Marco Veronese è il nuovo allenatore della Primavera del Parma: l’ufficialità durante la presentazione dei Quadri del Settore Giovanile 2019-20 (VIDEO)

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(www.parmacalcio1913.com) – Marco Veronese (Milano, 22 maggio 1976) è il nuovo allenatore della formazione Primavera del Parma: l’ufficialità dell’accordo è stata comunicata dal Direttore Sportivo Luca Piazzi durante la Presentazione dell’attività e degli staff del Settore Giovanile 2019-20 del club.

“Nelle scorse settimane io ho fatto dei colloqui anche con altri candidati Mister – ha spiegato Luca Piazzi, nella sua introduzione – ma Marco Veronese mi è piaciuto subito. L’anno scorso, per una breve parentesi, ha operato a Carpaneto; prima ha avuto delle esperienze internazionali che io reputo importanti, non solo per il tipo di squadra che abbiamo, ma perché nella ricostruzione dopo il fallimento abbiamo puntato su molti giocatori stranieri: lavorando all’estero e collaborando con allenatori di alto livello, come è successo a lui, dà la possibilità di imparare tante cose e di crescere. Non è sempre e solo il percorso che hai fatto da primo allenatore che ti qualifica, ma proprio il tipo di esperienze che hai fatto. E’ una persona disponibile, curiosa, vogliosa di entrare in un progetto e questo ci ha portato a sceglierlo e a puntare su di lui. Io credo che possa fare bene. Noi abbiamo una buona squadra, non abbiamo obiettivi di classifica, ma l’obiettivo di formazione di giocatori: noi speriamo che alcuni giocatori, tra un paio d’anni, siano pronti per entrare a far parte della nostra Prima Squadra e questo è il nostro primo vero obiettivo sul quale lavorare, cercando tutti quanti di impegnarci al massimo per centrarlo”.

“In questi giorni parlando col Direttore e conoscendo le persone che faranno parte del Settore Giovanile ho notato la grande voglia di fare delle cose nuove e magari anche diverse rispetto a quelle che sono le abitudini nei settori giovanili d’Italia, perché cercano di avere un’apertura mentale a livello europeo. Questa idea – ha affermato Marco Veronesemi è piaciuta e noi cercheremo di metterla in pratica con la volontà e la voglia di fare. Da parte mia cercherò di dare il mio contributo, attingendo alla mia esperienza sia da calciatore che da allenatore. Io ho avuto la fortuna di poter collaborare con un allenatore importante come Gianni De Biasi, che ho vissuto sia da giocatore che da collaboratore tecnico: un’esperienza di altissimo livello perché la Nazionale ha una gestione totalmente diversa con problematiche ed altri aspetti differenti rispetto al club e alla settimana normale. Questo ha arricchito il mio bagaglio, facendomi vedere degli aspetti del calcio che sono totalmente diversi. Poi, sempre con lui sono andato in Spagna, all’Alavés, e pure lì ho avuto la fortuna di vedere un calcio all’avanguardia, con metodologie e modi di concepire il calcio diversi e da parte nostra dobbiamo essere intelligenti a saperle prendere e farle nostre, senza snaturare la nostra mentalità e la nostra cultura, cercando di metterle insieme per offrirle poi ai nostri giocatori, e confrontarci con gli altri allenatori del Settore Giovanile.
La mia carriera? Io ho smesso di giocare e ho iniziato ad occuparmi della Juniores del Pavia e ho fatto una stagione; in quella successiva mi è stata affidata la Prima Squadra, però non sono riuscito a conseguire il Patentino pur vantando presenze e requisiti e così sono passato a lavorare con Claudio Pea per due anni a Monza e a Cremona. Poi, finalmente, sono riuscito ad avere il patentino e di lì avrei voluto iniziato ad andare da solo, ma poi mi è arrivata questa opportunità di andare a lavorare per la Nazionale Albanese con Mister De Biasi. Tra l’altro lui ha una gestione un po’ diversa dal solito: cercava un allenatore sul campo, perché la sua mentalità da CT è prettamente gestionale, quindi il mio compito era l’allenamento, la tattica, l’analisi delle altre squadre, insomma proprio il lavoro sul campo, sempre dietro le sue direttive; lui stava sulla tribuna a vedere gli allenamenti, ma poi interagiva con me sul campo. Quindi ero una sorta di ‘primo’ sul campo, ma a quei livelli lì gli staff sono grandi, ognuno ha il suo compito e deve cercare di relazionarsi in maniera giusta e corretta con gli altri membri dello staff, cosa che non è mai semplice, soprattutto ad alti livelli e quando ci sono tensioni e interessi importanti: quando si ha a che fare con giocatori che guadagnano tantissimo, che sono nazionali e che hanno una certa autostima diventa difficile relazionarsi, però i risultati sono quelli che in tutti gli sport e in tutte le
culture condizionano.
Da giocatore e da allenatore si sa che si hanno alcune responsabilità: ognuno deve fare al meglio il proprio lavoro, dando il 100% delle proprie possibilità. Dall’allenatore ci si aspetta tanto per quello che può dare ai giocatori, poi i risultati sul campo sono sempre una conseguenza di come si lavora. Campionati vinti o persi dipendono da tate cose, soprattutto dal gruppo, se i ragazzi riescono ad integrarsi tra loro. Da giocatore, fortunatamente, ho vinto dei Campionati con compagni di squadra che non andavano d’accordo l’uno con l’altro, però avevamo una idea comune che era quella di conseguire l’obiettivo tracciato dall’allenatore, quindi alla fine tutti hanno sposato quella idea lì. A livello di Settore Giovanile credo che la cosa più importante, specie in Primavera, sia quella di far crescere i ragazzi che arrivano dal Settore Giovanile e cercare di portarli ad essere pronti per fare dei Campionati Professionistici e se si ha la fortuna di trovare giocatori che siano all’altezza, di portarli in Prima Squadra. Le responsabilità sono quindi sempre correlate alla consapevolezza del lavoro che si fa.
Tutti dicono che i risultati c’entrano e non c’entrano, ma in verità si guardano: io sono dell’idea che se la squadra fa un certo tipo di prestazioni, alla lunga i risultati vengono. Il risultato non viene mai per caso: si vince ogni tanto per fortuna, ma se si ha un’idea di gioco, che può essere diversa tra squadra e squadra a seconda di come è la caratteristica dei giocatori a disposizione. Il risultato è importante, è innegabile, però io, soprattutto a livello giovanile, credo che la cosa più importante sia la crescita del giocatore: man mano che passa il tempo vedere il giocatore che migliora negli aspetti negativi che ha e notare soprattutto il cambiamento a livello umano, in uomini che ancora non sono formati, ma lo stanno per diventare.
Il collegamento con la Prima Squadra ci sarà, perché è giusto che sia così: spesso la Primavera è una categoria di supporto alla Prima Squadra perché ci saranno nostri giocatori che potranno andare là e poi tornare, a seconda delle esigenze e delle partite che si dovranno fare, per cui come è stato quest’anno si cerca di uniformare alcuni aspetti per far sì che il giocatore che arriva dalla Primavera conosca già qualche aspetto comune, e che non faccia cose diverse, perché è l’allenatore della Primavera che si deve adeguare alla Prima Squadra
Piazzamento? Se il Parma l’anno scorso è arrivato nono, allora dico ottavo… Scherzo: io credo che ogni squadra abbia un proprio potenziale: se il potenziale di questa squadra è importante, se lavorano bene l’allenatore e lo staff possono dare qualcosa in più; se non saremo all’altezza noi, sicuramente non saremmo d’aiuto a questo potenziale della squadra. Però, ripeto: sono sempre i giocatori che determinano le prestazioni e i risultati e sta alla bravura dell’allenatore e dello staff capire su cosa lavorare e cercare di migliorare; seguire una idea e cercare di perseguirla con forza e trasmetterla ai giocatori.
Squadra rinforzata rispetto all’anno scorso? Conosco chi è arrivato quest’anno e com’era la squadra dell’anno scorso, ma non credo sia rispettoso nei confronti di chi c’era l’anno scorso dire se siamo più forti quest’anno, se la squadra si è rafforzata e se abbiamo fatto un buon lavoro.
Le mie idee di gioco? Faccio sempre molta fatica a parlare di questo: io ho certi principi miei, che nascono dalle mie convinzioni, però credo sia presuntuoso pensare che sia la Bibbia. Io credo in alcune cose e spero di trasmetterlo ai giocatori; poi se le caratteristiche di alcuni giocatori sono quelle che magari mi porteranno a fare delle scelte anche a livello di impostazione rispetto ad altre. Io penso che non mettere il giocatore in condizione di fare bene non sia positivo; bisogna lavorare sulle lacune e metterlo a suo agio, sia sul campo che su alcune situazioni tattiche.
Per quanto riguarda il Girone, io credo che la squadra debba essere convinta della propria forza, indipendentemente da chi ha davanti: non vanno in campo i 28.000 scudetti del Milan, ma i giocatori e se i giocatori del Parma avranno convinzione e voglia di fare non dovranno preoccuparsi della gloria e del passato del Milan o dell’Udinese, perché non vince la maglia, ma vincono sempre gli uomini.”

Con Mister Marco Veronese collaboreranno il vice Lorenzo Piscina, il preparatore atletico Alessandro Platone, l’allenatore dei Portieri Michele De Bernardin e il mental coach Matteo Piraccini.

Le risposte del DS delle Giovanili Luca Piazzi alle domande dei giornalisti:
“Del lavoro della scorsa stagione del Mister Pasquale Catalano io ero estremamente contento: è stata una scelta che abbiamo fatto consensualmente a fine campionato, perché pensavamo che fosse utile per una crescita continuativa del percorso iniziato un anno prima a Prato. Abbiamo fatto una riflessione assieme e abbiamo preso questa decisione. Quello che ha fatto Catalano a me è piaciuto molto, ha dato un’impronta alla squadra, si era calato nel nostro ordine di idee e nella nostra realtà molto bene. 
I risultati per il prossimo anno? Tutti quanti siamo in competizione per vincere: per noi è importante, anche se non è un obiettivo, ritengo che dovrebbe essere una conseguenza di quello che facciamo. Se noi lavoriamo bene e sviluppiamo i nostri giocatori la conseguenza dovrebbe essere quella di riuscire a vincere. Noi abbiamo una squadra molto giovane in un campionato molto difficile, per quelli che sono i Gironi che sono stati ipotizzati. Abbiamo fatto nei giorni scorsi una riunione di Lega in cui è stato sancito che ci sarà una Primavera 2 Nord, e una Primavera 2 Sud, quindi il girone 1 da Livorno verso Nord, e il Girone 2 da Livorno verso Sud. Quindi affronteremo sicuramente squadre importanti e forti come Milan ed Udinese: sappiamo che non sarà facile riuscire a fare dei risultati in un girone così, ma ribadisco che per noi è importante sviluppare il lavoro sui ragazzi e riuscire anche in un percorso biennale, perché noi nella nostra Primavera abbiamo molti 2002, a far crescere i ragazzi. Comunque dal punto di vista dei risultati speriamo di continuare nella nostra crescita: nel primo anno ci sono state alcune difficoltà; poi nel secondo siamo cresciuti e siamo arrivati a metà classifica, ma al di là dell’aspetto dei risultati abbiamo dato sprazzi di ottimo gioco e dimostrato di essere squadra che può competere, quindi trovando continuità. Quest’anno la squadra è cambiata molto: molti Under 17, quindi dell’età 2002, sono stati portati in Primavera, alcuni nuovi arrivi stranieri ci sono, quindi non dico che dovremo ripartire da zero, ma con tanti giocatori da inserire in questa squadra e noi speriamo di riuscire a farli calare nella parte il più velocemente possibile, diventando il prima possibile una squadra, con tutti a disposizione del Mister. Abbiamo qualche giocatore, anche importante o il più in vista del momento, come può essere Camara, che non sarà pronto all’inizio della stagione, ma probabilmente verso Ottobre, perché è stato operato di menisco, però un menisco esterno quindi una operazione più complicata rispetto al normale, però io penso che quanto tutti quanti si saranno ambientati e potranno essere a disposizione questa potrebbe essere una buona Primavera.
Sicuramente per noi è un motivo di orgoglio avere due giocatori in ritiro con la Prima Squadra (Corvi e Kasa, ndr), e ancor più di orgoglio perché i due ragazzi sono locali, ed è importante per me perché hanno fatto un percorso ancor più ad ampio raggio rispetto ad altri nel nostro Settore Giovanile.
Il mio pensiero sul Campionato Primavera 2? Per me, purtroppo, ha poche partite e quindi non è estremamente formativo: la riforma giusta sarebbe stata anziché creare tre gironi, una Primavera 1 e due Primavere 2, farne due soli, cioè Primavera 1 e Primavera 2. Secondo me così si giocano poche partite, 22, comunque attraverso tornei e test match cerchiamo di dare quanta più esperienza possibile ai nostri ragazzi, perché io penso che un ragazzo cresca soprattutto giocando. In questo momento la Primavera 2 ha questo limite qua: se tu arrivi nelle prime 6 – e questo, quindi, potrebbe essere un obiettivo per noi – riesci a giocare diverse partite in più, perché poi i play off sono strutturati in modo che non giochi solo una partita, ma qualcuna in più, perché il format è lo stesso dei play off della Serie B. Speriamo di entrarci, ma solo per pter giocare un po’ di più, in questo momento non dobbiamo pensare ad essere promossi o a qualcos’altro ma a quello che ho detto prima, e cioè riuscire a mettere i ragazzi in condizione di giocare al meglio possibile e di formarli. Poi il Milan penso possa avere questo obiettivo della Promozione, perché effettivamente ha un target, una rosa e un passato differente dal nostro recente passato e che in questo momento, ahimé ci penalizza ancora in questa categoria. Nelle altre penso che siamo già abbastanza competitivi: quest’anno ho delle sensazioni molto positive”.

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LA PRESENTAZIONE DI MARCO VERONESE, ALLENATORE PARMA PRIMAVERA 2019-20

PRESENTAZIONE SETTORE GIOVANILE 2019-20

Dalla diretta streamong in collaborazione con COACH 6100

Riprese di Franco Ricci

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