Lettera di un pendolare – La tratta Parma-La Spezia prossima sceneggiatura di un romanzo

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La linea tranviaria Parma – La Spezia dovrebbe essere quella che li porta al mare, evitando magari la trafficata, dispendiosa, tormentata dai lavori, autostrada della Cisa. Ma pure in treno il viaggio è…un’Odissea.

“Quante volte vi è capitato di dover usufruire della linea ferroviaria Parma-La Spezia? Chi vi scrive questa tratta la deve percorrere, più o meno da tre anni, cadenzatamente una volta al mese e ogni volta l’approccio di questo viaggio di ben (!) cento chilometri ricorda il ritorno ad Itaca di Ulisse: la meta è certa (si fa per dire) ma il viaggio di per sé regala sceneggiature e trame degne del miglior George R. R. Martin.

Come molti di voi sapranno, negli ultimi anni (e probabilmente anche precedentemente) la linea è stata subissata di lavori di manutenzione, interruzioni di linea, ritardi cronici e chi più ne ha più ne metta. Le difficoltà paesaggistiche non permettono un ammodernamento della linea, che viene percorsa da regionali che fanno sosta in ogni paese che separa Parma da La Spezia. E fin qui nulla di male, lo si mette in conto e si attende che le due ore (abbondanti) di viaggio trascorrano, magari ripassando qualche appunto, come molti pendolari universitari fanno, completando qualche lavoro rimasto indietro (cosa che il sottoscritto fa praticamente ad ogni viaggio), o riposandosi dopo una giornata pesante o storta.

Ma nell’ultimo periodo peró anche la gran pazienza dei pendolari ha ormai raggiunto pericolosamente il limite. Chi vi scrive in questo momento è in attesa del pullman che lo porterà da Berceto a Pontremoli, da dove successivamente un treno terminerà la sua corsa a La Spezia. Sì, perchè per “lavori di manutenzione”, l’agonico viaggio della durata di oltre tre ore ha tre tappe: la prima, dalla stazione di Parma a Berceto, poi da Berceto a Pontremoli (in pullman) e, infine, da Pontremoli a La Spezia. E nonostante le costanti difficoltà create da Trenitalia e dalle sue fatiscenti ferrovie, il prezzo del biglietto rimane costante con un servizio che, va detto, lascia decisamente a desiderare. Treni vecchi, aria condizionata a balla (sia in estate che in inverno, causa maggiore di “coccoloni” alla discesa dal treno). A dire il vero il treno su cui ho viaggiato quest’oggi offre anche grandi confort, quasi come se fossimo nel 2006! Addirittura ci sono le prese per caricare gli apparecchi tecnologici, un caso più unico che raro per i nostri cari treni di Trenitalia.

E mente vedo la meta avvicinarsi mi interrogo: ma è possibile che tra Trenitalia e Autostrade per l’Italia non ci sia mai un attimo di pace per i migliaia di italiani che, soprattutto in questo periodo, vorrebbero godersi qualche giorno di relax? Ai posteri l’ardua sentenza, con un’unica certezza: a farne le spese siamo sempre noi “paganti”.

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