 10 anni dal Prof. de’Angelis, che spesso pare comportarsi come un adolescente bullo e non è in alcun modo governato dalla Direzione Aziendale (anzi, il Direttore Sanitario è totalmente nelle sue mani e viene il dubbio che almeno in parte lo sia anche il Direttore Generale). Oltre ad essere incomprensibile il fatto che un Dipartimento Materno-Infantile sia diretto da chi dirige una UOC di Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva che si occupa primariamente di pazienti adulti e che non pare particolarmente efficiente a leggere gli indicatori di performance, ho difficoltà a capire come un Direttore di un DAI possa essere pagato senza svolgere nessuna delle tradizionali attività che un incarico simile prevede: nessuna riunione con i Direttori di UOC per discutere l’organizzazione del Dipartimento, nessun incontro per condividere una visione a medio/lungo termine, nessun confronto sull’uso ottimale di spazi e risorse e sulla valorizzazione del capitale intellettuale. Evidentemente questo è accettato dalla Direzione Generale e Sanitaria, come è accettato che specialisti in pediatria assunti come pediatri a tempo indeterminato di fatto facciano i gastroenterologi dell’adulto o che le UOC vengano spezzettate in UOSD con risibili volumi di attività;

2. Infettivologia pediatrica -> il ridimensionamento della Clinica Pediatrica avvenuto prima del mio insediamento si è verificato espandendo in modo apparentemente ingiustificato la UOC Pediatria Generale e d’Urgenza, diretta dal Dott. Icilio Dodi, persona di fiducia del Dott. Fabi (mi è stato riferito che sono stati compagni di classe/scuola/Università dalle scuole medie in poi, che il Dott. Fabi è stato testimone di nozze al matrimonio del Dott. Dodi e che condividono la casa del mare). In particolare, dal 20 giugno 2019 sono stati staccati dalla Clinica Pediatrica il Centro di Riferimento Regionale per il diabete in età pediatrica e la nefrologia pediatrica, riducendo sottospecialità afferenti, posti letto e organico della UOC Clinica Pediatrica. Il Dott. Dodi ha sempre esplicitato di ritenere sufficiente la propria presenza quale unico pediatra infettivologo presso l’Azienda Ospedaliera-Universitaria di Parma e la Direzione Aziendale l’ha sempre considerato il proprio esperto di riferimento. Mi sembra, però, che il mio curriculum vitae dimostri un’esperienza infettivologica di molto superiore a quella del Dott. Dodi e dovrebbe essere interesse dei cittadini essere curati dal medico più esperto a disposizione. Purtroppo, benchè sia una delle principali pediatre infettivologhe d’Italia, a Parma non posso curare bambini con COVID-19, tubercolosi, pleuropolmonite, infezioni complesse su cui ho scritto linee guida nazionali e internazionali perché li deve curare solo Dodi. E’ semplicemente ovvio che io abbia pretese, mi sembra naturale che un professionista molto titolato dal punto di vista istituzionale e curricolare, innamorato del suo lavoro, debba essere messo a disposizione della popolazione per le proprie competenze;

3. Spazi assistenziali e attività manageriali -> le caratteristiche strutturali dell’Ospedale dei Bambini di Parma, che ha 3 piani con una accettazione pediatrica (non ancora accreditata a Pronto Soccorso) dotata di 8 letti di osservazione breve a piano terra e un reparto di degenza al 3° piano con 30 posti letto dedicati alla degenza medica rendono molto semplice un’organizzazione che preveda un primario a piano terra e uno al 3° piano, anche considerando una rotazione nel chi dirige cosa dopo 1-2 anni. Questo sarebbe molto meglio in primis per la struttura, non foss’altro perché per quel che mi riguarda potrei realizzare alcune attività manageriali rilevanti (percorsi di accreditamento, definizione di percorsi e protocolli, allineamento ai requisiti di qualità, supporto ad approcci integrati medico-infermieristici innovativi) attualmente non esistenti, su cui Dodi e io abbiamo visioni incompatibili e che hanno rilevanti ricadute assistenziali. Invece, nonostante io abbia sulla carta un ruolo superiore a Dodi mi trovo a dovere ricoverare i suoi “scarti”, essendo lui il responsabile dell’accettazione, dei letti di osservazione breve, di quelli di infettivologia pediatrica, di quelli dedicati ai pazienti acuti e di una parte dei letti di pediatria specialistica. Le sembra una organizzazione equa e giusta, che va a favore dell’interesse pubblico, semplicemente perché fino a prima del mio arrivo si erano organizzati così? Lo scrivo di nuovo, sono arrivata a Parma perché nessuno degli interni aveva i requisiti ministeriali per vincere un concorso di professore universitario di fascia.

Quanto scritto sembra estremamente tecnico, vediamo di tradurre alcuni elementi in modo comprensibile e cerchiamo di capire se quanto illustrato ha ricadute per noi cittadini. Intanto, diciamo che lasciare la Direzione del Dipartimento MaternoInfantile a chi dirige ormai da anni una Unità di Gastroenterologia ed Endoscopia digestivaè una scelta organizzativa e gestionale a dir poco “bizzarra. Inoltre, benchè sia assodato che l’attuale Direttore del Dipartimento MaternoInfantile non svolga nessuna delle attività normali per un simile incarico gestionale (per cui è prevista un’indennità di 20.658,17 euro annui), sull’albo pretorio dell’AOU di Parma risulta che il 1 settembreu.s il Direttore Generale d’intesa con il Magnifico Rettore abbianofatto quadrato confermandogli per un ulteriore anno l’attuale incarico.

Nella lettera compare poi scritto che ci sono alcune professioniste assunte a tempo indeterminato per lavorare in pediatria che, di fatto, si occupano primariamente di adulti con problemi gastroenterologici. Per legge questo non è possibile ma evidentemente lo “sceriffo” può autorizzare tutto pur di soddisfare una rete intricata di reciproci interessi. C’è bisogno dei R.I.S. per documentare la cosa e tutelare la sicurezza degli utenti? Va anche specificato che le pediatre/gastroenterologhe ricevono un’indennità per una reperibilità h24 benchè ogni anno si contino sulle dita di una mano le occasioni in cui sia stato richiesto il loro intervento. E in un’Azienda Ospedaliero-Universitaria in cui si fa fatica a pagare le quote accessorie degli stipendi questo è tollerabile? O è tollerabile avere creato Unità Dipartimentali rappresentate da un unico professionista con l’unica finalità di premiare in termini stipendiali alcuni ”amici?

L’Esposito poi si lamenta del fatto che a Parma non può fare la pediatra infettivologa. Quindi, ricapitoliamo, il Dott. Fabi all’inizio cerca di non darle la direzione della Clinica Pediatrica e poi, una volta in cui ob torto collo capisce che se non le affida l’incarico per cui ha vinto il concorso rischia di essere denunciato, le vieta di svolgere l’attività assistenziale per cui è nota in tutto il mondo. Il pediatra infettivologo lo può fare solo il suo amico del cuore. Al riguardo si fa presente che il suo amico del cuore è diventato primario dell’Unità di Pediatria generale e d’urgenza dopo che sono stati eliminati i due primari spedalieri precedenti: prima il Dott. Osvaldo Borrelli (attualmente primario della Gastroenterologia pediatrica del Great Ormond Street Hospital di Londra), poi il Dott. Paolo Ernesto Villani (attualmente primario della UO di Terapia intensiva neonatale alla Fondazione Poliambulanza di Brescia). Questo è il “sistema Parma”?  

Nel testo dell’Esposito viene poi ripetutamente sottolineato che presso l’Ospedale dei Bambini di Parma non si usino protocolli. Ci risulta, tra l’altro, che quando la stessa ha inviato alle Unità Rischio Clinico di Ospedale e AUSL protocolli da lei coordinati, che hanno coinvolto tutte le Unità di Pediatria dell’Emilia-Romagna e che sono stati oggetto di pubblicazioni scientifiche internazionali, nessuno al solito si è degnato di risponderle. Ebbene, in merito ai protocolli, a seguito del decesso di una bambina di 5 anni nel luglio del 2018 (prima cioè dell’arrivo dell’Esposito) il 26 ottobre 2021 sono stati rinviati a giudizio 5 sanitari con l’accusa, oltre che di omicidio colposo in concorso per negligenza, imperizia o imprudenza, di non osservanza del protocollo sanitario. Certo, se i protocolli neanche ci sono è impossibile seguirli. Al riguardo si fa presente – come già comparso scritto su Il Giornale – che i genitori della bambina hanno chiesto l’invio di ispettori ministeriali presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma. Va anche aggiunto che gli stessi genitori sono molto risentiti per quanto pubblicato su La Gazzetta di Parma a seguito della morte della figlia in quanto si cercava velatamente di dare la colpa dell’evento ai genitori stessi. Forse il video di Fedez, pubblicato ieri sulla Gazzetta, dovrebbe rassicurarci che va tutto bene?

La domanda che ci facciamo è perché la Magistratura continua a guardare soltanto. Ultima nota. I vari professionisti maltrattati dallo “sceriffo” si pagano gli avvocati di tasca loro e, invece, lui anche nelle querele rivolte alla sua persona fa pagare gli avvocati dall’Ospedale, cioè dalle nostre tasse. Su questi aspetti anche la Corte dei Conti sta a guardare?    

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