Via libera all’inserimento di ospiti nelle case protette. Fidenza tra i primi a ripartire

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Da questa settimana è ripreso, dopo la lunga interruzione dovuta al covid19, l’ingresso di nuovi ospiti nelle Case di Residenza per Anziani.

Le Cra, che tutti conoscono con il termine più popolare di case protette, sono di gran lunga i luoghi più delicati in cui bisogna attuare ogni precauzione e anche di più per proteggere gli anziani e chi lavora al loro servizio, perché il covid-19 ha dimostrato di colpire in modo spietato questa parte della popolazione. La buona notizia della ripresa degli inserimenti è frutto delle regole che sono state progettate da Azienda Usl di Parma nel rispetto delle linee guida regionali e del percorso di discussione e condivisione con gli 11 Comuni del Distretto di Fidenza, i Sindacati e i gestori pubblici e privati delle case protette.

“Il nostro distretto è uno dei primi a partire in tutta la provincia e ritengo molto importante che il pacchetto di regole sia stato affrontato anche con le organizzazioni sindacali confederali che rappresentano i lavoratori in prima linea nelle strutture, confronto che inoltre rimane aperto a livello distrettuale per il monitoraggio e l’eventuale integrazione delle linee guida. La ripresa degli inserimenti è una notizia positiva perché le case protette sono un pezzo importante del welfare. Il loro congelamento aveva comportato un impatto forte sulle famiglie, sugli anziani e tra questi prima di tutto gli anziani soli – commenta Alessia Frangipane, assessore alle Politiche sociali –. Da martedì scorso le strutture hanno riaperto i battenti ai nuovi ospiti, mentre pochi giorni prima avevano accolto chi era già parte della casa protetta ma aveva dovuto affrontare un ricovero ospedaliero. In quel caso si è dimostrato come le misure di sicurezza siano partite in tempo zero”.

Con una dichiarazione unitaria, CGIL,CISL e UIL parlano di “una prima condivisione di massima per la riapertura graduale ma urgente delle strutture. Importante sarà il confronto aperto e sul tavolo politico distrettuale, soprattutto per quanto riguarda gli screening per il personale diretto e indiretto, la valutazione attenta dei parametri assistenziali e la formazione adeguata di tutti gli operatori”.

LE MISURE DI SICUREZZA:

Ci sono due norme base che guidano:
– non può esserci alcun inserimento se nella struttura c’è un caso di covid-19 (scenario che prevede, peraltro, anche il blocco immediato di tutte le visite dei parenti).
– E nessun nuovo ospite può entrare senza prima aver fatto il tampone e aver ottenuto l’esito negativo.

All’interno delle strutture accreditate, come prima cosa è stata individuata una figura sanitaria (medico o infermiere) che fa da referente per la prevenzione e il controllo.

Quando arriva un nuovo ospite in casa protetta (un nuovo ingresso o un ospite che momentaneamente l’avevano dovuta lasciare) si prevede per lui/lei una zona per l’accoglienza temporanea. Significa una stanza singola o comunque un ambiente idoneo a garantire il distanziamento fisico dagli altri ospiti. In sostanza una quarantena precauzionale che dura 14 giorni.

Trascorso questo periodo di sicurezza viene ripetuto il tampone all’anziano, dopo quello eseguito per dare l’ok al suo ingresso in struttura.

SE L’OSPITE ARRIVA DA UN OSPEDALE
Che l’ospite da accogliere sia nuovo o sia un reingresso, non cambia.

L’anziano che arriva dopo un ricovero (di durata tra 48 e 72 ore) deve fare il tampone in ospedale, prima di lasciarlo. Se il ricovero è stato dovuto al covid, i tamponi diventano due, da ripetere a distanza di 24 ore.

SE L’OSPITE ARRIVA DAL SUO DOMICILIO O DA ALTRA CASA PROTETTA
In questo caso le regole prevedono un tampone da eseguire non oltre 72 ore prima dell’ingresso in casa protetta.

SE L’OSPITE ARRIVA SOLTANTO
PER UN PERIODO DI SOLLIEVO
Può anche esserci il caso dell’anziano che viene accolto in casa protetta per un periodo temporaneo. Non cambiano però le misure di sicurezza: tampone non oltre le 72 ore precedenti l’ingresso e quarantena di 14 giorni.

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