Coronavirus- Colorno piange fotografo Dante Boschini. Il commosso addio del figlio Marco

0

“Alla fine hai dovuto cedere, dopo aver lottato con la tua forza dolce per oltre un mese.

Mi hai dimostrato come si fa a stare in questa parte di mondo. Adagio, con compostezza e curiosità. Eri così ingenuo, papà, ed era proprio questa la cosa che più amavamo in te. Io, Monica e Marcello. La tua tenerezza”.

Così Marco Boschini, ex assessore comunale a Colorno, coordinatore dell’Associazione dei comuni virtuosi ed ideatore del Festival della lentezza di Colorno, ricorda il padre Dante, portato via a 75 anni dal Coronavirus.

“Il tuo stupore, ogni volta che anche una sola persona si iscriveva ai tuoi corsi di fotografia. La passione che ci mettevi, nell’insegnare a qualcuno. La meraviglia di quando Amason praim (come dicevi tu), ti consegnava un pacco il giorno dopo averlo ordinato. Non ci volevi credere…

Ti eri da poco messo a fare il volontario alla Pubblica Assistenza, davi il tuo piccolo contributo per gli altri, per non passare tutto il tempo a giocare alle carte al CRAL di Colorno, come dicevi tu per dare meno importanza alla cosa. Eri anche diventato il nostro custode al bosco del tempo, andavi tutti i giorni ad aprire e chiudere il cancello. E poi il volontario al Festival della Lentezza, sempre un passo dietro a tutti gli altri, ma essenziale per il tuo contributo.

Una delle ultime volte che ci siamo visti abbiamo giocato e riso come matti insieme al tuo amato nipotino Marcello, al quale ho raccontato che il suo nonno non c’è più.

Pochi giorni dopo il tuo ricovero mi hai detto che un’infermiera gentile aveva capito quanto ti piacesse quella mousse di mela, e te ne teneva da parte sempre un po’.

Grazie, allora, a quella infermiera di cui non conosco il nome. E grazie a tutti i medici ed infermieri che hanno fatto del proprio meglio per riportarti a casa da questa brutta malattia. Grazie a Riccardo ed Edoardo, che ci hanno tenuti informati ogni giorno e che ti sono stati vicino per quanto hanno potuto.

Grazie alla dottoressa che era al tuo fianco stanotte, “come se fosse mio padre”. Perché ha mantenuto la promessa che mi aveva fatto ieri sera, che non avresti sofferto.

Ti abbraccio, pur non avendo potuto farlo. Sei morto da solo, e questo è il disastro di questa cosa che ci è cascata addosso cambiando per sempre le nostre vite”.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here