Ai domiciliari per il tentato omicidio di due carabinieri, esce per rubare: arrestato

Intanto il militare gravemente ferito, Lorenzo Alongi, torna in servizio: "Come indossare la divisa la prima volta" - VIDEO

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Dopo una serie di furti nei bar di Pilastro, con un furgone rubato, avevano deliberatamente investito l’auto dei Carabinieri, disposta lungo Strada Martinella per un posto di blocco, il 13 luglio del 2017.

Arrestati nel novembre dopo una lunga indagine, i tre, giovani e giovanissimi, di origine rom, erano stati scovati dai Carabinieri e arrestati con l’accusa di tentato omicidio. Mercoledì il processo per due malviventi: Thomas Gjika, 18 anni, e Mohamed Demir, poco più grande.

Il capobanda, minorenne, è finito nel carcere minorile di Bologna e sarà processato a parte, per Gjika e Demir il Gup ha derubricato l’accusa a lesioni aggravate e rapina. Le condanne: tre anni e sei mesi a Gjika, 3 anni e 10 mesi a Demir che deve rispondere anche di ricettazione. Ventimila e settimila euro, infine, le provvisionali per i due carabinieri, con rimborso da stabilirsi in sede civile.

Dopo alcuni mesi i due maggiorenni sono stati trasferiti agli arresti domiciliari: nei giorni scorsi Gjika è stato pizzicato rubare, e trasferito nuovamente in carcere. E’ invece di martedì la buona notizia: Lorenzo Alongi, il carabiniere gravemente ferito, torna in servizio.

Dalle cronache del novembre 2017 – E’ finita in carcere per i responsabili del tentato omicidio di due Carabinieri di Parma, lo scorso 13 luglio in strada Martinella: la banda di giovanissimi ladri, capitanata da un minorenne che a bordo di un furgone rubato non aveva accennato a fermarsi davanti al posto di blocco dei militari finendo per causare un frontale potenzialmente mortale.

I malviventi, alla rotonda con via Donatori del Sangue, avevano deliberatamente puntato la Gazzella con a bordo i due militari e, secondo le indagini, per la velocità avrebbero potuto uccidere. Un carabiniere riportò lesioni guaribili in due mesi, il secondo una frattura scomposta al femore con danni permanenti che lo costringe, ancora a distanza di più di 5 mesi, al congedo dal servizio.

Ora i tre, tutti nati a Parma da famiglie di origini Rom,  diversi precedenti alle spalle, sono stati tratti in arresto grazie alle indagini dei Carabinieri coordinati dal PM Ausiello. Per incastrare i giovanissimi – 17, 18 e 19 anni – è stato determinante il lavoro della scientifica e dei RIS di Parma che hanno permesso di identificare il “palo” della banda dalle impronte digitali lasciate sul furgone.

C.L. classe 2000, G.T. classe ’99, D.E. classe ’98, sono stati tratti in arresto per tentato omicidio, furto, rapina e ricettazione. Viaggio in via Burla per i maggiorenni, al penitenziario minorile di Bologna per il 17enne. Quest’ultimo, nonostante l’età, è stato individuato come l’organizzatore e “capo” del gruppo, quello dal curriculum criminale più lungo, colui che, nonostante fosse sprovvisto di patente, noleggiava auto e pernottava in hotel di tutta Italia grazie a documenti falsi che lo presentavano con l’alias di un 19enne.

Ed era proprio lui che alla guida del furgone bianco, ovviamente rubato,  quella notte ha puntato la Gazzella a folle velocità. Nei giorni seguenti ha continuato anche a pernottare sotto falso nome in un residence cittadino.

Il minorenne, senza fissa dimora, è stato fermato lunedì in stazione a Parma mentre rientrava in treno da Milano accompagnato dalla sua 16enne fidanzatina italiana. Gli altri due, residenti con i genitori a Parma, sono stati arrestati nei giorni precedenti nelle loro case. Tutti e tre hanno confermato, senza opporre resistenza, la loro responsabilità per i fatti imputatigli, confessando di essere fuggiti per paura.

Le indagini, aiutate dalle telecamere OCR della Pedemontana e quelle di sicurezza dei privati esercizi commerciali, hanno permesso di individuare i tre come i responsabili di due furti commessi quella notte, al bar di Pilastro e al bar Prestige di Sala Baganza: proprio durante la fuga dal Bar Groppi avevano forzato il posto di blocco dei militari. Pochi giorni prima avevano colpito anche il ristorate Tramonti di via Traversetolo.

La banda agiva sempre con lo stesso modus operandi: D.E. era il “palo”, gli altri due, timorosi di nulla, forzavano le entrate e puntavano direttamente ai contanti, asportando tutto il registratore di cassa.

Uno dei responsabili è stato incastrato anche da una felpa Adidas blu, indumento ritrovato nella sua casa al momento dell’arresto.

Sono in corso le indagini per verificare la responsabilità di altri furti commessi con le stesse modalità.

 

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