Soccorso Animali selvatici feriti: ora il servizio di recupero attivo in tutto il Parmense

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Mai più animali selvatici feriti o in difficoltà in mezzo ai campi o ai bordi delle strade, magari dopo essere stati travolti da un auto. È l’impegno della Regione Emilia-Romagna, che ha affidato al veterinario Gian Maria Pisani, un libero professionista che collabora con l’Università di Parma e che in passato ha già ricoperto l’incarico, il servizio di recupero e soccorso dei selvatici(caprioli, istrici, volpi, ecc.) nei 24 Comuni del parmense compresi tra la sinistra del fiume Taro e la provincia di Piacenza rimasti scoperti dall’inizio del 2018.

L’affidamento del servizio, avvenuto secondo le lunghe e complesse procedure del Codice europeo degli appalti dopo che due bandi pubblici emanati nei mesi scorsi e rivolti a Cras e associazioni di volontariato per la raccolta di manifestazioni di interesse erano andati deserti, si affianca all’attività di primo soccorso e recupero dei selvatici già condotta nei 21 Comuni della restante parte del territorio provinciale compresa tra il Taro e la provincia di Reggio Emilia dal Cras San Bernardino di San Polo d’Enza, che svolge il servizio anche per l’intera provincia reggiana.

“Sono davvero soddisfatta- ha commentato l’assessora regionale all’Agricoltura, Simona Caselli- perché siamo finalmente riusciti a garantire il servizio nell’unica porzione del territorio regionale rimasta finora scoperta. Sul piano amministrativo abbiamo dovuto procedere con un affidamento perché dopo due bandi pubblici fatti per tempo abbiamo ricevuto disponibilità, entro la scadenza, solo per metà della provincia di Parma, da parte, appunto, del Cras San Bernardino. Mi dispiace constatare che, se invece di montare polemiche inutili fin dai primi giorni del 2018, ci fosse stato un impegno comune da parte di tutti i soggetti che a Parma hanno a cuore il problema della fauna selvatica ferita, la situazione avrebbe potuto esser già risolta da mesi”.

L’assessora torna poi sulle polemiche sorte intorno al tema dei rimborsi per il servizio di soccorso: “Le attività di recupero svolte in convenzione dalle associazioni di volontariato non possono essere remunerate, ma vengono rimborsate a rendicontazione, sulla base dei costi sostenuti e documentati e, per ciò che riguarda i rimborsi delle spese di viaggio, in base ai chilometri percorsi, applicando le tariffe Aci in ugual modo su tutto il territorio regionale”.

“Per fare chiarezza una volta per tutte, coordinare al meglio le attività di quest’anno e impostare fin d’ora quelle del 2019- conclude- ho già chiesto al Prefetto di Parma, che si è sempre mostrato molto sensibile su questo tema, di convocare un tavolo di coordinamento con tutti gli attori impegnati su questo fronte, a partire dall’Università, alle forze dell’ordine deputate ai controlli ai Cras e ai soggetti che svolgono le attività di recupero e primo soccorso della fauna”.

RAINIERI (LEGA): “NON SI PUÒ ESSERE SODDISFATTI PERCHÉ FINO AD ORA LA GESTIONE DEL SERVIZIO RACCOLTA È STATA DISASTROSA”

“Se l’Assessore Caselli è soddisfatta c’è poco da stare tranquilli, perché la gestione del servizio recupero animali selvatici feriti in provincia di Parma da parte del suo assessorato è stata finora disastrosa e presenta ancora oggi diversi punti poco chiari”.  Questo il commento del Vice Presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna ed esponente della Lega, Fabio Rainieri, riguardo all’annuncio fatto dall’Assessore regionale all’agricoltura ed alla caccia, Simona Caselli, che finalmente tutto il territorio di Parma sarà coperto dal servizio di raccolta e trasporto dei capi di fauna selvatica feriti o in difficoltà.

“In primo luogo va ricordato che questo servizio dall’inizio del 2017 ad oggi è più il tempo in cui non è stato svolto che quello in cui è stato svolto con non pochi disagi, non solo per i poveri animali ma anche per i cittadini che se li trovano sofferenti sulle strade e le amministrazioni comunali abbandonate a gestire da sole un problema non di loro competenza – ha quindi precisato il Consigliere regionale leghista – Il servizio è infatti rimasto completamente scoperto da gennaio ad agosto 2017 e da gennaio a marzo 2018. Dal 28 marzo 2018 è attivo solo sui 21 comuni della provincia a destra del Taro; l’annuncio che è attivo per i restanti 24 comuni invece è arrivato solo ieri. Inoltre all’Associazione San Bernardino di San Polo d’Enza che svolge il servizio solo per i comuni a destra del Taro è stato riconosciuto il tetto massimo di rimborsi per 12.276 euro inizialmente stabilito per tutto il territorio  e per tutto l’arco dell’anno. Il contratto con il professionista veterinario a cui il servizio è affidato per gli altri 24 comuni prevede un corrispettivo di 16.000 euro. Quindi si spenderanno 16.000 euro in più rispetto a quanto era stato previsto inizialmente per coprire il servizio su tutto il territorio parmense e per tutto il 2018. Sarebbe stato sicuramente meglio mettere a disposizione fin da subito tutte queste risorse venendo incontro alle richieste dei soggetti presenti sul territorio provinciale che avevano gestito il servizio in passato e ritenevano troppo esigue quelle inizialmente previste. Questo rilievo è già stato posto nell’ultima interrogazione che ho presentato sull’argomento un mese fa ma alla quale l’Assessore regionale Caselli, nonostante sia stata tanto baldanzosa nel dichiarare la sua soddisfazione per la risoluzione del problema, non è ancora pronta a rispondere.

Altra cosa poco chiara è perché ci sono voluti due mesi e mezzo per stipulare la convenzione con la San Bernardino considerato che il termine per la manifestazione di interesse era il 12 gennaio e la convenzione è stata firmata il 27 marzo. Fossi l’Assessore più che soddisfatta sarei imbarazzata e, invece di cercare di far passare come un successo una gestione disastrosa, avrei molto più concretamente comunicato ai cittadini a chi rivolgersi per chiedere il servizio”.

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