Coronavirus, cosa succede al nostro cinema? Ipotesi drive-in: occorre dire alcune cose… (FAQ)

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(dalla newsletter Cinema a Parma) – Di colpo il drive-in, con pagine dedicate un po’ dappertutto – spesso in modo sbrigativo – su giornali locali e nazionali. Ho approfondito la questione con amici esercenti, distributori, amministratori locali, organizzatori di eventi, addetti alla sicurezza, ecc. Ecco cosa ne è venuto fuori:

Da chi nasce la proposta dei drive-in?

Due linee generali: da una parte riferimenti culturali importanti come la Cineteca di Bologna in cerca di una soluzione per non perdere il lavoro fatto sul festival “Il cinema ritrovato”, anche se trovo piuttosto ingenua la proposta di riempire d’auto la ztl e il Crescentone di Piazza Maggiore; dall’altra una serie di gruppi privati che sta contattando a tappeto le amministrazioni locali per proporsi come nuovo interlocutore.

Perché dei gruppi che non si sono mai occupati di cinema stanno proponendo il drive-in ai nostri Comuni?

E’ una speculazione molto aggressiva, che chiede suolo pubblico ad uso gratuito sgravandosi delle competenze inerenti alla sicurezza, ma mantenendo la competenza sugli incassi. Una soluzione che mi preoccupa molto perché – e NON parlo di Parma – un assessore un po’ ingenuo potrebbe abboccare ed accettare una proposta estremamente onerosa, con diversi dubbi sulla sicurezza e sui contenuti, per “risolvere” il problema degli eventi culturali in città nel periodo estivo. Occorre, secondo me, l’intelligenza di analizzare per bene queste proposte in tutte le loro implicazioni.

Meglio le arene estive o i drive-in?

Risposta facile. Abbiamo una grande ricchezza in città: tre arene estive molto belle, tutte convenzionate con l’Assessorato alla Cultura e ben integrate con la natura differente delle loro proposte (va beh, discorso da approfondire in futuro). La nostra priorità dovrebbe essere quella di aprire subito un bel tavolo di lavoro con gli esercenti per strutturare la riapertura, le nuove norme di sicurezza, i programmi, le rassegne, metterci dentro qualche spettacolo dal vivo. Insomma, ridurne magari i posti e farle lavorare per bene senza rischi sanitari. Lanciarsi in un drive-in senza prima mettere in funzione le arene, per il solo gusto della novità, sarebbe una scelta terribile per il nostro orizzonte culturale.

Ma i drive-in esistono già? Che complicazioni prevedono?

Sì: per fortuna c’è chi ha fato uno studio serio scoprendo che qualche drive-in in Italia c’è e lavora bene soprattutto nei periodi invernali. Immaginate il motivo? Starsene in auto surriscaldate con 35 gradi fuori senza poter accendere il motore e l’aria condizionata… Altre questioni che di solito non si considerano sono la richiesta di schermi veramente enormi, difficili da gestire, di norme di sicurezza speciali e, comunque, del trovarci in una città che promuove le domeniche a piedi… Come potrebbe chiedere agli spettatori di uscire in massa in auto la sera?

Che film proietta un drive-in?

Non si sa, ma l’opinione generale è che andrebbe incontro ad un pubblico generalista in cerca di blockbuster: in effetti, non me lo immagino un parcheggio in zona tangenziale pieno di auto parcheggiate per vedere “Tesnota” o altre meraviglie russe. Mio parere personale: è difficile veicolare ai drive-in un ricercato percorso d’essai. C’è poi il ruolo delle case di distribuzione, dato che si parla espressamente di non concedere i diritti dei film a chi non sia già esercente (da ricollegarsi al discorso fatto in precedenza su chi sta contattando i Comuni). Una controprova: avrete notato che non si parla mai di quali film proiettare. Emblematico…

Quanto costerebbero?

Tanto, addirittura uno sproposito in certe offerte che ho qui davanti proprio ora. Decine di migliaia di euro per fare quello che avremmo già a disposizione gratis – cioè senza costi aggiuntivi per la collettività – nelle nostre arene. Tra schermo, norme di sicurezza, impianti, ecc. vedo preventivi incredibili. Ce ne saranno anche di più economici? Forse sì, per ora non ne ho trovati e vedo solo la pesca a strascico di chi cerca di guadagnarci…

Il modello della Cineteca, invece?

Avrebbe senso – e sarei certamente d’accordo – se si trattasse di singoli eventi in aggiunta alla valorizzazione dei nostri cinema. Non gestiti in pianta stabile e in modo concorrenziale da non professionisti del settore. Per intenderci: Astra, D’Azeglio ed Edison ripartono con le arene e vogliamo prevedere anche 3 serate one shot di drive-in con film storici restaurati, uno al mese, in tre zone diverse della periferia? Ok, ci sto. attenzione, però, che non si portino via il budget di sei mesi di cinema d’essai…

Ci sarebbe altro da dire, ieri è uscito un articolo della Gazzetta di Parma che approfondisce questo argomento con le opinioni dei gestori. Leggiamolo bene insieme, vediamo che ne pensano le varie parti in causa nella nostra città e rilanciamo un po’ il dialogo sul tema. Soprattutto, non arrendiamoci mai al silenzio o, peggio, alla moda del momento senza chiederci che cosa ci sta dietro.

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