Mattanza di San Prospero, Alessio Turco al giudice: “Non ho ucciso Kelly e Gabriela”

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Ha parlato per oltre cinque ore col Gup, Alessio Turco, in presenza del proprio legale, Elisa Furia. Ha parlato per la prima volta, dopo un altro rinchiuso nel mutismo assoluto, e ha declinato ogni colpa, ogni responsabilità, come aveva già fatto col legale.

Dunque, avrebbe solo accompagnato il padre all’Angelica Vip Club, ma non avrebbe chiamato lui Kelly fingendosi un cliente, e nemmeno le avrebbe inferto le prime coltellate.

Ha scelto di essere giudicato con il rito abbreviato, ma potrebbe non essere sufficiente per evitare l’ergastolo, “scampando” solo l’isolamento diurno, se venisse ritenuto colpevole del duplice omicidio di Natale, a San Prospero.

E’ rimasto solo, Alessio Turco, a rispondere del duplice omicidio del trans Kelly, all’anagrafe Luca Manici, e di Gabriela Altamirano, ex del padre Samuele, morto suicida in carcere lo scorso luglio. 

Secondo la ricostruzione della Procura però Alessio, che per primo crolló sotto interrogatorio conducendo gli inquirenti a recuperare il coltello e gli strumenti elettronici trafugati al casale di San Prospero dopo l’omicidio, non si è limitato ad accompagnare il padre all’Angelica Vip Club ma avrebbe partecipato attivamente alla mattanza.

Accompagnato il padre da Cassio, dal ristorante che gestiva “al Miglio 76“, al casolare che Kelly aveva trasformato in casa a luci rosse, Alessio sapeva che l’intento era uccidere.

Samuele, istrionico e padrone, non accettava la fine della relazione con Gabriela, i suoi rifiuti, e che la donna si prostituisse al casale con Manici: arrivati a San Prospero sarebbe stato proprio Alessio a chiamare Kelly, fingendosi un cliente, per farsi aprire il cancellone.

E sarebbe stato ancora lui a rifilarle la prima coltellata, sul lato destro del corpo. Poi, una sfilza di altre, mentre anche il padre colpiva il trans parmigiano.

Poi, l’sms inviato dal telefono di Kelly a Gabriela: “Vieni, c’è un cliente”. L’argentina e’ stata costretta a bere un cocktail micidiale di barbiturici, poi accoltellata da Turco padre nelle parti intime. A sfregio. E Alessio? Girava per il casolare, in attesa.

Capace di intendere e volere, seppur succube del padre – dice la perizia medico legale. Rimasto solo a rispondere di tutto, a perdere i suoi 21anni dopo che il padre che lo ha portato a farlo si e’ girato un lenzuolo intorno al collo, Alessio nega ogni responsabilità.

Se non avrà convinto i magistrati e verrà ritenuto colpevole del duplice omicidio, aggravato da crudeltà, mezzo insidioso e minorata difesa, il 9 febbraio, giorno della sentenza, potrebbe essere condannato egualmente all’ergastolo.

A poco più di un anno dalle due vite spezzate, anche la sua potrebbe incagliarsi tra le sbarre di un carcere.

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