Operazione Bad Food: a Fontevivo sequestrate 21 tonnellate di cibo scaduto e pieno di vermi. Denunciato un parmigiano

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Operazione della Guardia di Finanza di Fidenza a Fontevivo: è stato scoperto un deposito sospetto con un’ingente quantità di cibi pronti provenienti dall’estero. Materie prime alimentari potenzialmente nocive, in alcuni casi con vermi e parassiti, dicono i finanzieri, che hanno sequestrato in totale 21 tonnellate di merce, per un valore totale di oltre 150mila euro.

E’ stato denunciato un parmigiano che gestiva una società di diritto svizzero, cui è collegato il deposito di Fontevivo, non dichiarato.

L’operazione si intitola “Bad Food”. La perquisizione della struttura, disposta in via cautelare dalla Procura di Parma ed eseguita in collaborazione con i tecnici dell’Ausl di Fidenza, ha permesso di rinvenire circa 4 tonnellate di prodotti vegetali disidratati di vario genere (pomodori, cipolle, carote, spinaci, melanzane, funghi porcini e sedano). Merce in gran parte di provenienza estera, in pessime condizioni igienico-sanitarie, con presenza di evidenti segni di alterazione o con date di scadenza superate; in alcuni casi, la merce è stata addirittura trovata infestata da vermi e parassiti, riferisce la Guardia di Finanza. E’ scattato il sequestro penale della merce, mentre il legale rappresentante dell’azienda è stato denunciato con l’accusa di frode nell’esercizio del commercio e per altre violazioni penali in materia di igiene dei prodotti alimentari.

Altre 11 tonnellate di merci, riferite alla stessa impresa, sono sottoposte a sequestro amministrativo in quanto carenti o totalmente prive delle etichettature previste dalle norme igienico-sanitarie in tema di tracciabilità.
La merce sequestrata proviene dall’estero, prevalentemente da Cina, Polonia e India, ed era destinata ad industrie alimentari del Centro e Nord Italia.

I finanzieri hanno attivato altri reparti delle Fiamme Gialle sul territorio nazionale, per procedere ad analoghi interventi fra i clienti della società svizzera a Cesena, Pisogne (BS), Pavia, Bra (CN), Silandro (BZ), Castelfranco Veneto (TV), Verona e Belluno. I controlli hanno permesso di sequestrare finora ulteriori 6 tonnellate di prodotti agricoli, che costituiscono un rischio per la salute dei consumatori.
Le indagini saranno anche di carattere fiscale, in particolare per verificare se la società individuata sia una “esterovestita”, vale a dire, se la collocazione all’estero della propria sede abbia il solo scopo di sottrarsi alle imposte italiane.
Sono complessivamente 21 le tonnellate di derrate alimentari poste sotto sequestro – per profili di natura penale, amministrativo e sanitario – per un valore complessivo di oltre 150mila euro.
Per la frode in commercio si rischia fino a due anni di pena e l’arresto da tre mesi a un anno per il “commercio di prodotti alimentari in cattivo stato di conservazione”, oltre a sanzioni amministrative, per un importo compreso fra 3.500 e 18mila euro, per il “commercio di prodotti alimentari privi delle etichettature previste dalle norme igienico-sanitarie in tema di tracciabilità

1 commento

  1. Fabio Rainieri (Lega Nord)
    “Se ritiene che alla luce di tale ingente sequestro di alimenti debba essere intensificata l’attività di controllo delle merci alimentari provenienti dall’estero, specie da quei paesi caratterizzati da produzioni a basso costo e di scarsa qualità oppure lo ritiene un caso isolato che non deve preoccupare”. Questa la domanda che il Vice Presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna ed esponente della Lega Nord, Fabio Rainieri, ha posto alla Giunta regionale in una interrogazione presentata appena saputo del sequestro di 21 tonnellate di generi alimentari riferibili all’attività di una società di diritto svizzero che gestisce un deposito presente all’interno dell’Interporto di Fontevivo (PR).
    “Io sono preoccupato perché dalle notizie riportate si tratta di un’enorme quantità di alimenti non solo irregolari perché scaduti o carenti o privi di etichettature ma anche già alterati e che nonostante questo erano destinati alla trasformazione in varie industrie del Centro Nord – ha quindi commentato il Consigliere regionale leghista – L’impressione è che per fare accumulare tante merci pericolose che danneggiano le produzioni agroalimentari italiane ed emiliane oltre che creare seri pericoli per la salute, non sia funzionato qualcosa nei controlli passati. È comunque molto positiva l’azione delle forze dell’ordine con la collaborazione dei tecnici dell’AUSL di Parma che ha portato al sequestro e per questo ringrazio sentitamente tutti quelli che vi hanno partecipato. Al di là di questa vicenda ho voluto anche chiedere alla Giunta regionale quali attività di controllo rispetto alla salubrità ed alla regolarità dei prodotti alimentari provenienti dall’estero attua o comunque sostiene, se ha riscontrato in esse dei punti deboli o comunque migliorabili e come intende migliorarle”.

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