A tu per tu con Luigi Alfieri. “Mi candido sindaco? Forse”

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Da una “visita” dei ladri a un progetto di città condiviso, senza degrado, senza paura. Ma Luigi Alfieri, fondatore del movimento Parma non ha Paura, cittadino innamorato e cronista critico, sostenitore della bellezza come risposta al malaffare (in fondo, lo disse Dostoevskij, che “la bellezza salverà il mondo”), si candiderà alle prossime amministrative? Forse.

A tu per tu con..un papabile candidato sindaco. Forse.

Luigi Alfieri faccia a faccia coi ladri

Luigi Alfieri, da quell’8 febbraio in cui lei è stato visitato dai ladri, dopo che ha fondato, come reazione, il movimento “Parma non ha paura”, lei è diventato il simbolo della lotta per la sicurezza e contro il degrado in città. Ora si parla di una sua candidatura come sindaco. Che fa? Scende in campo?

E’ la domanda che mi fanno tutti. Non ho ancora deciso. La situazione politica in città è confusa, comunque, per fare chiarezza, dirò si o no prima del sì o del no al referendum. Direi verso gli ultimi giorni di novembre. Ho un progetto in testa, devo capire se val la pena lavorarci sopra, perché se parto lo faccio seriamente e fino in fondo.

Che progetto? Qual è la sua città futura?

Io, come ho già detto in numerose interviste, penso a una Parma sicura, bella globale e solidale. La città deve tornare stupenda e viva com’era: la bellezza garantisce sicurezza, il degrado genera illegalità. Sembrano le parole di un sognatore, invece esistono fior di studi scientifici che lo dimostrano. Per prima, la teoria della finestra rotta, nata nell’università di Stanford nel 1969 e resa pubblica sulle riveste scientifiche nei primi anni Ottanta. A questo sono seguiti numerosi altri studi che dimostrano come il degrado – verde trascurato, parchi impraticabili, immobili in disordine, sacchetti d’immondizia per strada, erbacce sui monumenti, fontane secche – sia causa di comportamenti perniciosi.

Quindi?

Quindi i sacchetti dell’immondizia devono sparire dalle strade e fare posto alle fioriere; le fontane devono tornare zampillanti – non solo una e per fini elettorali. Dobbiamo illuminare i quartieri bui.

Basta?

No, il sindaco, finalmente autorevole, deve avere più voce nel comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza e riorganizzare la polizia municipale. Per quanto riguarda la lotta ai furti nelle abitazioni, seguendo l’esempio di molte città americane e di Trento, bisogna introdurre la polizia predittiva. Gli studiosi di eCrime, un gruppo che agisce all’interno dell’università di Trento, hanno creato un algoritmo che, in presenza di alcuni dati forniti da prefettura, carabinieri, comune, permette di stabilire con grande probabilità dove e quando colpiranno i ladri d’appartamento. Questo consente alle forze di polizia, sempre scarse, di concentrare su alcune zone specifiche la loro attività. Non è fantascienza: negli Stati Uniti, in alcune città, è la realtà di tutti i giorni.

Lei insiste molto sul concetto di bellezza.

Sì perché la bellezza non si limita a generare sicurezza, ma arricchisce il marchio Parma e sostiene il turismo. Il turismo rigenera le attività commerciali e ridà valore agli immobili. Grazie al turismo potranno riaprire tanti negozi del centro chiusi e questo aumenta il “presidio” sulle strade.

Lei parla di Parma solidale…

Sì, perché la nostra città da sempre è attenta ai più deboli. Fino ad ora tutte le amministrazioni che si sono succedute alla guida della città hanno dato ampio spazio nei loro bilanci al sociale. Poi alcuni hanno usato i soldi meglio, altri meno. Ma la solidarietà è un vanto di Parma. Io, inoltre, credo che la spesa in welfare non sia un costo per la società, ma un investimento. Lottando contro la povertà, sostenendo l’istruzione, aiutando i deboli, si creano, a lungo termine, le condizioni di una maggiore sicurezza. Per questo i bambini devono poter frequentare gli asili nido e le materne, ma le rette devono scendere.

Perché insiste sempre sugli asili nido.

Perché ho imparato dai pedagoghi e dai criminologi che la personalità degli individui e in particolare la loro propensione a rispettare le regole sociali e a interagire si sviluppano in modo straordinario attorno ai 2/3 anni. L’asilo è una grande scuola di vita, specialmente per i figli dei nuovi cittadini, gli immigrati, che al nido e alla materna prendono confidenza con una cultura diversa da quella della famiglia. Si confrontano con stili di vita diversi da quelli dei genitori, senza perdere le loro radici. Mi hanno raccontato che tra gli islamici di seconda generazione che hanno compiuto attentati in Occidente, nessuno aveva frequentato nido o materne.

Cosa significa Parma connessa?

Significa che per sviluppare turismo ed economia, Parma deve essere collegata con rapidità agli aeroporti internazionali grazie a nuove corse di alta velocità ferroviaria. Significa che ovunque, in città e nelle frazioni, devono esserci connessioni Internet all’avanguardia, libere e gratuite. Un sistema attraverso cui entrano ed escono continui flussi di cultura per tenere Parma sull’onda: in provincia e non provinciale. Dobbiamo esportare l’idea di quello che siamo. Per riassumere: in una città globale, il viaggiatore con un click deve sentirsi a casa e i parmigiani nel mondo.

E i giovani?

I giovani saranno i primi ad avvalersi di tutta questa tecnologia, che crea nuove opportunità. Il Comune dovrà favorire, col concorso dei privati, la nascita di nuove realtà imprenditoriali giovanili per un approccio moderno al mondo del lavoro.

Gli stranieri?

Per me i cittadini non si dividono in italiani e stranieri. Si dividono tra chi rispetta le regole e la cultura locale e chi non le rispetta. Chi le rispetta ha diritto di essere considerato parmigiano. Chi delinque va sanzionato, che sia nato in Borgo Torto, a Stoccolma o a Rabat non cambia. Per i ladri e per chi delinque ci debbono essere pene certe. Senza guardare al passaporto. Pene certe o allontanamento. Ma questo non è un problema che può risolvere il sindaco: tocca al Parlamento intervenire.

Ma lei è di destra o di sinistra?

Alcuni dicono che sono comunista. Qualche blogger scrive che sono di destra. Io sono semplicemente un pragmatico. La mia bussola è il buon senso. Per me chi amministra deve individuare il problema, studiarlo e poi risolverlo con l’aiuto dei cittadini e degli esperti. Senza farsi condizionare dall’ideologia. Nessuno ha la scienza infusa. Chi governa deve studiare e farsi consigliare da chi ha esperienza e conoscenza e da chi vive le situazioni in prima linea, il cittadino appunto. Io dico sempre: i politici devono vivere immersi nella società. Devono andare al bar. Parlare con la gente. Stare in contatto con le università. E Parma ha la fortuna di averne una. Sfruttiamola.

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