Carcere di Reggio: detenuto a rischio radicalizzazione tenta di strangolare comandante

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Nel carcere di Reggio Emilia, un detenuto di origine marocchina di 35 anni – classificato tra i cosiddetti islamici a rischio radicalizzazione – ha aggredito il comandante della polizia penitenziaria con un violento pugno in faccia, causandogli una profonda lesione sopra l’occhio destro.

“Solo grazie al pronto intervento degli agenti è stato scongiurato il peggio, considerato che il detenuto aveva buttato a terra il comandante, nel tentativo di strangolarlo”, fanno sapere i rappresentanti del sindacato Sappe, Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto, e Michele Malorni, segretario provinciale.

Al comandante sono stati praticati vari punti di sutura. “Si tratta di un fatto di una gravità inaudita”, affermano i sindacalisti. Il detenuto si trova ristretto a Reggio Emilia da due mesi, proveniente da Piacenza, per reati di rapina, evasione, danneggiamento, legge armi, minacce, resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale. (ANSA)

La nota del sindacati degli egenti penitenziari Sinappe:

“Sembra essere inarrestabile l’escalation di aggressioni ai danni di appartenenti al Corpo della Polizia Penitenziaria, perpetuate da detenuti sempre più intemperanti, anche a causa dell’attuazione scriteriata delle nuove modalità custodiali, imposte dall’alto senza alcuna garanzia in tema di adeguamento degli impianti di videosorveglianza e degli ambienti detentivi, di implementazione delle attività trattamentali, formative e lavorative, di formazione del personale calato in un nuovo contesto senza strumenti ne preparazione specifca per contrastare l’aumento della confittualità all’interno delle sezioni detentive. Tutto ciò continua ad avvenire nell’indiferenza e nel silenzio dell’Amministrazione centrale, che assiste inerme al ripetersi di tali episodi che si verifcano con cadenza quasi quotidiana.

L’aggressione odierna è stata particolarmente violenta, oltre che inaspettata e repentina
e poteva avere conseguenze gravissime se non fosse intervenuto il personale presente a
frenare l’ira funesta del ristretto. Sembrerebbe, difatti, che lo stesso detenuto, che già il
giorno prima aveva minacciato pesantemente il personale di turno, abbia sferrato un
pugno in pieno volto al Comandante di Reparto, rompendogli gli occhiali e
procurandogli una ferita all’arcata sopracciliare, chiusa con 5 punti di sutura, per poi
aferrarlo al collo nel tentativo di strangolarlo.

Sembrerebbe, inoltre, che il detenuto responsabile dell’odierna aggressione sia lo stesso
che ha già messo in atto medesime condotte gravemente infrattive presso altri Istituti
della Regione, senza che nei confronti dello stesso vengano presi adeguati
provvedimenti contenitivi anche dal punto di vista sanitario, ciò presupponiamo anche
a causa dell’inopportuna scelta politica di chiudere gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari.
Nell’esprimere solidarietà al Comandante di reparto vittima della suddetta aggressione,
non possiamo che ripetere il monito rivolto ai Superiori Ufci afnché si trovi il modo
di arginare le continue aggressioni subite dagli uomini in divisa, prima che si verifchi
qualcosa di irreparabile.

La speranza è che il nuovo Esecutivo tenga fede ai buoni propositi, inseriti nel contratto
di Governo, inerenti la gestione del “sistema giustizia” in generale e di quello
penitenziario in particolare e torni a dare priorità al tema della tutela psicofsica del
personale in divisa.

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