“Lavoratori scomodi licenziati dalla Ferrarini”: nuova denuncia della Flai Cgil

La replica dell'azienda: "La Cgil attacca Ferrarini, l'unica azienda senza cooperative "spurie"

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“Si è svolta stamattina in Camera del Lavoro a Parma  – si legge in una nota della Cgil – la conferenza stampa convocata dalla Flai Cgil territoriale per denunciare il comportamento della storica azienda di salumi Ferrarini Spa, che persevera nel volersi liberare di lavoratori “scomodi”, licenziandoli per motivi ritenuti illegittimi dal sindacato.

Come hanno evidenziato tutti gli intervenuti alla conferenza stampa – oltre ad Antonio Gasparelli, segretario generale FLAI CGIL Parma, Matteo Lanini, il funzionario della segreteria FLAI territoriale che segue l’azienda, e Nicola Comparato, uno dei due lavoratrori licenziati, hanno portato una testimonianza in videoconferenza anche Ivano Gualerzi, della segreteria nazionale FLAI con delega all’industria, Salvatore Coda, della FLAI CGIL Reggio Emilia, e Antonio Santoro, RSU FLAI CGIL alla Ferrarini di Reggio Emilia – i licenziamenti in oggetto si riferiscondo a due vicende diverse ma con un denominatore comune: si tratta di lavoratori, entrambi vicini alla CGIL, scomodi per la Ferrarini, che senza indugio ha scelto di mandare in mezzo alla strada due persone, senza ripensamento alcuno e forte della legittimità del proprio operato.

La vicenda di Nicola Comparato è nota: si tratta di un delegato sindacale e RSU che non si è piegato alla volontà di una dirigenza che vorrebbe imporre la propria visione e le proprie idee nella difficile guerra legale dietro ad un concordato dal sapore dubbio e di esito incerto, e che ha ricevuto la lettera di licenziamento a seguito di una discussione con un superiore.

Dadje Zah Alain Guy, lavoratore della Costa d’Avorio, in Ferrarini dal 2001, seguito dalla chirurgia oncologica dell’ospedale di Parma per patologia cronica, di recente è stato ricoverato per positività al Covid. L’azienda conosce perfettamente la sua storia clinica, ma nonostante questo ne ha contestato l’assenza ingiustificata durante il suo ultimo ricovero ospedaliero. Si tratta di un lavoratore evidentemente poco performante per le esigenze di una ditta che vuole eccellere sul mercato ma non nella responsabilità sociale, che non si fa scrupoli a lasciare a casa un “ragazzo” di 54 anni che difficilmente troverà collocazione altrove vista la sua storia clinica.

Come ha sottolineato Ivano Gualerzi, della FLAI nazionale, “di fronte a un atto di forza come quello esercitato in questa vicenda, – parlo dei licenziamenti, delle pressioni sui lavoratori e quant’altro – si evidenzia quello che è in realtà uno stato di debolezza da parte di un’azienda in sofferenza. Noi abbiamo bisogno che si sblocchi la situazione del concordato, che il Tribunale decida, solo allora saremo in grado di avere un confronto di merito, e lo faremo con chi prenderà in mano le sorti della società. La vicenda di Nicola mi ha dato molto dolore, perchè lui non ha fatto nient’altro che sostenere una posizione che tutta l’organizzazione sindacale complessivamente aveva condiviso, cioè quella di non fare il “tifo” per l’una o l’altra cordata. E di questo ha fatto le spese.”

In ultima istanza, secondo la FLAI, si sono voluti punire lavoratori vicini alla CGIL, lavoratori più esposti, lavoratori facilmente licenziabili ma sempre e comunque lavoratori che hanno creduto nella ditta anche nel momento di difficoltà, quando sono mancati stipendi, lavoro e certezze. Ferrarini non solo licenzia, Ferrarini uccide il lavoro”.

Ferrarini: La Cgil attacca Ferrarini, l’unica azienda senza cooperative “spurie”, per sferrare un attacco all’azienda

“Abbiamo appreso dell’iniziativa odierna posta in essere da Flai Cgil Parma, seguita dalla diffusione di comunicati e contenuti su social network.
Appare chiaro che si sia strumentalmente utilizzata una vertenza di carattere giuslavoristico – vertenza che  peraltro riteniamo non fondata – per sferrare un attacco alla Ferrarini.”Questa la secca risposta del direttore del personale di Ferrarini Anna Giovanelli in merito alla conferenza stampa indetta da Cgil. “Riteniamo che le dichiarazioni e le informazioni diffuse siano scorrette e lesive dell’immagine della Società e in relazione a questi fatti , ci tuteleremo nelle sedi più opportune. Ribadiamo la circostanza che la Società ha sempre operato nel rispetto del contratto collettivo nazionale e della Legge. Il rispetto dei lavoratori ha sempre contraddistinto la Ferrarini, come dimostrano i fatti: siamo una delle poche aziende del settore agroalimentare a impiegare esclusivamente propri dipendenti diretti senza  fare ricorso ad appalti.”

Ed è proprio su questo tema che due giorni fa ha acceso i riflettori la Giovanelli. “La Cgil attacca un’azienda alimentare che non utilizza  cooperative “spurie” e che tutela i propri dipendenti. Come noto il mondo del lavoro nell’agroalimentare è inquinato dalla presenza di cooperative “spurie” che pagano meno e non danno  tutele.  Parliamo di migliaia di persone che non godono dei diritti che invece  hanno i dipendenti di un’azienda come Ferrarini, che ha soltanto dipendenti diretti.”

Già mercoledì la Giovanelli dichiarava: “E’ fondamentale  chiarire che non è la Cgil, come scritto nei comunicati, ma sarà il Tribunale a dichiarare la legittimità o meno dei due licenziamenti di Nicola Comparato e Dadje Zah Alain Guy. Riteniamo di avere agito in modo assolutamente corretto e nel rispetto della Legge e delle necessarie garanzie per i lavoratori. Ribadiamo che il licenziamento non ha nulla a che fare con la positività al Covid del lavoratore,  di cui peraltro nulla sapevamo fino ad oggi,  non essendoci mai pervenuto alcun certificato medico da parte del lavoratore e dai propri familiari. Per diversi mesi il lavoratore non ha comunicato nulla all’azienda ,  che si è dunque vista impossibilitata ad attivare un’interlocuzione. Le motivazioni del licenziamento sono ben altre – e in questa sede manterremo il massimo riserbo per la tutela dello stesso lavoratore come richiede la legge- , respingendo fermamente tutte le accuse che la Cgil ci rivolge, pubblicando strumentalmente informazioni sensibili del lavoratore.”
 

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