Gara truccata EmiliAmbiente: archiviato il caso 2014, patteggiano in 4 per le buste del 2016

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Il caso della “gara truccata di EmiliAmbiente” si conclude con 4 patteggiamenti per i fatti del 2016 e l’archiviazione del caso per i fatti del 2014.

Il giudice Umberto Ausiello ha deciso lo scorso 10 aprile di archiviare il procedimento a carico di cinque persone, una della multiutility e quattro imprenditori, accusate di  di turbativa d’incanto, falso materiale e ideologico, scoperta e rivelazione di segreto d’ufficio per la gara d’appalto indetta nel 2014.

Gli accertamenti fatti dopo gli arresti mostrano che la sostituzione delle buste non ci sarebbe stata anche se le offerte concorrenti sono state sbirciate, ma alla fine nessuno ha cambiato la busta originaria. Il tentativo di truccare la gara inoltre sarebbe stato negli intenti solo di uno degli imprenditori che nei documenti ha apposto firme false di altre persone, come dimostrato da una perizia calligrafica e dalla confessione negli interrogatori del responsabile. Da questa nuova ricostruzione, il giudice ha tratto le motivazioni per l’archiviazione del caso, “non essendo gli elementi raccolti idonei a sostenere l’accusa e/o gli indagati non hanno commesso il fatto”.

Mentre per la gara d’appalto per l’affidamento dei lavori di manutenzione delle reti idriche indetta dall’azienda nel 2016, da cui sono partite le indagini dei Carabinieri di Fidenza – che hanno spinto poi gli inquirenti a indagare sulla gara precedente, quella del 2014 (poi archiviata) – solo per una delle 5 posizioni è stata integralmente disposta l’archiviazione. Per le altre 4 persone imputate il processo si è concluso con sentenza di applicazione pena dopo il patteggiamento: per Dino Pietralunga 1 anno e 8 mesi, per Aldo Toscani 1 anno e 10 mesi, per Stefano Ghidini 1 anno e 8 mesi, per Aldo Perlini 1 anno. 

LE INDAGINI DEI CARABINIERI- Si trattava dell’appalto della gestione e manutenzione per gli anni 2016-2018 dell’impianto acquedotto che serve la bassa parmense, compresa Fidenza: 11 comuni in tutto, un appalto dal valore di 8 milioni e 400 mila euro.

La gara, per cui la presentazione delle buste si è chiusa il 30 marzo, si è aperta il 30 maggio del 2016, a presentarsi tre associazioni temporanee d’impresa: tra queste appunto Coimpa. Le società hanno dovuto presentare 3 buste sigillate e siglate contenti la presentazione dell’azienda, il progetto tecnico e, ultima, il progetto economico. A studiare ed esaminare le proposte una commissione composta da 4 membri, tra cui Dino Pietralunga nel suo ruolo di presidente di Emilia Ambiente.

Al momento della valutazione delle proposte tecniche, quella di Coimpa era in svantaggio: per questo il consorzio avrebbe sostiuito la “terza” busta, quella dell’offerta economica. Secondo gli investigatori e la Procura della Repubblica – Gip Mattia Fiorentini, PM Umberto Ausiello-  Coimpa, con la complicità di Pietralunga, avrebbe sostituito la busta già consegnata con l’offerta economica con una più cospicua per assicurarsi la vittoria.

 

 

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