L’ecommerce aumenta le vendite dell’80% nell’ultimo mese e i siti di marketplace impennano

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Le chiusure dei negozi in tutta Europa sono solo l’inizio della piaga coronavirus che sta mietendo vittime in tutto il mondo, ma è facile prevedere l’aumento delle vendite nei siti di marketplace come già è accaduto in Italia. Infatti, nell’ultima settimana di febbraio l’indice Nielsen ha già registrato un aumento di 30 punti sulle vendite e gli acquisti online da parte della popolazione situata nel nord Italia, la regione per ora più colpita. Il conseguente aumento delle vendite ecommerce dell’81% durante questo periodo in cui molti negozi fisici vengono chiusi per contrastare il virus, lascia pochi dubbi all’effetto domino che si otterrà in tutta Europa ora che tutti i Paesi stanno prendendo provvedimenti e dichiarando la chiusura di ogni attività commerciale e dei luoghi pubblici. 

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Non solo Amazon, ma anche eBay e shopify stanno registrando delle impennate di vendite, nonostante i prezzi più alti di alcuni prodotti come le mascherine, il flusso non si estingue ma continua inesorabili e gli acquisti impazzano in tutti i settori.

L’aumento nel nord Italia nel periodo di fine febbraio – inizio marzo

Il diffondersi dell’epidemia nel periodo di fine febbraio nelle zone del nord Italia ha decretato un aumento delle vendite dei siti marketplace anche per quanto riguarda i prodotti della Grand Distribuzione Organizzata. Nel periodo dal 24 febbraio al 1 marzo, gli acquisti hanno visto un aumento del 12,2% rispetto all’anno scorso.

Aumento delle vendite ecommerce dal 1 marzo

Se fino al 1 marzo è stato il nord – ovest della Penisola a trainare fortemente il carro dell’economia digitale, non appena si sono verificate le chiusure al centro e al sud, gli effetti non si sono fatti attendere. Nel sud Italia le ecommerce hanno vissuto un aumento del 15,8%, incrementi delle vendite più alti mai registrati, il centro ha rilevato un incremento del 12,8%, più basso ma degno di nota.

Perché questa risposta forte ad una domanda anomala?

Sicuramente in un primo momento il mercato digitale ha subito lo scossone per l’acquisto delle mascherine per proteggere le persone dal dilagare del virus. Ma non è tutto, le apprensioni per la salute sono solo una fetta degli aumenti, in realtà la maggior parte delle vendite sui siti ecommerce comprendono anche l’acquisto di beni di prima necessità, prodotti ludici e alimenti di vario genere, data la chiusura prima anticipata dell’orario, poi totale degli esercizi commerciali quali ristoranti, bar e pub.

La forte domanda anomala sorprende non tanto per questo tipo di acquisti prima citati, ma per l’abbondante richiesta dei prodotti della Grande Distribuzione Organizzata. In un periodo di crisi globale dove l’economia minaccia la recessione mondiale, il mondo delle ecommerce e dei siti marketplace non subisce lo scossone e paradossalmente sembra quasi approfittare di un momento buio per tutta l’umanità. Le leggi dell’economia non hanno morale e quelle dell’economia digitale sono persino spietate a volte. Intanto con gli aiuti governativi i negozi fisici chiusi dall’emergenza, attendono di riprendere le attività e rimettersi in carreggiata per spazzare via questo momento di crisi.

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