A tu per tu con … Marco Giandebiaggi: “Cremona e Parma: due piazze dove se dai fino all’ultima goccia di sudore ti danno tutto”

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(Luca Savarese per StadioTardini.it, grafica di www.parmacalcio1913.com) – Marco Giandebiaggi ha dato un notevole contributo alla storia di Cremonese e Parma. Nato a Parma il primo febbraio del 1969, prima scrive il suo nome nella prima promozione crociata in A e poi come un provetto incisore il suo viaggio continua a Cremona. Attilio Lombardo è andato alla Samp e i grigiorossi hanno bisogno di lui. Nella città delle quattro T, incide il suo timbro nella Coppa Anglo Italiana conquistata a Wembley nel marzo del 93. Il tempo di festeggiare e subito la Cremonese lascia spazio al Parma, che nello stesso teatro, due mesi dopo, vivrà il sogno-realtà della sua prima Coppa delle Coppe. Insomma se c’è un giocatore che è stato un termometro fedele di entrambe, questi è proprio lui, Giandebiaggi. Ci ha concesso questa chiacchierata, sorseggiando ricordi e brividi grigiorossi e gialloblù crociati.

Marco, al di là della Coppa Coppe della Samp del 90, squadra di una città con due contrade, Cremonese e Parma, si diedero come appuntamento per inaugurare, nel 1993, la grande saga della provincia, che nella carrozza chiamata Europa, va in paradiso. Marzo 93 i grigiorossi a Wembley, grazie anche a te, vincono la Coppa Anglo italiana, maggio 93 i gialloblù, nello stesso tempio, conquistano la Coppa Coppe

Ma sicuramente a livello personale è stata una bella esperienza, certo l’altra coppa era più importante, ma furono due traguardi comunque storici per due piazze che davano del filo da torcerea tanti e che con la piccolezza dei grandi, volevano sorprendere. Vissi quella cavalcata con la Cremonese e quel primo ed unico trofeo. Col Parma vissi un’altra pagina storica, La pagina: l’inizio, la prima volta in A, con Scala”.

Il Tardini e lo Zini, sono stati, per tanti anni, la tua casa: che sapore e che significato hanno avuto per te?

Sono le mie due “famiglie”, a Parma sono cresciuto, vivo, ho famiglia ed amici, da ragazzo andavo in curva, seguivo le partite, nel periodo di Sacchi andavo anche in trasferta. Cremona mi ha accolto come un figlio, in un contesto molto famigliare come Parma. Andai a sostituire Attilio Lombardo che era andato alla Samp; i primi mesi, in B, furono difficili, perché io ero giovane ed avevano in me grandi aspettative, poi dopo, da metà campionato in poi, fu un grande crescendo, arrivammo terzi e fummo promossi in A. C’era un rapporto stretto con la città, coi tifosi, lo stesso che si respira a Parma, sono piazze che se dai fino all’ultima goccia di sangue, ti danno tutto”.

Oggi Cremonese e Parma hanno vissuto una prima parte di stagione con modi diversi: i grigiorossi non hanno mollato un colpo ed ora sono lì, a 32 punti. I gialloblù, una lunghezza più sopra, hanno avuto qualche battuta d’arresto ma sono comunque lì, anche ringalluzziti dagli ultimi botti del mercato?

Il Parma nonostante molti parlino di anno di transizione, ha come obiettivo di provare a salire. La Cremonese ha forse meno pressioni, ma non è tornata a caso in B e non a caso ha fatto tutti quei punti. Il Parma ha costruito e sta costruendo una rosa per una degna risalita, ed ha più esperienza e un po’ più qualità, ma solo sulla carta, anche se poi in campo, non va mai la carta. Come espressione di gioco la Cremonese non è seconda a nessuno. Credo che tra Parma, Cremonese, Frosinone, Empoli, Bari e Palermo ci siano le tre squadre che andranno in A”.

Domani sarai allo Zini o come seguirai la gara?

Purtroppo per impegni non riuscirò ad esserci, però mi gusterò la sfida in tv. Il Parma ce l’ho qui e sono spesso al Tardini, come ero presente nella sfida dell’andata, alla prima giornata. A Cremona ho tanti amici e riesco a seguirla. Quello che spero è che entrambe possano staccare il biglietto per la A senza dover passare dalle forche caudine del Play Off”.

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