Milan Parma, analisi tattica della sconfitta di San Siro

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di Michele Tossani

Il Parma esce sconfitto 2-1 dalla trasferta di San Siro al termine di una buona prova sul piano difensivo ma che non è stata efficace come altre volte su quello offensivo.

Schierati con l’usuale 4-3-3, che diventa 4-4-2 in fase di non possesso palla, gli uomini di D’Aversa sono riusciti a limitare il gioco offensivo di un Milan che ha prodotto soltanto 0.73 in termini di expected goals (xG), se si esclude l’occasione del rigore che ha poi deciso la partita.

Pass map del Parma: il Parma ha attaccato con tutti i suoi attaccanti e con uno Scozzarella che ha assistito la fase offensiva gialloblù.

Dal punto di vista tattico, come era previsto, i ducali hanno lasciato libertà ai rossoneri in fase di costruzione bassa attestando la prima linea difensiva all’altezza della metà campo con il loro pressing offensivo.

Così facendo la squadra di D’Aversa riusciva a veicolare i flussi di gioco del Milan verso gli esterni. A quel punto, i rossoneri cercavano di rifinire le loro azioni d’attacco soprattutto mediante traversoni che erano preda della retroguardia gialloblù.

La compagine di Gattuso è stata abbastanza equilibrata nell’utilizzo delle corsie laterali anche se il bilanciamento offensivo rossonero vedeva in vantaggio il lato sinistro del campo, dove operava la catena formata da Rodriguez, José Mauri e Calhanoglou. 

In conseguenza di ciò il Parma scivolava attentamente verso la propria zona difensiva di destra, cercando al contempo di mantenere chiuse le vie di accesso centrali. Così facendo restava in parte scoperto il lato sinistro dove il tradizionalmente labile apporto di Gervinho nel non possesso affidava ai soli Gagliolo e Barillà il compito di occuparsi del lato di campo in questione.

I gialloblù avevano qualche difficoltà a chiudere in quella zona ma il Milan non era sempre in grado di sfruttare adeguatamente gli spazi disponibili sulla destra del proprio fronte offensivo.

Per ovviare a questa situazione, verso il venticinquesimo minuto del primo tempo D’Aversa apportava una modifica allo schieramento parmense richiamando Biabiany e invertendo la sua posizione con quella di Gervinho.

Detto della positiva fase di non possesso (dove comunque i ducali hanno mostrato qualche difficoltà quando hanno cercato di alzare la prima linea di pressione in zone più avanzate di campo), stavolta il Parma non è però riuscito a ribaltare con la solita efficacia il fronte del gioco. In termini di gol attesi questa difficoltà è espressa da un dato di appena 0.60 in termini di xG. Gli emiliani sono stati più pericolosi in situazioni da palla inattiva (0.31 xG) rispetto a quanto prodotto su azione (0.29).

Non a caso la rete del vantaggio è arrivata grazie ad uno schema su calcio d’angolo studiato proprio per sfruttare le debolezze del Milan in queste situazioni di gioco.

Nel secondo tempo il Parma ha alzato il proprio baricentro medio ma non è riuscito a recuperare una partita che è scivolata via a seguito del discusso rigore realizzato da Kessié.

Il Milan aveva riportato il risultato sui binari della parità grazie al gol segnato da Cutrone in apertura di ripresa, dopo che l’ingresso di Borini aveva trasformato l’iniziale 4-3-3 dei rossoneri in un 4-4-2/4-2-3-1. 

Molto è stato detto in merito al cambio di sistema operato da Gattuso. Pur essendo stata una modifica che ha migliorato la fase offensiva del Milan, rendendola via via più fluida, alla fine il gol del pareggio non è arrivato tanto per il passaggio al nuovo sistema di gioco quanto invece a seguito di una pressione ultra-offensiva che ha trovato impreparato il Parma in costruzione.

Alla fine gli emiliani tornano dalla trasferta milanese senza punti ma desiderosi di rifarsi nel prossimo turno casalingo che li vedrà opposti al Chievo. 

(di Michele Tossani – lagabbiadiorrico.com)

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