Gara EmiliaAmbiente truccata: indagati 5 big tra Coimpa e azienda pubblica. Nuovi dettagli nelle indagini

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Scandalo per turbativa d’asta in gara pubblica. Sotto accusa il Consorzio Coimpa che avrebbe dovuto ottenere l’appalto per la manutenzione dell’acquedotto di 11 Comuni parmensi gestiti dalla pubblica EmiliAmbiente (Busseto, Colorno, Fidenza, Fontanellato, Fontevivo, Mezzani, Noceto, Parma, Polesine Zibello, Roccabianca, Salsomaggiore Terme, San Secondo P.se, Sissa Trecasali, Soragna, Sorbolo, Torrile).

I carabinieri della compagnia di Fidenza hanno arrestato Marco Granelli, 57enne vicepresidente di Confartigianato e presidente del Consorzio Coimpa (la sua posizione è stata poi archiviata perchè le prove non appaiono idonee a sostenere l’accusa), Dino Pietralunga, 57enne direttore di Emilia Ambiente, Aldo Toscani, 57enne vice presidente di Coimpa e due dipendenti del consorzio: Stefano Ghidini, 57, parmigiano e il nocetano Aldo Perlini, 59, responsabile dell’ufficio appalti di Coimpa.

I 5 sono agli arresti domiciliari e accusati di turbativa d’incanto, falso materiale e ideologico, scoperta e rivelazione di segreto d’ufficio.

L’Operazione dei Carabinieri è stata soprannominata “Rischia tutto” come il celebre programma televisivo col gioco delle tre buste. Sono appunte tre le buste che hanno portato a indagare sulla gara pubblica emessa da EmiliaAmbiente.

Si trattava dell’appalto della gestione e manutenzione per gli anni 2016-2018 dell’impianto acquedotto che serve la bassa parmense, compresa Fidenza: 11 comuni in tutto, un appalto dal valore di 8 milioni e 400 mila euro.

La gara, per cui la presentazione delle buste si è chiusa il 30 marzo, si è aperta il 30 maggio del 2016, a presentarsi tre associazioni temporanee d’impresa: tra queste appunto Coimpa. Le società hanno dovuto presentare 3 buste sigillate e siglate contenti la presentazione dell’azienda, il progetto tecnico e, ultima, il progetto economico. A studiare ed esaminare le proposte una commissione composta da 4 membri, tra cui Dino Pietralunga nel suo ruolo di presidente di Emilia Ambiente.

Al momento della valutazione delle proposte tecniche, quella di Coimpa era in svantaggio: per questo il consorzio avrebbe sostiuito la “terza” busta, quella dell’offerta economica. Secondo gli investigatori e la Procura della Repubblica – Gip Mattia Fiorentini, PM Umberto Ausiello-  Coimpa, con la complicità di Pietralunga, avrebbe sostituito la busta già consegnata con l’offerta economica con una più cospicua per assicurarsi la vittoria.

Tra l’8 e il’11 luglio quindi, la sostituzione. Ad accorgersene,  il 12 luglio, al rientro dalle ferie, una dei membri della commissione che aprendo l’armadio blindato contenente le buste ha notato una disposizione diversa delle stesse, e un’anomalia nelle firme “a sigillo”. La donna infatti aveva fatto una fotocopia del frontespizio delle buste numerate dallo stesso direttore di EmiliAmbiente nella seduta del 17 maggio.

Subito è partita la denuncia da parte della commissione ai Carabinieri, e hanno preso il via le indagini, che hanno portato all’arresto dei cinque dirigenti. Ora non si esclude anche Emilia Ambiente, che ha ritirato la gara appena scoperta la presunta irregolarità, si costituisca in giudizio come parte offesa.

I carabinieri di Fidenza hanno avviato intercettazioni telefoniche e perizie sui tabulati mentre il pm Umberto Ausiello ha disposto accertamenti calligrafici e dattiloscopici condotti dal Ris di Parma.

Secondo le indagini ad avere diretti contatti con il direttore di EmiliAmbiente sarebbe stato Aldo Toscani. Pietralunga invece avrebbe sostituito la busta. Granelli sarebbe stato invece a conoscenza dell’accordo. I due dipendenti Coimpa sono stati indagati perché sulla busta è stata trovata l’impronta digitale di uno mentre nel computer dell’altro sono stati trovati i file con l’offerta modificata. Il foglio per la compilazione dell’offerta sarebbe stato stampato, secondo le indagini, il 5 luglio dal pc di Perlini.

Durante le indagini i Carabinieri hanno rinvenuto nella sala riunioni della sede di piazzale Badalocchio, sede di Coimpa, due apparecchi “Jammer”, disturbatori di frequenze in caso di intercettazioni ambientali. Dimostrazione che il Consorzio era a conoscenza delle indagini.

Ma c’è una ultima chicca: dopo la revoca del bando di EmiliAmbiente, Pietralunga ha avviato un’altra procedura di appalto che il 16 marzo 2017 è stato aggiudicato proprio al Coimpa. In commissione tutti membri nuovi tranne Pietralunga.

IL COMUNE DI FIDENZA CHIEDE CONSIGLIO STRAORDINARIO E CONVOCAZIONE SOCI

Abbiamo appreso stamane che i carabinieri di Fidenza, su richiesta della Procura di Parma e su disposizione del Gip del tribunale, hanno posto agli arresti domiciliari cinque persone per vari reati connessi ad una procedura di appalto bandita dalla Società EmiliAmbiente Spa, di proprietà di 16 Comuni (Fidenza, Salsomaggiore Terme, Parma, Busseto, Colorno, Fontanellato, Fontevivo, Mezzani, Noceto, Polesine Zibello, Roccabianca, Salsomaggiore Terme, San Secondo P.se, Sissa Trecasali, Soragna, Sorbolo, Torrile) e soggetto gestore del servizio idrico in 11 Comuni parmensi.

Le prime parole da spendere vanno nella direzione della massima fiducia verso l’autorità giudiziaria.

Oggi sappiamo che la Procura conferma che tra le persone coinvolte, quattro fanno riferimento ad un consorzio di imprese private e una ad EmiliAmbiente, nella figura del Direttore.

Ciò detto, quando arriverà il momento del processo e quindi con responsabilità ben delineate da parte degli inquirenti questo Comune, in qualità di socio di EmiliAmbiente, chiederà alla società di costituirsi parte civile, invitando tutti gli altri Enti soci a fare altrettanto, a tutela degli interessi di tutta la Comunità di fronte alla presenza di eventuali danni. E’ un impegno a favore della verità, ben lontano dagli slogan di chi si sta già cimentando nel gioco da giudice da bar sport.

E per non perdere tempo, il Sindaco Andrea Massari ha chiesto nel primissimo pomeriggio a tutti i i consiglieri la convocazione di un Consiglio comunale straordinario, a cui invitare il Presidente e il Cda di EmiliAmbiente e per capire come intende procedere la Società in questa situazione, nella quale la governance va assicurata. Richiesta dal Sindaco anche una seduta dell’Assemblea dei soci.

Lo dobbiamo al ruolo della Società partecipata, ben lontana dall’essere un carrozzone, avendo garantito servizi di qualità in questi anni. Per capirci, solo pochi giorni fa, il 3 aprile, l’indagine di customer satisfaction condotta tra gli utenti ha rivelato che il 91% degli stessi promuove l’operato di EmiliAmbiente, con una punta di elevata soddisfazione del 60% degli intervistati. Proprio per questo quanto messo in evidenza oggi non può che provocare rammarico, a maggior ragione se tutto l’impianto accusatorio fosse confermato nelle sedi opportune.

Difenderemo la nostra Città e i suoi interessi con tutti gli strumenti possibili proseguendo un percorso che la nostra Amministrazione ha puntigliosamente portato avanti, su più fronti, anche in materia di società partecipate.

 

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