Omicidio di Kelly e Gabriela: ergastolo per Alessio Turco

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E’ stato condannato all’ergastolo per il duplice omicidio di Luca Manici, il trans Kelly, e Gabriela Altamirano, l’unico imputato ancora in vita, Alessio Turco di 21 anni. La mattanza della notte di Natale del 2016 si conclude con la pena più alta per il figlio di Samuele Turco, padre-padrone, ed ex di Gabriela, che ha deciso di porre fine alla sua vita in carcere il 25 luglio 2017.

Presente dalla mattina in Tribunale, prima di entrare in aula per sentire la condanna pesante come un macigno, Alessio ha rifilato un tenero buffetto al viso tirato della madre, seduta poco fuori dall’aula del giudizio.

In aula per la lettura della sentenza, oltre al Gip, Mattia Fiorentini, il piemme Emanuela Podda, il capo della Squadra Mobile, Cosimo Romano, che hanno coordinato le indagini.

Aveva parlato per oltre cinque ore col Gup, Alessio Turco, in presenza del proprio legale, Elisa Furia in occasione dell’ultima udienza. Aveva parlato per la prima volta, dopo un anno rinchiuso nel mutismo assoluto, e lo aveva fatto per declinare ogni colpa, ogni responsabilità, come aveva già fatto col legale.

Dunque, a suo dire, avrebbe solo accompagnato il padre all’Angelica Vip Club, ma non avrebbe chiamato lui Kelly fingendosi un cliente, e nemmeno le avrebbe inferto le prime coltellate. Ha scelto di essere giudicato con il rito abbreviato ma non gli e’ stato sufficiente per evitare l’ergastolo, “scampando” solo l’isolamento diurno.

Il giudice ha confermato quindi la ricostruzione della Procura della Repubblica. Secondo la ricostruzione Alessio, che per primo crolló sotto interrogatorio conducendo gli inquirenti a recuperare il coltello e gli strumenti elettronici trafugati al casale di San Prospero dopo l’omicidio, non si è limitato ad accompagnare il padre all’Angelica Vip Club ma ha partecipato attivamente alla mattanza.

Accompagnato il padre da Cassio, dal ristorante che gestiva “al Miglio 76“, al casolare che Kelly aveva trasformato in casa a luci rosse, Alessio sapeva che l’intento era uccidere.

Samuele, istrionico e padrone, non accettava la fine della relazione con Gabriela, i suoi rifiuti, e che la donna si prostituisse al casale con Manici: arrivati a San Prospero è stato  Alessio a chiamare Kelly, fingendosi un cliente, per farsi aprire il cancellone. Ed è stato ancora lui a rifilarle la prima coltellata, sul lato destro del corpo. Poi, una sfilza di altre, mentre anche il padre colpiva il trans parmigiano.

Poi, l’sms inviato dal telefono di Kelly a Gabriela: “Vieni, c’è un cliente”. L’argentina e’ stata costretta a bere un cocktail micidiale di barbiturici, poi accoltellata da Turco padre nelle parti intime. A sfregio. E Alessio? Girava per il casolare, in attesa.

“Capace di intendere e volere, seppur succube del padre” – dice la perizia medico legale. La versione di Turco junior non ha convinto i magistrati ed e’ stato ritenuto colpevole del duplice omicidio, aggravato da crudeltà, mezzo insidioso e minorata difesa. 

Poco più di un anno dopo il duplice omicidio, sei mesi dopo il suicidio del padre, finisce anche la vita di Alessio, 21 anni, condannato al carcere di vita.

Della sua libertà resta quell’ultimo, tenero, buffetto al viso della madre.

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