Inter e Parma Again…

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(di Luca Russo, da StadioTardini.it) – Club che vai, comunicazione che trovi. Giusto? Non proprio. Non sempre, perlomeno. In un’epoca nella quale è facile farsi sedurre dalla tentazione di conformarsi alle tendenze e alle mode diffuse, il rischio di proporsi come il copia e incolla di qualcosa che è già stato fatto esiste ed è anche abbastanza alto.

Il quesito di partenza, tuttavia, è legittimo. Soprattutto nel calcio di oggi. Pensate un attimo a una qualsiasi delle società calcistiche di livello medio alto degli anni tra gli ottanta e i novanta e fate mente locale sulle modalità che adottava per comunicare sé stessa al mondo esterno. Ora producete lo stesso sforzo e ripetete l’esercizio applicato alla medesima società, ma per come la si conosce allo stato attuale. Mettere a fuoco i tratti distintivi dell’una di allora e dell’altra di oggi non è un compito proibitivo, affatto. Vengono a galla senza troppa fatica e con altrettanta facilità ci raccontano di due modi di comunicare profondamente diversi tra loro. E ci mancherebbe altro: in tre o quattro decenni il mondo, inteso come moltitudine di persone e relativi usi e costumi, è stato attraverso da trasformazioni radicali che si sono portati appresso innovazioni che hanno avuto il merito (o il demerito?) di indirizzare, orientare, stravolgere le abitudini, e quindi i metodi, di chi lo abita.

Il calcio, come ogni altro ambito della quotidianità, non poteva (e in qualche caso non doveva) restarne al riparo. Così accade che mentre negli anni ’80 a questo o quel club bastavano “appena” un ufficio stampa o un equivalente ristretto gruppo di professionisti del settore per rappresentarsi al variegato universo di media, tifosi e semplici appassionati, oggi lo stesso sodalizio comunica e si comunica (perdonatemi la licenza nemmeno vagamente poetica) attraverso una molteplicità più o meno vasta di canali, da quelli più tradizionali alla dozzina (dozzina?) di social network che intercettano e in alcune o molte circostanze formano i tifosi dell’adesso e quelli del domani e dopodomani.

Queste evoluzioni hanno imposto alle società calcistiche la necessità di strutturarsi diversamente rispetto al passato in materia di comunicazione. Dovendo raccontarsi di più, in più modi e attraverso più canali, il solo ufficio stampa non poteva più bastare né risultare sufficiente ed efficiente come in precedenza ed ecco, dunque, che i club gli hanno affiancato una serie di figure e professionisti con conoscenze e competenze di ultima generazione in grado di accompagnare nel futuro il club stesso e il suo modo di rappresentarsi a chi e a cosa lo circonda.

Ne è scaturito, più o meno ad ogni latitudine calcistica, un torpedone di creativi, esperti di digitale, realizzatori di contributi multimediali, responsabili della comunicazione, social media manager e chi più ne ha, più ne metta. Con al “potere” tanta fantasia ci si aspetterebbe di ritrovarsi catapultati nel ruolo di fruitori di contenuti dall’alto livello qualitativo e soprattutto diversi tra loro perché frutto della sensibilità, evidentemente individuale o soggettiva che dir si voglia, dei professionisti che li concepiscono. Ma non tutte le ciambelle riescono col buco…

Talvolta accade, chissà se volutamente o no, che sia più agevole diventare il copia e incolla di qualcosa che è già stato fatto, invece, che essere il primo esemplare di un’opera magica “che non hai visto mai”, per citare un assai noto e altrettanto piacevole coro dei tifosi Crociati.

Un esempio? È più vicino di quanto si pensi. Per celebrare la recentissima promozione in A il Parma ha realizzato una locandina che assomiglia tanto, per non dire troppo, ad un prodotto a uso e consumo dei social dello stesso tipo ideato dall’Inter per festeggiare la vittoria della Supercoppa Italiana del 2023.

Non solo sono sovrapponibili le idee alla base dei due “manifesti”, emerge una certa “parentela” pure tra le rispettive grafiche. È indubbio che il creativo del Parma non sia lo stesso dell’Inter, ma si ripassa dal via: club che vai, comunicazione che trovi? Non proprio, non sempre e pazienza se di tanto in tanto, anzi di spesso in spesso, “generali” e “soldati” di questo esercito immenso e sconfinato di esperti di comunicazione diventino l’uno la controfigura dell’altro… Luca Russo (da StadioTardini.it)

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