Fase 3, parola d’ordine equilibrio (anche se il Coronavirus ha già dato il peggio di sé…)

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GABRIELE-MAJO-Foto-Franco-Sacc-Archimmagine-007.jpg(Gabriele Majo direttore responsabile di www.stadiotardini.it) – L’avvio della Fase 3, con il libero transito tra Regioni in Italia, di ieri, Mercoledì 3 Giugno 2020, è stato caratterizzato, sul territorio nazionale, da un leggero aumento sia nel rapporto tra nuovi positivi e tamponi fatti sia in quello tra nuovi positivi e persone testate: segno che l’attenzione non va, comunque, abbassata, specie in Lombardia, visto che 3 nuovi positivi su 4, quasi il 75%, sono lì. In compenso in 8 Regioni e in Alto Adige non sono stati registrati nuovi contagi e non ci sono state vittime in 11 Regioni. In Terapia Intensiva, per Covid, restano 353 persone. Durante il Ponte della Repubblica si è a lungo ragionato sulle affermazioni hard di Alberto Zangrillo, direttore delle Unità di anestesia e rianimazione generale e cardio-toraco-vascolare dell’Ospedale San Raffaele di Milano, sintetizzate nel titolo accattivante ed urlato: “Il Coronavirus clinicamente è sparito, torniamo alla vita normale”, che han lasciato basito (o “sconcertato”, come si è auto-definito) Franco Locatelli, Professore Ordinario di Pediatria all’Università “La Sapienza” 4, direttore del Consiglio Superiore di Sanità (CSS), che ha parlato di messaggi fuorvianti, trovando sostegno in Luca Richeldi, membro del Comitato Tecnico Scientifico, secondo cui le dichiarazioni ad effetto andrebbero evitate perché “il virus circola ancora”. Diviene difficile trovare un punto di sintesi (al di là della felice affermazione di Luca Zaia, Governatore del Veneto: “Il virus non ha più il gilet arancionemitragliatore, ma è un ottimo cecchino”, pronunziata due settimane fa, ma tuttora presente nel promo di un talk show tv ripetuto a raffica), per l’uomo medio, nel momento in cui è la stessa comunità scientifica ad avere opinioni divergenti, che alla fine spingono il popolino ormai esausto verso moti irrazionali, ancorché arringati da un Generale della Benemerita in pensione, di arancione vestiti. Al fine di favorire, se possibile, un minimo di opera di divulgazione, secondo lo spirito che ci anima e che di solito riserviamo alle questioni di pallone e correlate, ci siamo di nuovo appellati al nostro esperto – medico in prima linea di Pronto Soccorso – che già nei precedenti articoli su questo tema ci ha illuminati.

Ecco le sue parole:

“Dai primi di Maggio, nella zona in cui opero, i casi di Covid 19 sono drasticamente calati, fino a scomparire completamente: resta solo qualche anziano, di una casa di riposo nei dintorni, che risulta debolmente positivo, ma senza sintomi. Questo conferma la mia teoria, secondo cui il virus si fosse allegramente ingigantito in casi non sospetti ad in inizio anno per poi iniziare a falcidiare da Marzo i più predisposti per patologie pregresse. Gli ultimi casi visti da noi erano praticamente con sintomi irrilevanti. Penso che questo virus, abbia finito di dare il meglio di sé. O il peggio, se preferite, ma ci siamo capiti. Tuttavia è meglio non abbassare la guardia in futuro, perché le influenze prossime potranno essere come questa: dunque bisognerà proteggersi e ‘isolare’ ogni febbre. Parlo di influenze, al plurale, ricordando che anche il Covid è un’influenza. La maggior parte dei Covid non diventano polmonite interstiziale (che è stato l’esito più devastante durante il picco della criticità, anche perché non eravamo ben attrezzati sul territorio e impreparati) ma si comportano come influenza normale; ciò non toglie che quel tipo di esito non è affatto scongiurato e si potrà ripetere anche in futuro, dal momento che anche negli anni scorsi molte influenze degeneravano in polmoniti interstiziali, già la famosa suina, H1N1, Sars, adesso Sars2 detta appunto Covid-19 che è stata molto più contagiosa delle altre, anche perché non si è visto o non si è voluto vedere il problema sul nascere. Se d’ora in poi stiamo tutti più attenti, nei luoghi pubblici, nei locali, se la gente imparasse, come una volta, a stare a casa quando non sta bene, se il territorio, segnalasse là dove si ripetono più casi di febbre, isolando e monitorando, potremmo stare tutti più tranquilli. 
E ora vorrei delucidarvi sugli ultimi eventi terapeutici che riguardano il Covid 19 in Italia. Dopo aver sparso ed elargito idrossiclorochina e triplette di antivirali e antimalarici, assieme agli antibiotici, si è constatato che, alla fine, questo cocktail di farmaci non ha cambiato l’evoluzione della malattia, né delle guarigioni. In piena pandemia e con il sovraffollamento di casi si distribuivano a pioggia, secondo tentativi – logici -, legati alla farmacodinamica dei suddetti farmaci che si utilizzano anche per altre malattie virali e malattie infiammatorie. Alla fine, nella maggior parte dei casi, per tutti quei pazienti che non hanno avuto bisogno di ricovero, e che non sono riusciti ad arrivare ai canali ospedalieri o pre-ospedalieri, sono stati trattati con banali sintomatici e una profilassi antibiotica (spesso azitomicina e cefrtiaxone), guarendo negli stessi tempi degli altri, trattati con idrossiclorochina e antivirali. Le persone che ho seguito telefonicamente, infatti, curati non con i farmaci da protocolli ospedalieri, guarivano come i miei colleghi e infermieri ammalati, che, invece, venivano bombati di idrossiclorochina e antivirali, dovendo anche subire i loro effetti collaterali (nausea, vomito, mal di stomaco, spossatezza). Perciò è probabile che anche lo stesso Mauro Rango, nelle Mauritius – che sta combattendo la sua guerra santa contro la decisione (ormai rientrata, come scriviamo sotto) di AIFA ed OMS della sospensione della erogazione di idrossiclorochina ai soli ammalati di Coronavirus, pur restando consentita la vendita per altre tipologie, dal Lupus all’artride reumatoide (nda) – possa arrivare  a questa stessa conclusione alla fine di Luglio, dopo che avrà girato il mondo attraverso tutte le varie epidemie. Ovviamente oltre alla esperienza sul campo, a supporto delle mie parole ci sono anche dei lavori scientifici già pubblicati, fonti concreate, che avallano la nostra umile esperienza di poveri ‘manovali’ della medicina, perché circa questo discorso farmacologico, noi, in Italia, non abbiamo più casi sa trattare, ma in America, e in altri stati, dove ancora ce ne sono, stanno facendo studi sull’efficacia o meno dell’idrossiclorochina”.

oms idrossiclorinaNel frattempo il pasionario Rango potrà essere soddisfatto per la notizia che “L’Oms ha ripreso i test con l’idrossiclorochina per curareoronavirus. Lo ha annunciato ieri il direttore generale dell’Agenzia dell’Onu Tedros Adhanom Ghebreyesus nel consueto briefing sul Covid-19. La sperimentazione con il farmaco per l’artrite era stata interrotta dopo la pubblicazione di studi che lo consideravano pericoloso.
Mauro Rango, naturopata 59enne, laureatosi in diritti umani alla facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova, di cui ci eravamo recentemente occupati, ieri aveva gioito per la sua vittoria sulla rivista The Lancet che ha fatto un passo indietro sul tema. Via WhatsApp, suo abituale strumento di diffusione virale, ha postato: “A chi continua a dubitare, io continuo a ripetere, dal 24 di Maggio, che questa battaglia contro The Lancet la vinciamo. E che vinceremo anche quella contro l’OMS. Ritireranno il divieto dell’idrossiclorochina. Oggi abbiamo inviato tramite email con ricevuta lettera al The Lancet e all’Organizzazione Mondiale della Sanità, firmata da 80 medici tra cui cattedratici e pubblicisti internazionali. È stata “smontata” dal punto di vista medico scientifico relativo alle patologie e dal punto di vista statistico relativo alla tipologia dei dati mauro rangoraccolti lo studio di Mandeep Mehra e altri sulla base del quale l’OMS aveva introdotto la direttiva di sospensione di idrossiclorochina SOLO per pazienti Covid-19. Alcuni giorni fa, 120 scienziati di tutto il mondo (ma non italiani) avevano mosso dubbi e perplessità riguardo la procedura e la metodologia nella raccolta dei dati. Noi siamo entrati nel merito del punto nodale : cioè decessi per cardiopatie a seguito assunzione didi idrossiclorochina, chiarendo, oltre ogni ragionevole dubbio, che sulla base di quello studio NON è possibile attribuire all’assunzione di idrossiclorochina le cardiopatie e i decessi. È stato indicato, invece, come la relazione sussista piuttosto tra patologia virale in fase avanzata oppure pregresse patologie cardiache e cardiopatie e decessi rilevati dallo studio. Oltre ad essere giunti ad una dimostrazione che NON PUÒ NON CAMBIARE il corso degli eventi, è stato importante che si sia levata la voce di medici italiani che per numero di casi trattati ha una autorevolezza internazionalmente riconosciuta”.

Nolo solo noi di StadioTardini.it abbiamo amici medici che ci illuminano: lo stesso Rango, ieri, ha copiato un messaggio di un mio caro amico, medico americano, che conosce l’italiano. È anche un ricercatore scrupoloso e attento. Dunque i dati scritti nel suo messaggio sono di assoluta affidabilità. Se volete inoltrare il messaggio a tutti i vostri contatti credo che sia molto più efficace, per il cittadino comune, di tutti i miei video sul tema idrossiclorochina. Grazie

Caro Mauro, ho studiato le cifre :

228 milioni di persone con malaria al mondo.

5 millioni di persone con lupus eritematosus sistemico, lupus discoide e Sd. Sjögren… Molti per più di venti anni …

120 millioni al mondo, bambini e donne in cinta inclusi, trattati con la clorochina o i suoi derivati (idorssiclorochina) da 6 mesi a due anni a dose di 5mg./kg. peso/giorno.

73 anni (dal 1947) di uso farmaceutico continuo.

Droga naturale (fitofarmaco) che ha più di 400 anni di uso primitivo.

Adesso, con pochi mila di casi infettati dal SARS-CoV-2 che la prendono appena per 7 giorni, viene subito scoperto un rischio così grave che la rende proibita in medicina ospedaliera … !!
Ma che bella presa in giro… !!
Proprio una svergognata fregatura…”. Gabriele Majo da www.stadiotardini.it

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