Pizzarotti: “Voterò radicali. Ecco perché”

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Come  anticipato in queste pagine, il sindaco di Parma Federico Pizzarotti voterà i radicali alle prossime elezioni politiche.

Il perché lo spiega in un lungo post su Facebook:

“Mi sono preso il tempo necessario per decidere chi votare il 4 marzo, ho fatto la mia scelta e trovo corretto farla presente. Anzitutto una premessa. Una settimana fa ho pubblicamente posto sei domande a tutte le forze politiche che si sfidano in questa tornata elettorale. Sei domande concrete, chiare e precise sul futuro di #Parma che toccavano la sicurezza, le tasse, l’ambiente, le infrastrutture, il Welfare. Ringrazio chi al momento ha risposto dando la sua visione di Parma: il senatore Pagliari e Lucia Annibali del PD, Maria Saponara della Lega e gli esponenti di Liberi e Uguali. Evidentemente il Movimento 5 Stelle e gli altri candidati e partiti del centrodestra, che ancora non hanno risposto (non so se lo faranno ma è sempre valido il beneficio del dubbio), dimostrano di non avere interesse e idee su Parma.

Non tutte le risposte mi hanno pienamente convinto, ma tutti, ho notato, conveniamo su un unico obiettivo: Parma Capitale della Cultura è l’inizio di un percorso che potrà fare della città una protagonista in Italia e in Europa. Su queste basi sono pronto a collaborare con chiunque, per fare dei progetti di Parma realtà concrete, realizzabili, misurabili. Ci toglieremo grandi soddisfazioni.

Ora veniamo al #4marzo. Darò il mio voto a +Europa e spiego perché. Prima di tutto perché, come disse una volta Rodotà venendoci a trovare, Parma si è dimostrata essere la città dei diritti: qui abbiamo sviluppato prima di tanti, e prima ancora che se ne discutesse in Parlamento, un testamento biologico, il registro delle unioni civili, le cittadinanze civiche e il registro della bigenitorialità. Parma è città dei diritti, e i Radicali hanno nel loro percorso politico la difesa e la tutela dei diritti.

Sia chiaro: io ho scelto chi nel panorama politico è più vicino alle mie idee pur non rappresentandomi appieno, e come ho già detto in passato, altre volte ho votato “Radicale” per le loro scelte e per le loro battaglie. Il voto, però, è un dovere quanto un diritto, perciò tutti dovrebbero scegliere di votare anziché restare a casa e fregarsene. Non esiste in Italia una forza che mi rappresenti pienamente, per questo motivo sta nascendo #ItaliainComune, il partito che la stampa definisce “dei sindaci”, di cui sono coordinatore nazionale. Nasce una nuova realtà politica che metterà al centro le competenze e il pragmatismo dei sindaci. Il voto a +Europa, invece, sarà un voto che li metterà alla prova. Ripongo la mia fiducia in loro e da cittadino, da italiano, da europeo, mi aspetto che venga contraccambiata.

Ma andiamo oltre. Viviamo un periodo storico in cui la società si sta polarizzando sempre più tra società aperta e società chiusa, mentre le persone tra europeisti e antieuropeisti, anti populisti e populisti. Io mi sento un italiano europeo e un europeo italiano. L’Europa è la mia casa. L’Europa dei diritti, della democrazia, delle nazioni libere e uguali. L’Europa degli europei. Da una parte c’è una società che lavora per costruire un futuro solido e coerente con la nostra storia. Un futuro che sarà sicuramente faticoso costruire, ma reale e solido. Dall’altra ci sono persone che marciano parlando di paure, stuzzicando le tensioni delle persone, inchiodando gli uomini ai propri incubi. È la cultura del “diverso”, dell’altro da sé, del “prima noi e poi gli altri”, dei muri che dividono e delle ruspe che demoliscono.

Il mondo si sta polarizzando e io ho fatto la mia scelta, sto dalla parte delle donne e degli uomini d’Europa. Sarà un voto di vicinanza a un’idea. Questo, e la mia storia politica parla per me, non significa dare carta bianca a nessuno: giudico sempre dai fatti”.

 

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