Manenti torna in città, e ne ha per tutti. “Il fallimento del Parma? Un disegno della Figc”

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“Mapi man”, sdentato e con la giacchetta di fustagno, è tornato a Parma. Giampietro Manenti ha prima fatto spesa al Conad di Viale Piacenza, poi due passi in centro. Il tutto documentato su Facebook da chi lo ha incontrato, poi confermato dall’immancabile e fida segretaria e da lui stesso. Allo stesso numero di cellulare cui rispondeva da “ultimo presidente di Parma Fc”.

“Si ero a Parma, ma ci vengo spesso per affari. Sa, facevo affari prima li faccio anche ora, non sto a dirle quali tanto a Parma voi non mi avete mai creduto”. Già, Mapi Fashion, Mapi Industry, Mapi tutto a Nova Goriza, in una casetta stile Biancaneve.

“Vede”?. Non mi credete.

Manenti vittima delle circostanze. “Mi hanno arrestato il giorno prima (per un giro di carte di credito false e soldi riciclati) dell’udienza di fallimento, ci ha mai pensato? Il giorno dopo avrei salvato il Parma”.

Avrei, avrei potuto. Prima dell’arresto, il linciaggio mediatico in Via Repubblica. “Mi si rende conto? Il sindaco mi ha epurato dallo stadio, ma come si permette? Io ero presidente del Parma, avevo trattato con Kodra, gli altri mai ne visti ne conosciuti”.

Tutti contro di lui, dunque. Anche la FIGC. “Sa quanti debiti, soprattutto con le banche, hanno altre squadre? L’Inter, il Milan, la Lazio, la Roma? Oltre 400 milioni. Ma non falliscono. Il Parma ne aveva molti meno, ho fatto le due diligence, non arrivavano a 100. Ma ci hanno fatto fuori. Volevano che il Parma fallisse”.

E se su questo il Mapi Man avesse ragione?

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