FOTO – “In via…abita lo stupratore di Via Testi”. Un volantino riporta alla memoria la violenza di gruppo al “Raf “

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“In Via ..(omissis)… abita lo stupratore di Via Testi, ….”.

Con questo volantino, distribuito nelle cassette della posta e lungo i marciapiedi delle vie limitrofe l’abitazione, ritorna alle cronache, con tutta la violenza che la vicenda ha portato con se, lo stupro di gruppo avvenuto in Via Testi, in quella che all’epoca era la sede del Collettivo antifascista, nel settembre di ormai dieci anni fa. 

Tra omertà, paure e minacce il caso scoppiò solo anni dopo, e solo per caso, dopo una bomba a carta gettata contro la sede di Casa Pound: investigando sugli ambiente dei collettivi di estrema sinistra emerse quel video, quella verità.

Una violenza atroce, che la vittima ripercorse al termine del processo: per quella violenza sono già state emesse le condanne, poi ridotte in appello e gli imputati, per quanto condannati sono comunque liberi, la pena è stata trasformata in divieto di avvicinamento con il benestare della vittima stessa, ma di tanto in tanto, mani anonime fanno riemergere dalla polvere la vicenda.

Nel marzo 2017, scritte e foto sotto il cavalcavia di Via Trieste.  Anche minacce “ve lo facciamo noi il processo”. 

Ora, il volantino. La foto usata è sempre quella, il volto, il solito. Viene indicata la sua residenza, che omettiamo. Perchè la giustizia si è già espressa, giusto o sbagliato che sia stato il processo, corretta o meno sia stata la condanna. 

“Claudia”, nome di fantasia adottato dal web per la vittima, da anni chiede solo di dimenticare. Forse qualcuno non ci riesce.

 

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