“Pane Pace e Mortadella”: la risposta per l’inclusione sociale alla Cena dei Mille

0

“PANE PACE E MORTADELLA

Per la dignità e l’inclusione sociale: merenda popolare!

Ci troviamo martedì 3 settembre dalle ore 19 sotto i portici dell’Ospedale Vecchio in via D’Azeglio.

PROGRAMMA:

Lo spazio del porticato ha bisogno di una sistemata, sicché:
– Scopatina sotto i portici (nel tardo pomeriggio) –

– Merenda popolare (dalle ore 19) –
Noi qualcosa portiamo (anche per vegetariani e vegani), ma anche il tuo contributo è benvenuto.

– Partenza del corteo verso il centro e fragoroso saluto alla Cena dei Mille –

– Ritorno a via D’Azeglio –

Vi vogliamo con teglie piene di prelibatezze, gioia… e vecchie pentole da battere”.

Officina Popolare Parma

(grazie a Gianluca Foglia per l’immagine di copertina)

Dal comunicato stampa pubblicato nei giorni scorsi:

“Parma, un modo di vivere…

Un centinaio di euro per esserci, per essere uno dei mille fortunati alla cena del 3 settembre. Nella piazza e nella via più centrale, in un evento esclusivo dove il Comune di Parma ricopre di costosi lustrini il centro storico per scopi (auto)promozionali, con un po’ di lusso e chef pluristellati a ultimare la scenografia.

La destinazione di parte del ricavato in beneficenza (lo scorso anno poco più del 10% degli incassi, circa 10.000 €) ci lascia quantomeno perplessi.

Compito di un Comune non è organizzare eventi di beneficenza, ma servizi sociali efficaci nel combattere il disagio, le situazioni di rischio, di solitudine, di esclusione.

Questo vero e proprio lavacro di coscienza, basato su elargizioni in denaro per un evento mediatico, si trova lontano anni luce dalla nostra idea di città.

Un evento che tra l’altro chiude parte del centro storico e che ci pare metta bene in mostra il contrasto tra l’esclusività di una sera e l’esclusione sociale (e anche fisica) ai danni di coloro che “disturbano” la città vetrina, da allontanare in periferia.

Ecco, a quella parmigianità patinata che dopo decenni di gravi danni per le casse pubbliche e per il territorio ancora si mette in mostra, crediamo sia giusto argomentare con gli strumenti di un’altra parmigianità.

Costruita col lavoro e la fatica, anche nelle aziende che portano il nome di Parma nel mondo; con la lotta alle ingiustizie di ogni tipo, anche quelle fatte da chi era alla guida della città; un modo di essere parmigiani che non ha guardato all’accento, al colore della pelle, alla ricchezza materiale, che ha saputo manifestarsi nelle forme della protesta e del conflitto, della risata e del sano sberleffo.

Vi invitiamo a condividere assieme un momento – e confidiamo sia soltanto il primo – in cui riportare agli occhi di Parma una critica doverosa e costruttiva, un’idea di città diversa, dove la bellezza sia per tutti coloro che ci vivono.

Un invito sincero rivolto al Comune di Parma a ripensare le proprie azioni in un’ottica più ampia e inclusiva.

Un buon punto di partenza sarebbe la programmazione di eventi inclusivi e popolari anche nei quartieri della periferia (non stiamo ovviamente pensando alle feste a pagamento nel Ponte Nord…).

È una strada che comunque noi intendiamo percorrere con convinzione”.

Officina Popolare Parma

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here