Arrestati due “distributori” abanesi di cocaina, in manette anche due parmigiane. Sequestrati 400 grammi

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Con due distinte operazioni, nate anche grazie alle segnalazioni dei cittadini sulle zone “più calde” dello spaccio, sono finite in manette quattro persone. Tra esse, due albanesi considerati gli approvvigionatori dei piccoli pusher locali. Nell’ambito delle operazioni, sono stati sequestrati anche 400 grammi di cocaina, per un valore stimato di circa 120 mila euro.

LA PRIMA OPERAZIONE – Il primo a finire in manette è stato Dango Gertian, albanese, classe 1984, irregolare sul territorio e gravato da un pesante precedente: nel 2012 era stato arrestato a Padova con 8 chilogrammi di cocaina. Uscito dal carcere, non aveva perso il vizio.

Allertati dalla notizia che un uomo dell’Est spacciava su Sorbolo e Parma, in oltretorrente a bordo di una KIA Rio, gli uomini della mobile lo hanno seguito risalendo anche alla sua “base”, a San Sisto di Poviglio. Fermato e perquisito la sera del 3 marzo, sulla sua auto 20 grammi di cocaina pronti alla vendita, a casa altri 200 grammi.

L’uomo è stato arrestato.                                

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Le manette sono scattate anche per un altro albanese, Altin Halo, 29 enne albanese, incensurato, operaio. Con lui è stata condannata anche la fidanzata, Chiara Donati, 23 anni, operaia, con precedenti di specie, e Alessia Cavazzini, 23 anni, operaia, incensurata.

Addosso all’albanese, Haltin, sono stati trovati 27 grammi di cocaina in ovuli termosaldati pronti alla vendita, nell’alloggio, in Corcagnano, diviso con la fidanzata Chiara e la coinquilina Alessia, 140 grammi ancora “in sasso”, da dividere, e 35 già pronti per la vendita. 

Si ritiene che Haltin rifornisse la fidanzata, pregiudicata per spaccio, e poi lei si occupasse della cessione al dettaglio con il “beneplacito” e sotto gli occhi della coinquilina. Per i tre sono scattati gli arresti, processati per direttissima sono stati condannati a 3 anni e 8 mesi di reclusione, oltre 12mila euro di multa.

Da una prima analisi, la cocaina sequestrata è risultata tutta purissima, quindi “triplicabile”, per un valore di mercato superiore ai 100mila euro.

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