Metallo in bocca, romanzo di esordio di Ludovica Di Rito a tema violenza sulle donne

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È uscito proprio in concomitanza della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il 25 novembre, un romanzo interessante e coraggioso della scrittrice Ludovica Di Rito, nata ad Avellino ma residente da anni a Bologna. Il libro di esordio per lei, e un tema subito scomodo da affrontare.
Metallo in bocca, questo il titolo, è un romanzo che racconta uno stupro, con tutto quello che vi è prima, come causa, e ciò che ne consegue, a 360 gradi. Un tema forte che non viene edulcorato nella scrittura, per arrivare diretto come messaggio, talvolta anche crudo. Quali sono le caratteristiche principali di questo libro?
Ce lo spiega direttamente l’autrice, Ludovica Di Rito, scrittrice e modella molto attiva sui social (in particolare su Instagram, questo il suo profilo: https://www.instagram.com/ludovica.dirito/). Il libro è stato pubblicato dalla casa editrice Parallelo 45 ed è disponibile al link: https://www.parallelo45edizioni.it/product/metallo-in-bocca-ludovica-di-rito/

 

Partiamo da principio, ovvero dal titolo. Perchè hai scelto metallo in bocca?
“L’ho scelto perchè è esattamente il sapore che sente Sofia Veronica, protagonista del mio romanzo, continuamente in bocca dopo lo stupro. Le sensazioni sono tutte diverse compreso il gusto. Continua a sentire questo gusto di metallo mentre serra le mascelle andando in questura, andando a fare la spesa, la mattina appena si sveglia. Sente spade di metallo sulla pelle al posto dell’aria, l’aria le taglia gli occhi perennemente secchi, tutto attorno fa paura come se dovesse farle del male. Tutto attorno a lei è diverso, ciò che prima le era familiare ora è potenzialmente mortale, proprio come Riccardo.”
Il sottotitolo del romanzo recita tratto da una storia vera, cosa puoi raccontarci a riguardo?
“Che è proprio così, si tratta di una storia vera. Racconto la verità di uno stupro, non la sua immaginazione, non come può essere raccontato tramite la fantasia, ma proprio le sensazioni, le reazioni ed il sentire di un dopo-stupro. Quello che accade all’anima ed alla mente di una ragazza che subisce un simile trauma.”
Il romanzo è stato diviso in 42 capitoli brevi il cui titolo suggerisce al lettore ciò di cui tu Ludovica, parlerai nelle righe seguenti. Secondo quale criterio hai apportato questa divisione?
“Volevo che il lettore fosse calato continuamente nel racconto, che non gli lasciasse fiato, che ricevesse continuamente pugni nello stomaco, che sentisse sulla propria pelle quello che sentiva Sofia.”
Ciò di cui parli è l’esperienza di uno stupro nato da un sentimento che possiamo definire ‘sincero’: come hai vissuto l’esperienza della scrittura?
“É stata intensa e profonda. Ho impiegato molto tempo per scriverlo, perché trattare questo argomento genera sensazioni forti, empatiche. L’obiettivo che vorrei raggiungere è far sì che i lettori sentano il sangue e le lacrime messe nella scrittura.”
A quali soggetti consiglieresti la lettura di Metallo in bocca e per quale motivo?
“A tutti, alle femministe e a chi crede che sia sempre colpa della vittima, alle donne che odiano le donne, alle donne che si difendono tra loro, a quelle che sono state stuprate e non l’hanno mai raccontato per fargli capire in qualche modo che non hanno nessuna colpa e che essere una vittima non vuol dire essere debole.

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