Dazi Usa: si al salame e alla mortadella, no ai prosciutti

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Dal 18 Ottobre aumenteranno i dazi sui salumi del 25%, non sui prosciutti crudi e cotti.

“Con l’odierno provvedimento, ogni spedizione sarà gravata da una tariffa pari ad un quarto dell’intero valore del prodotto esportato. Un aumento dei costi considerevole, che ovviamente si ripercuoterà fortemente sul nostro export” commenta l’Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi (Assica) la lista dei prodotti pubblicata dalle autorità americane, dopo il via libera del Wto agli Stati Uniti.

Non sono previsti dazi aggiuntivi per i prosciutti crudi stagionati (né in osso né disossati), gli speck e i prosciutti cotti. Per i salumi italiani, invece, per i quali gli Stati Uniti rappresentano il secondo mercato export con ben circa 10 mila tonnellate di prodotto, che vale oltre 116 milioni di euro (dati 2018), cambia tanto se si pensa che fino ad oggi praticamente i salumi avevano un dazio molto basso, 0,8 cent/KG.  Con l’odierno provvedimento ogni spedizione sarà gravata da una tariffa pari ad un quarto dell’intero valore del prodotto esportato. Un aumento dei costi considerevole, che ovviamente si ripercuoterà fortemente sul nostro export” spiega Assica.

Nel corso del 2018 le spedizioni di salami stagionati hanno raggiunto le 600 tonnellate per 6 milioni di euro (+43,8% in quantità e +44,5% in valore), mentre gli invii di mortadelle si sono attestati a quota 683 ton per oltre 3,7 milioni di euro (+25,6% in quantità e + 34,2 % in valore).

Le esportazioni di salami e mortadelle hanno, così, complessivamente rappresentato il 12,9% in quantità e l’8,4% in valore.

Una quota discreta e soprattutto in crescita.

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