Inchiesta maxi appalto Expo: Gruppo Pizzarotti indagato. Sala si sospende da sindaco di Milano

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Il sindaco di Milano Giuseppe Sala è indagato dalla Procura generale milanese per quando era commissario straordinario del Governo per Expo: l’inchiesta maxi appalto Expo. 

Sala, sindaco di Milano, ha deciso di autosospendersi dalla carica di primo cittadino. A lui viene viene contestata l’ipotesi di falso.

“Apprendo da fonti giornalistiche – ha spiegato Sala in una nota – che sarei iscritto nel registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta sulla piastra Expo. Pur non avendo la benché minima idea delle ipotesi investigative, ho deciso di autosospendermi dalla carica di sindaco”.

La Procura generale dopo aver tolto di mano il fascicolo proprio ai pm, esercitando un potere previsto dalle norme, con il sostituto pg Felice Isnardi non solo ha chiesto al gip Lucio Marcantonio di potere andare avanti negli accertamenti per altri 6 mesi ma ha anche iscritto nuovi nomi, rispetto ai cinque già noti, nel registro degli indagati, tra questi Giuseppe Sala.
Il pg spiega che sono necessari ancora approfondimenti e ciò soprattutto alla luce del fatto che si è dovuto procedere a nuove iscrizioni e che sono necessarie ancora audizioni. Nuove iscrizione che sarebbero state fatte tuttavia senza contestuali informazioni ai nuovi indagati.

Gli altri nomi sono: gli ex manager Expo Angelo Paris e Antonio Acerbo, l’ex presidente della Mantovani spa Piergiorgio Baita e gli imprenditori Ottaviano ed Erasmo Cinque.

Gli investigatori del Nucleo di polizia tributaria scrivevano all’epoca, tra le altre cose, che Sala insieme a Carlo Chiesa e Paris non avrebbero tenuto un comportamento irreprensibile, “attraverso le loro condotte fattive ed omissive hanno comunque contribuito a concretizzare la strategia volta a danneggiare indebitamente la Mantovani, (ossia l’impresa che vinse l’appalto con un ribasso di oltre il 40%), per tutelare e garantire più che la società Expo 2015 Spa il loro personale ruolo all’interno della stessa (…) c’era una forte spinta politico-amministrativa per far abbandonare alla Mantovani l’appalto” perché la gara avrebbe dovuto essere vinta dall’associazione temporanea di imprese “a guida Pizzarotti (…) denominata nell’ambiente ‘Ati Formigoni’ in quanto erano presenti (…) componenti di Comunione Liberazione”.

L’indagine verte sui reati di turbativa d’asta e corruzione ed era scattata nel 2012. I pm nei mesi scorsi hanno deciso alla fine di chiedere l’archiviazione del fascicolo ma il gip Andrea Ghinetti, a fine ottobre, non ha accolto la richiesta. Nel frattempo è intervenuta la Procura generale che ha avocato il fascicolo a sé e ha ottenuto un mese di tempo per nuove indagini, termine poi scaduto qualche giorno fa. Da qui la richiesta di proroga per indagare ancora. (ansa)

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