“Mai più casi Parma”. Ma risuccede a 60 km…

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“Mai più casi Parma” – e verrà radiato il Modena. Gialloblù anche loro, 60 km di distanza da Parma, gestioni disastrose da anni. E la Lega e l’Aic dove sono?

Francamente, ci incazziamo. Perché alle promesse non seguono fatti ma solo fallimenti.

“Mai più casi Parma” – tuonó Carlo Tavecchio. E il Parma retrocesso e fallito tornó in campo per garantire la regolarità ad un campionato squallidamente falsato dal disastro che il duo Ghirardi – Leonardi aveva fatto, ad un campionato falsato perché governato da paytv e dirigenti codardi bugiardi e figli della moneta e delle big: televisive, economiche, sportive.

Le promesse di Aic Lega e FIGC di allora si infransero contro la realtà: il Parma fini la stagione sballottato tra promesse, speranze, presunti acquirenti, parole. Morì e il terzo anno si spera… risorgerà in A dopo una risalita comunque bellissima.

Tra il fallimento del Parma e oggi…alcuni altri illustri addii alla cartina geografica del calcio giocato. Oggi, appunto, quello sempre più imminente del Modena Calcio, tra stipendi non pagati e l’affitto dello stadio non versato: proprio questo ha spinto il Comune di Modena a sfrattare la squadra dal Braglia.

Così, non avendo lo stadio dove giocare, “bucando” o meglio non scendendo in campo per la quarta volta in stagione,  il Modena vede imminente la radiazione dalla Serie C. Nel pomeriggio di giovedì, i giocatori hanno lasciato anzitempo l’allenamento, rassegnati e tristi.

Le responsabilità, rimbalzate tra Antonio Caliendo che ha ceduto la società indebitata con giocatori e Comune per l’affitto dello stadio, e Aldo Taddeo, che l’ha rilevata e si diceva “pronto a versare 500mila euro per stipendi e affitto, ma non a pagare gli arretrati”.

Ecco le parole di Antonio Caliendo, ex procuratore Figc ed ex presidente dei canarini, che ha ceduto, soffocato dai debiti, solo alcune settimane fa.

“Mi reputo fortunato di essere uscito da quella situazione. Ma un epilogo del genere non me lo sarei mai aspettato, cedendo la società. Se avessi saputo di un epilogo del genere non avrei mai ceduto il Modena fc”. L’ex procuratore Antonio Caliendo, fino a poche settimane fa presidente del Modena Calcio commenta così la sempre più vicina radiazione della squadra dal campionato, dopo che il suo successore, Aldo Taddeo, ex presidente del Varese, non ha trovato l’accordo sulla riapertura dello stadio Braglia (il Modena è stato sfrattato dall’impianto dal Comune dopo le gravi inadempienze economiche sotto la gestione di Caliendo) e sul pagamento degli stipendi ai giocatori.

“Come capitato a me – aggiunge Caliendo – anche lui, Taddeo, è stato messo alle strette. Da quello che so aveva giocatori e membri a società contro, come capitato a me. Mi interrogo – aggiunge l’ex procuratore di Roberto Baggio e David Trezeguet – sulla reale intenzione di tutti i modenesi. Di certo mi reputo fortunato ad essere uscito da quella situazione, dopo tutti gli sforzi che ho fatto per salvare il Modena Calcio”.

Termina Caliendo: “Io da Modena sono stato costretto ad andarmene, ho subito un agguato dai tifosi, rischiando la pelle, in ogni caso vedendo la fine del Modena mi piange il cuore”.

E di Aldo Taddeo.  “Mi sento sconfitto. Non ce l’ho fatta. Da imprenditore avevo deciso di giocare la scommessa di salvare il Modena, ma non mi è stato possibile farlo. Sono arrivato nella diffidenza, generale e generata anche da Antonio Caliendo con le sue trattative trasversali e proprio Caliendo è l’ultima persona con cui vorrei parlare. La sua ultima uscita alla Domenica Sportiva non ha fatto altro che esasperare ulteriormente la situazione. Di sicuro non mi ha aiutato e mi ha lasciato un disastro in una situazione incancrenita. Lascio Modena e torno a Varese: sono talmente deluso che abbandonerò il mondo del calcio. Ero convinto di farcela. Ieri mattina alle 8,30 avevo pronti i bonfici per lo stadio e anche per gli stipendi di ottobre. Avevo mezzo milione di euro da gettare sul piatto, ma la squadra non ha voluto saperne. Chiedeva gli stipendi arretrati e ho portato nello spogliatoio anche il commissario Trenti per farle capire che in regime di concordato non era possibile se non attraverso una procedura che si è rivelata impossibile da seguire nonostante ci abbia provato con tutti i mezzi. Ero pronto a pagare, non sono un pagliaccio, ma ho commesso un errore: non spiegare bene ai giocatori, appena sono arrivato, cos’è un concordato preventivo”.Ora quale futuro per una società che vanta 113 anni di storia? Se il Comune comprerà il nome, e qualcuno vorrà investire, ripartirà dalla D. Proprio come il Parma. Sennò? Chissà. E anche la Reggiana rischia un destino simile.

Uno sola richiesta: nessuno ci dica più mai casi Parma. Perchè non ci crede più nessuno. Perchè nessuno veglia affinchè non si ripeta. E chi lo disse…pagherà mai?

 

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