Lucarelli: “Giocare un’altra stagione? Più si che no”

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Due promozioni in due anni, tre totali se si aggiunge quella dalla B alla A nel suo primo anno in crociato, per Alessandro Lucarelli.

Il difensore e capitano dei crociati ne ha parlato a Radio anch’io lo sport su Radio1, in un’intervista ripresa dal portale Tuttomercatoweb.com: “È stata una stagione lunga e sofferta, ci sono state tante vicissitudini. Un cambio di gestione tecnica, un campionato non vinto: è stata dura. Però le vittorie sofferte sono più belle”.

Il 22 luglio compirai 40 anni. L’avventura continua
“L’obiettivo è quello che mi sono posto due anni fa: riportare il Parma nella categoria che gli compete. In due anni ci siamo ripresi due categorie: non era scontato. Ora siamo in B e manca l’ultimo tassello. Mi piacerebbe continuare, però mi sono preso qualche giorno di tempo per fare la scelta giusta, che sia condivisa anche con la società. Aspettiamo per decidere il futuro. La cosa importante era quanto siamo riusciti a fare in due anni”.

Totti a Roma ha fatto piangere tanti tifosi, ma ancora non si è pronunciato sul suo futuro. Lucarelli può fare il dirigente del Parma?
“Mi piacerebbe. È normale che sarebbe un compito tutto nuovo, ripartendo da zero. Ci sarebbe un percorso di crescita da fare, stando a fianco di persone più esperte si può crescere”.

Il Parma in B sarà di passaggio o è solo un sogno?
“Sicuramente l’obiettivo è tornare dove gli compete, però c’è da volare bassi. Saremo neopromossi, dovremo confrontarci con la categoria senza pensare di avere già vinto, con grande entusiasmo e voglia, cercando di essere competitivi. La cosa più importante era uscire dalla Lega Pro: ci sono tante società di blasone che non riescono pur spendendo tanto. È un campionato duro ed era questo il passo fondamentale. Poi sarei contento di una Serie A immediata, me lo auguro, però se anche così non fosse possiamo aspettare”.

Il Parma a un passo dai cinesi. Ci sono novità?
“Noi siamo rimasti fuori da queste dinamiche di passaggio di proprietà. Sappiamo che c’è questa società pronta a rilevare una quota importante del Parma. Non possiamo fare altro che stare lì e sperare che sia una società seria. Però non ho dubbi, dato che è rappresentata da Hernan Crespo: per quanto vuole bene al Parma, penso che lui sia una garanzia”.

C’è un rimpianto per il fatto che il progetto fosse legato a uomini legati al Parma che ora non ci sono?
“Sì, perché si parla di persone che hanno fatto tanto per il Parma, sia da calciatori che da allenatore, penso a Nevio Scala. Purtroppo nel calcio bisogna fare scelte che vanno al di là dell’aspetto sentimentale. Il Parma ha deciso di cambiare ed è dispiaciuto a tutti, però alla fine è stata una scelta giusta: abbiamo raggiunto l’obiettivo”.

Capitolo Donnarumma: che giudizio dare?
“Io penso che sia stata gestita male questa situazione. Quando si va incontro a una rottura così forte vuol dire che ci sono stati errori da entrambe le parti. Allo stesso tempo, però, un fuoriclasse come Donnarumma, cresciuto nel Milan che lo ha fatto diventare il giocatore che è adesso, poteva aspettare sul discorso economico. È giovane, è un predestinato: avrebbe guadagnato tanto anche firmando col Milan. Poteva legarsi, anche a livello sentimentale, poi magari in uno o due anni massimo avrebbe migliorato ancora a livello contrattuale. Questo strappo dispiace, si crede ancora alle bandiere ma il calcio di oggi lascia poco spazio a questo tipo di dinamiche. Tutto quello che oggi lascia in disparte l’aspetto sentimentale”.

Chi servirebbe al Parma dell’anno prossimo, anche tra chi ha lasciato il calcio?
“Io ne ho incontrati tanti. Quello che mi ha impressionato è stato il primo Ronaldo all’Inter, era fuori da ogni logica”.

In stagione vi è stato il caso di Parma-Ancona.
“Io non mi sento di dire niente di diverso da quello che ho già detto. Chi ha infangato il nome del Parma calcio, chi si è permesso di dire certe cose, deve portare le prove. Noi non abbiamo niente da dire, eravamo sicuri di non aver fatto niente di anomalo, se non perdere una partita che dovevamo vincere. Di quello siamo colpevoli, ma non di tutto il resto che è stato scritto. Se n’è parlato tanto, poi si dimentica tutto e magari fra un mese non ci sarà che un trafiletto sul fatto che la partita non fosse truccata. C’è un’indagine in corso, non so a che punto sia, a oggi nessuno ci ha detto niente: se qualcuno dice certe cose, che porti le prove. Io sono ancora sicuro di quello che ho detto all’epoca”.

In generale, si parla spesso di sospetti anche altrove.
“Io non ho notato niente di strano. Sicuramente a Parma non ci sono le condizioni perché un calciatore possa vendere una partita. Purtroppo altrove può succedere: ogni anno si vedono squadre fallire e calciatori non prendere lo stipendio. È un sistema che non funziona: un calciatore che prende mille euro e non prende neanche quelli perché la società non paga, può essere portato a fare qualcosa di questo, anche se non lo giustifico. Però è il sistema a non funzionare”.

Quest’anno playoff a 28 squadre. Formula giusta o da rivedere?
“Io credo che tutto sia migliorabile. Penso che qualcosa ci sia da rivedere, penso che serva più meritocrazia: una squadra che arriva terza rischia di perdere contro la decima, anche se magari ha fatto 20 punti. Io penso che sarebbe più giusto fare semifinale e finale con andata e ritorno. Abbiamo giocato nel deserto del Franchi, magari se avessimo giocato a Parma e in trasferta sul campo dell’avversario l’atmosfera sarebbe stata diversa”.

Dobbiamo aspettarci novità dal futuro del Parma? D’Aversa sarà ancora il tecnico?
“Sono domande da fare al ds Faggiano. La base penso sia buona: a gennaio sono arrivati giocatori che stavano facendo la Serie B. Tutto si può migliorare, la dirigenza si farà trovare pronta”.

Possono arrivare talenti dal settore giovanile?
“Non più tardi di ieri gli Under-15 sono diventati campioni d’Italia Lega Pro. Siamo dovuti ripartire da zero, pescando sul territorio, però questa vittoria dimostra che il territorio è valido e con un buon lavoro di osservazione si possono creare nuovi talenti”.

Lucarelli continuerà o no?
“Più sì che no”.

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