Dagli uffici della Questura di Parma la comunicazione che un cittadino di origine egiziana è stato rimpatriato grazie alla procedura di accompagnamento alla frontiera di Malpensa da parte degli agenti della Polizia di Parma.
L’uomo, 38enne, ha precedenti giuidiziari per reati contro la persona e il patrimonio.
Una notizia all’apparenza di poco rilievo sulle pagine della cronaca, la prassi che nasconde però una realtà difficile e faraginosa, quella del rimpatrio per immigrati irregolari. L’Italia e l’Ue hanno accordi di riammissione con numerosi Paesi. L’ex ministro Minniti confermò i rapporti con l’Egitto, per esempio, oltre ad altri stati del continente africano, ma le cose si complicano quando a dialogare sono stati che non hanno firmato la carta dei diritti umani o quando la povertà è dilagante. La principale difficoltà infatti è rappresentata dal fatto che un cittadino straniero, per essere espulso, deve essere trattenuto in custodia dall’Italia e riconosciuto come connazionale dall’ambasciata o dal consolato del proprio Paese. Ma i diplomatici si fanno ritrosi quando si parla di estrema povertà o stati dove regna la mal gestione e controllo della demografia e delle politiche sociali. E la macchina giudiziaria rimane ferma.
