Tratta baby calciatori: patteggiano anche i “finti genitori”

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Falsi rapporti di di parentela, costruiti ad hoc per portare in Italia giovani talenti, futuri campioni di calcio, dalla Costa d’Avorio. Una sorta di tratta di baby calciatori, cui venivano assegnati nuovi nomi e “genitori”: i ragazzini venivano portati in Italia con falsi ricongiungimenti famigliari con ivoriani residenti in Italia.

Cinque giovani promesse, tra i 13 e i 17 anni, tra di loro, Gnoukuri, un talento passato dal Parma per poi approdare all’Inter.

Il sistema era retto da un procuratore, originario di Cutro ma residente a Parma, Giovanni Damiano Drago.

Un paio di settimane fa avevano patteggiato in tre: per lo stesso Drago, ai domiciliari da tempo condanna a un anno e 10 mesi, oltre 15mila euro di multa. L’accusa, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e falso. 

Avevano patteggiato anche Abdouraman Kone, ivoriano 43enne, che aiutava nella gestione dei ragazzi, un anno e 8 mesi, e  Gnoukouri Yves Demoya – 43enne, ombra del boss, lo seguiva nei suoi viaggi e manteneva i contatti con i dirigenti della Costa d’Avorio e si era prestato a fare da finto padre per due ragazzi entrati nel 2013 in Italia, un anno e sei mesi.

Martedì è toccato ai finti genitori ivoriani dei ragazzini e ai (veri) genitori di Drago. Daouda Cisse ha patteggiato 1 anno, 8 mesi e 20 giorni, oltre che 20mila euro di multa; stessa pena per Temonahin J Patricia Guin e multa dimezzata; 1 anno, 7 mesi e 20mila euro per BlyBlaise Tehe.

Pene sospese per tutti, incensurati. Rinviati a giudizio Bruno Drago e Gisella Alderuccio, padre e madre del procuratore parmigiano, oltre che l’ivoriana Honki Julie Djedje. Il processo prenderà il via il 29 maggio.

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