Beccato dal carabiniere fuori servizio a spacciare cocaina: 43enne ora agli arresti domiciliari

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E’ stato tratto in arresto lo spacciatore che nell’ottobre del 2019 era stato trovato in flagrante mentre cedeva una dosa di cocaina. L’uomo era stato notato da un carabiniere fuori servizio che aveva attivato subito i rinforzi dei colleghi Carabinieri del Norm di Parma.

Il Tribunale di Parma, a firma della dottoressa Dal Monte, aveva dato decreto di perquisizione e sequestro. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Parma, hanno consentito di acquisire gravi indizi di colpevolezza a carico di C.E., 45enne nato in Albania e residente a Parma. L’uomo è attualmente posto agli arresti domiciliari.

Il 3 ottobre del 2019, intorno alle 18:30, un Carabiniere del Norm di Parma, libero dal servizio, si trovava in via Cerati quando nota un’autovettura in sosta con una persona di sesso maschile seduto sul lato guida con fare sospetto. Dopo pochi minuti arrivava un furgone bianco che parcheggia di vicino all’auto. Le due persone sono state notate scambiarsi qualcosa e il militare, ritenendo che potesse esserci stato uno scambio di stupefacente, in sella al proprio scooter ha deciso di seguire il furgone allertando nel frattempo la locale Centrale Operativa che ha subito mandato sul posto un’autoradio. Dopo qualche minuto la pattuglia riesce a fermare il furgone in via Savani e il conducente ha consegnato la dose di cocaina che aveva poco prima acquistato. Sono seguiti quindi gli accertamenti effettuati sulla prima vettura, che hanno consentito di identificarne il proprietario in C.E., riconosciuto senza ombra di dubbio sia dal militare che dall’acquirente, che confermava numerosi acquisisti della stessa sostanza sin dal 2018.

Lo spacciatore era stato poi fermato in via Bernini alla guida della sua auto con 12 ovuli contenenti 9,6 grammi di cocaina e 600 euro in contanti. La successiva perquisizione domiciliare aveva rinvenuto nella camera da letto idi C.E., all’interno di una cassettiera, un involucro in cellophane trasparente contenente 10,6 grammi di cocaina, materiale da confezionamento, un bilancino elettronico di precisione e numerose bustine in cellophane.

C.E., in Italia dal 2014, era già noto alle forze dell’ordine e censurato, era stato infatti affidato in prova ai servizi sociali nel 2017 con sentenza del Tribunale di Sorveglianza di Bologna al fine di scontare la pena carceraria residua a seguito di condanna per porto d’armi o oggetti atti ad offendere.

 

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