Verso Parma Lazio, l’analisi tattica della gara

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di Michele Tossani

Il Parma si appresta a riprendere il campionato dopo la sosta per le nazionali. Gli emiliani sperano di continuare a mantenere il buono stato di forma delle ultime settimane che ha visto la squadra guidata da Roberto D’Aversa ottenere quattro successi nelle ultime cinque partite.

Dal punto di vista tattico il Parma ha mostrato di avere un’identità ben definita, vale a dire quella di una squadra costruita per attaccare la profondità. I parmensi non sono interessanti al possesso palla e cercano invece di controllare la partita attraverso il controllo degli spazi.

Il baricentro medio è sempre piuttosto basso e l’attenzione, in fase difensiva, è tutta rivolta a negare profondità alla squadra avversaria. Una volta conquistato il pallone, l’azione del Parma si rivolge subito alla ricerca immediata della verticalità, spesso direttamente tramite il lancio lungo di Sepe. La fase di costruzione bassa è quindi praticamente assente e comunque mai troppo complessa.

Questi lunghi tratti di difesa posizionale servono ad attirare gli avversari in avanti, creando spazi alle spalle della loro linea difensiva da attaccare poi con i propri riferimenti offensivi.

In questo contesto tattico è risultato particolarmente interessante il comportamento di Gervinho nella fase di non possesso. L’ivoriano infatti non ha solitamente particolari compiti da svolgere in fase difensiva. La squadra gialloblù infatti difende con due linee di quattro mentre l’ex romanista resta oltre la linea della palla pronto a ripartire in contropiede.

Il risultato finale è quindi quello di una squadra votata al controllo degli spazi più che del pallone (appena 39.3% il dato del possesso palla medio del Parma in questo inizio di stagione) al fine poi di eseguire rapide transizioni. Il fatto di giocare veloci contropiedi, dopo essersi abbassati ed aver creato molto campo alle spalle della linea difensiva avversaria, oltre ad esaltare le qualità di un giocatore come Gervinho offrono al Parma anche la possibilità di attaccare con pochi giocatori, col risultato che la squadra sarà poi ben posizionata in caso di ribaltamento di fronte da parte della compagine rivale.

I dati della produzione offensiva della squadra sembrano al momento confermare la bontà di questa strategia. Il Parma ha infatti segnato 10 reti, subendone appena 9 (quinta difesa del campionato insieme a Lazio, Torino e Cagliari).

Tuttavia, il dato in termini di occasioni create (xG) è di 7.79, inferiore quindi agli effettivi goal realizzati dai ducali. Ciò significa che, nel lungo periodo, la squadra di D’Aversa dovrà comunque migliorare la propria capacità di crearsi occasioni da gol. In generale, il Parma tira ancora troppo poco in porta (media di 3.4 conclusioni nello specchio a partita).

Inoltre, questo tipo di strategia andrà comunque verificata contro squadre più abili nei ripiegamenti difensivi o in grado di effettuare un contro-pressing efficace in zona ultra-offensiva.  Da rivedere anche la pressione esercitata sul portatore di palla, non sempre efficace nell’impedire a quest’ultimo di avere a disposizione tempo e spazio per effettuare una giocata verticale.

Per saperne di più lagabbiadiorrico.com.

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