UNIPR, prorogati di un anno i contratti dei ricercatori, ma perde due posti nel classifica del Sole 24 ore

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“Chiedere al Governo di assumere le azioni idonee ad assicurare la proroga a tutto il 2017 dei contratti dei ricercatori a tempo determinato che non hanno potuto partecipare all’abilitazione scientifica nazionale nelle tornate 2012 e 2013”.

Questa la richiesta che l’Università di Parma, con deliberazioni del Senato Accademico e del Consiglio di Amministrazione, ha inviato al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e che, grazie all’iniziativa del deputato Pd Giuseppe Romanini, del senatore Giorgio Pagliari, e all’attenzione del Ministro Valeria Fedeli, è stata accolta e inserita nel decreto milleproroghe di fine anno.

“La proposta accolta consentirà la proroga per un ulteriore anno ai titolari dei contratti stipulati ai sensi dell’articolo 24, comma 3, lettera b), della legge n. 240/2010 a condizione che abbiano superato la valutazione prevista nel terzo anno di contratto” – hanno spiegato Romanini e Pagliari – “In tal modo tali ricercatori, oltre ad assicurare la continuità della didattica e dei programmi di studio avviati, potranno partecipare alle procedure per il conseguimento dell’abilitazione scientifica nazionale di cui solo recentemente si è provveduto ad indire le procedure relative all’anno 2016”.

Due posti in meno nella classifica del Sole 24 Ore –  Bologna conferma il podio, Ferrara rimane stabile nella parte alta della classifica, Modena-Reggio scala ben sei posizioni rispetto all’anno scorso. Parma invece perde due piazze. E’ un risultato con qualche ombra ma tutto sommato positivo, quello che esce per le Università emiliano-romagnole dalla classifica del Sole 24 Ore, che vede al primo posto Verona, dopo aver analizzato indicatori che tengono conto della qualità della didattica, del successo occupazionale, dai collegamenti internazionale e della capacità di fare ricerca e attrarre finanziamenti.

L’Università di Bologna conferma il terzo posto dell’anno scorso, mentre Ferrara rimane stabile al 14° posto. L’exploit più significativo è quello dell’Università di Modena e Reggio Emilia che arriva appena alle spalle dell’Ateneo ferrarese, scalando ben 6 posizioni rispetto al 2015. Parma è invece al 39° posto (su 60 università prese in considerazione), scivolando di due posizioni.

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