Sanità e Centri di Potere, Vol. I – Lo “sceriffo” che si fa giustizia da sé mentre la Magistratura sta a guardare

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Da quando è Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera-Universitaria, il Dott. Fabi ha sospeso 5 universitari apicali (e nessun apicale ospedaliero) facendosi giustizia da sé tramite un decreto legge che si riferisce a mancanze assistenziali mai verificatesi. Ha fatto indagare spesso a sproposito decine di dipendenti (in alcuni casi anche facendo ricorso contro l’archiviazione del GIP), ha rovinato le vite di eccellenti professionisti fatti passare come delinquenti. E Loris Borghi ne è rimasto schiacciato. Eppure, nonostante questo, oltre a essere rimasto a fare il Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera di Parma, è stato di recente nominato Commissario Straordinario dell’AUSL di Parma senza identificare alcun vero Direttore Sanitario ma mettendo uno psichiatra e un medico nucleare come facenti funzioni così da fare tutto lui.

In questi ultimi giorni della vicenda si occupa la stampa nazionale e locale per la sospensione della Prof.ssa Esposito, la replica è stata, sulle colonne del quotidiano locale per eccellenza “.Ha dichiarato il falso”. Vedremo se questa esternazione gli procurerà ulteriori problemi sul fronte penale.

Intanto, la modalità che ha utilizzato per le sospensioni non rispetta il Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro 2016-2019 che prevede l’attivazione di procedimenti disciplinari con il diritto di contradditorio per sospendere i lavoratori. La legge a cui fa riferimento il Dott. Fabi vale per “gravissime mancanze nei doveri di ufficio” di tipo assistenziale e certamente comunicazioni alla Regione in cui si lavora sono tutt’altro che mancanze. Questa legge pare essere utilizzata in modo illegittimo per eliminare i direttori universitari che hanno vinto regolari concorsi e che non hanno mai avuto problematiche assistenziali. Non utilizzata, invece, contro gli ospedalieri, neanche quando sono rinviati a giudizio con l’accusa di omicidio colposo in concorso per negligenza, imperizia o imprudenza e non osservanza del protocollo sanitario.E’ complesso per la Magistratura, i NAS e la polizia dimostrare questo ed evitare che l’Ospedale sia gestito come nel Far West?

Per quel che riguarda la prima sospensione dell’Esposito di 90 giorni, è interessante notare come Fabi si sia forse accorto che non gli conviene più – per screditare l’Esposito – sottolineare che il problema fosse il numero di posti letto realmente disponibili il 9/3/22 per l’assistenza ai bambini ucraini. Infatti, un qualsiasi computer che ha accesso ai flussi informativi dell’Ospedale può dimostrare che quel giorno all’Ospedale di Parma vi erano 36 letti liberi e non 22 come Fabi ha dichiarato alla Regione. Inoltre, il mese prima e il mese dopo il 9/3/22 è ben documentabile dagli stessi dati che il numero di ricoveri giornaliero è stato di un numero contenuto di unità, largamente inferiore a 10. Del tutto destituite di fondamento risultano, perciò, le affermazioni di Fabi, il quale tenterebbe di giustificare la comunicazione dell’Ospedale alla Regione sulla base di una necessità di mantenere fede alle programmazioni svolte. Se poi si è innervosito se l’Esposito ha comunicato alla Regione che la gestione dei letti di pediatria è in “stile albergo”, questo argomento è stato oggetto di numerose precedenti comunicazioni tra l’Esposito e il Direttore Sanitario, senza che quest’ultimo sollevasse mai commenti. Per quel che riguarda il tema “Casa di cura”, è incomprensibile come possa essere sfuggito alla Direzione che una parte della mobilità sanitaria dalla Puglia all’Ospedale dei bambini di Parma fosse rappresentata da pazienti visitati privatamente in Puglia e ricoverati a spese del sistema sanitario per procedure che abitualmente si fanno in ambulatorio e che possono essere eseguite anche in Puglia. In Lombardia, la cui sanità privata viene tanto criticata dall’Emilia-Romagna, questi pazienti non sono presi in carico dal sistema sanitario pubblico perché sarebbe una truffa: dormono in albergo ed eseguono la procedura come libera professione o vengono ricoverati in Casa di cura e fanno tutto lì.

Ma il discorso della prima sospensione dell’Esposito è ormai terminato ed è di interesse abbastanza relativo, sapremo tra 3 anni se aveva ragione lei o Fabi. Molto più interessante è la seconda sospensione perché Fabi fa finta di avere ricevuto dopo 9 mesi una lettera inviata ai vertici della Regione che segnalava situazioni gravissime, a detta dell’Esposito, e la Regione stessa fa sapere su Quotidiano nazionale proprio oggi di avere chiesto chiarimenti in Ospedale quando è stata interpellata (cioè nel novembre 2021).Questo dimostra che le due sospensioni dell’Esposito sono ritorsioni che, con davvero poca eleganza e in evidente conflitto di interesse, Fabi fa per lesa maestà. Alla Gazzetta di Parma Fabi dichiara di avere querelato l’Esposito e l’Esposito dichiara che sta depositando una controquerela. Siccome, però, ora la lettera sta girando in Ospedale, Parmapress24 la pubblicherà un pezzo al giorno per informare i parmigiani nella speranza che ad un certo punto anche la Magistratura fermi lo sceriffo del Far Wesr. Dopo una breve introduzione, quello che segue è il primo paragrafo della lettera incriminata.

Presa di servizio presso l’Azienda Ospedaliera-Universitaria di Parma

Nel 2019 ho effettuato e vinto un concorso per l’incarico di professore di prima fascia di Pediatria generale e specialistica per l’Università di Parma nel cui bando era scritto che il vincitore avrebbe dovuto dirigere la “Struttura Complessa Clinica Pediatrica”. Faccio presente che non vi erano candidati interni idonei a partecipare al concorso perché non avevano e non hanno tuttora i requisiti minimi previsti dal Ministero per l’incarico di professore universitario (neanche per la seconda fascia). Avrei dovuto prendere servizio il 1 luglio 2019 ma, visto l’atteggiamento a dire poco ostile della Direzione Generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, ho posticipato l’inizio al 1 settembre 2019. Nello specifico, il Dott. Fabi ha inizialmente proposto per me l’incarico di responsabile di programma sollevando elementi ostativi non previsti dalla legge e, a seguito dell’eliminazione degli elementi ostativi iniziali, ne ha sollevati di nuovi. In un primo momento mi è stato scritto che l’attribuzione dell’incarico di responsabile di struttura complessa fosse incompatibile con il mio ruolo di Presidente di una Onlus, con un contratto con un’Agenzia digitale e con l’attività libero-professionale che svolgevo a Milano. Tutti questi ostacoli sono stati immediatamente rimossi con le mie dimissioni da qualsiasi ruolo nella Onlus, con la chiusura del rapporto con l’Agenzia digitale e con la cessazione di qualsiasi attività libero-professionale a Milano. Subito dopo mi è stato fatto notare che un ostacolo insormontabile era rappresentato dal procedimento penale in cui risultavo indagata (senza alcun rinvio a giudizio) presso il Tribunale di Perugia, nonostante il diverso parere dell’Ufficio legale dell’Università di Parma e dell’Avv. Marletta del Foro di Milano. Ho dovuto, pertanto, inviare alla Procura di Perugia quanto mi aveva scritto il Dott. Fabi sollecitando alla valutazione delle celle telefoniche, che avevo richiesto dopo avere saputo dalla stampa di essere indagata. Anche questo problema è stato risolto in quanto la Procura di Perugia ha chiesto l’archiviazione del procedimento a mio carico in quanto il fatto non sussisteva e questo è stato definitivamente archiviato dal G.I.P. il 9 settembre 2019. Proprio il giorno successivo all’archiviazione della nota del G.I.P. di Perugia, il Dott. Fabi mi ha scritto accampando un “nuovo” pretesto per non confermarmi il ruolo che sarebbe stato previsto all’esito del concorso: l’asserita incompatibilità delle funzioni con la mia carica di Presidente di una Società Scientifica internazionale. A quel punto, ho dovuto scrivere al Magnifico Rettore dell’Università di Parma che l’atteggiamento smaccatamente ostile e strumentale manifestato dal Dott. Fabi nei miei confronti poteva integrare l’ipotesi di reato di cui all’art. 323 c.p.. E’ pacifico, infatti, che l’avermi negato le funzioni di direttore della UOC Clinica Pediatrica in ragione della pendenza di unindagine non ancora archiviata ha rappresentato una clamorosa violazione di legge, posto che nessuna norma di legge e di regolamento e/o clausola del bando prevedeva e prevede che la pendenza di un indagine possa rappresentare una condizione ostativa. Dal 1 novembre 2019, perciò, mi è stata data la direzione della UOC Clinica Pediatrica.

 

Bene, perché Fabi non voleva l’Esposito prima di conoscerla? Perché non ha la tessera né del PD né di altri partiti? Perché ha fatto scoppiare la “sanitopoli umbra” a fronte di irregolarità che l’Esposito stessa definisce meno gravi di quelle dell’Ospedale di Parma? Perché è più brava e autorevole di qualche suo amico? Quale che sia la risposta, attualmente in tutto l’Ospedale c’è un clima di terrore, il confronto non esiste perché tutti hanno paura e nessuno osa commentare ciò che dice la Direzione Aziendale. E intanto la direzione della Clinica Pediatrica da 4 mesi l’ha il quinto classificato del concorso vinto dall’Esposito, che evidentemente piace a Fabi. Noi cittadini non possiamo fare altro che prenderne atto, sapere che la pediatra più qualificata che avevamo per 6 mesi non può visitare i bambini di Parma e domandiamo alla Magistratura quanti anni ci vogliono per dimostrare che quanto riportato sopra è un abuso d’ufficio e l’inizio del mobbing.

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