The end: fantasmi, affari e illusioni di un mercato che rafforza il Parma

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“Saltato Rigoni al Parma”. Va in archivio così l’ultimo respiro del mercato di riparazione, quello che ricorderemo per gli affari non fatti.

Da Pastore all’Inter a Politano al Napoli, hanno vinto i “no”, per dirla in politichese.

Hanno vinto i no anche per il Parma, per il walzer delle punte che non e’ mai iniziato, con i nomi strabilianti rimasti nei sogni dei tifosi e nelle grida degli strilloni.

Pazzini e’ andato al Levante, Matri e’ rimasto al Sassuolo. Il Parma si porta a casa Ciciretti, che con Ceravolo sa già fare faville, e Vacca, talento puro e follia, congeda un pezzo di cuore, Ciccio Corapi, e Lorenzo Saporetti.

Mica sono tutti qui gli affari, ma il resto e’ poca roba, Gazzola a parte, figliol prodigo che torna a casa per guidare i ducali verso la A.

Il Parma si tiene in casa Siligardi Dezi e Barillà, che come altri, più di altri, hanno rifiutato foglio di via e incentivo all’esodo.

Ne esce un Parma più forte, che ritrova Calaiò, rimasto per scelta e volontà condivisa a dispetto di cuore e chiacchiere. Qualcuno lamenta che manchi un terzino sinistro, arriva solo Anastasio nel ruolo, qualcuno reclama un mediano, seppur Vacca possa farlo, qualcuno una punta, nemmeno Calaiò all’improvviso valesse più nulla.

Si chiude un mercato che arricchisce il Parma di talento e speranza, a personale parere di chi lo sta archiviando in queste righe.

Cosi e’ se vi pare. Vince chi non ha mai strillato nomi, perché si, ne sono girati davvero pochi.

E ricordiamoci… in B vince anche chi arriva secondo. Grandi secondi hanno fatto il pallone, dall’Olanda al Parma trombato dalla Juve. L’Italia più amata, quella dell’ultimo Signore e dell’ultimo tecnico federale, arrivò addirittura terza.

Al Parma basterà un secondo posto per fare la storia, di nuovo. Basta fantasmi, basta nomi. Ora, servono solo punti.

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