Spacciavano e costringevano giovani (anche parenti) a prostituirsi lungo Via Emilia – Smantellata banda di albanesi, cinque in fuga, quattro arresti: due sono donne

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Costringevano giovani ragazze dell’Est a prostituirsi lungo la via Emilia, tra Parma e Reggio Emilia, e spacciavano droga a Reggio Emilia e provincia. Quattro persone sono state arrestate dai carabinieri di Castelnovo nè Monti, che hanno eseguito le ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dalla Procura di Reggio Emilia: cinque persone sono in fuga e ricercate su tutto il territorio nazionale.

I militari hanno stroncato un’organizzazione di matrice albanese, con alcuni sodali rumeni e italiani: le accuse sono di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento e allo sfruttamento della prostituzione, oltre a una serie di singoli reati della stessa indole aggravati dal fatto di essere stati commessi nei confronti di una pluralita’ di soggetti e, talvolta, perfino verso propri congiunti.

L’operazione, coordinata dal sostituto procuratore Giulia Stignani e avviata nel 2016, e’ stata nominata “Telepass” poiche’ la donna ritenuta a capo dell’organizzazione, una 35enne albanese, negli spostamenti dalla provincia di Brescia dove vive a quella reggiana dove sfruttava alcune giovani connazionali, utilizzava l’autostrada. E, una volta giunta al casello, era solita accodarsi ai mezzi muniti di Telepass per passare senza pagare il pedaggio.

Alle prime luci di oggi i militari hanno rintracciato, tra le province di Brescia e Reggio Emilia, quattro dei nove indagati che sono stati arrestati. Proseguono le ricerche degli altri cinque componenti della banda, irreperibili e ora ricercati in tutta Italia.

In carcere sono  finiti L.S. residente a Rezzato (Brescia), ritenuta il vertice della banda e l’autista delle prostitute, il 61enne calabrese L.R. (residente a Reggio Emilia e finito ai domiciliari), che accompagnava le meretrici sul posto di lavoro dietro un compenso in denaro o di natura sessuale.

Arrestata anche la 38enne rumena I.P., residente a Rezzato, prima collaboratrice di L.S., che aveva tra i compiti quello di controllare le ragazze contribuendo anche alla ricerca delle postazioni dove farle lavorare, riscuotendo dalle stesse parte dei ricavati dell’attivita’ di prostituzione. Le manette ai polsi, infine, sono scattate anche per E.O, 27enne albanese senza fissa dimora e rintracciato nel bresciano, incaricato di controllare le ragazze sul posto di lavoro.

L’indagine e’ partita circa quattro anni fa da un’attività antidroga avviata dai carabinieri di Castelnovo Monti su una fitta rete di spaccio di stupefacenti in Val d’Enza, nel corso della quale vennero arrestate 17 persone e sequestrati diversi etti di cocaina e una pistola. Nel gennaio del 2017, seguendo il filone investigativo, era stato arrestato un 36enne albanese tra i cui contatti telefonici era presente, quale fornitrice abituale di quantitativi di droga, una connazionale 32enne risultata l’odierna organizzatrice del sodalizio criminale. 
 

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