“Su 12 rilevamenti sono stati ben 7 gli sforamenti rispetto ai parametri fissati per le pm10. Una situazione solo leggermente migliorata dalla pioggia di questi ultimi giorni, ma tuttora pesantissima per i parmigiani, come è pesante ed irrespirabile l’aria che circola in città”.
Torna a far riflettere lo sforamento costante delle polveri sottili nell’Emilia Romagna e a Parma. La consigliera comunale del gruppo misto, Roberta Roberti, critica le misure troppo blande imposte dall’amministrazione regionale e comunale contro l’inquinamento e per la qualità dell’aria. Misure che avrebbero dovuto far partire il blocco del traffico dopo quattro giorni di rilevamenti delle PM10 superiori al limite consentito, 50 µg/m3, ma che, sia nei giorni prima di Natale, che a novembre, non ha visto scattare la restrizione.
Come si nota dagli ultimi 14 giorni di rilevamenti, a Parma lo sforamento è iniziato il 19 dicembre, mitigato solo con l’arrivo della pioggia per due giorni. Situazione simile, se non peggiore, nelle altre città dell’Emilia Romagna, come Ferrara e Reggio Emilia, che ha respirato per 9 giorni i risultati dello smog.
“Sarebbero necessari provvedimenti drastici e coraggiosi, – commenta Roberti – innanzitutto relativamente al controllo delle emissioni dell’inceneritore: attualmente i dati sono poco attendibili, dal momento che il controllore è in pratica dipendente dal soggetto che deve essere controllato.
In secondo luogo si potrebbero ordinare rigorosi blocchi del traffico, ma sappiamo che non sortiscono mai gli effetti auspicati e che dovrebbero essere continuativi e allargati alla provincia per avere una pur minima incidenza.
Ritengo che si dovrebbe procedere anche in un’altra direzione, più insidiosa e complessa forse per l’amministrazione, ma ormai non rinviabile.
Vanno fatti controlli seri e puntuali sulle caldaie per il riscaldamento domestico e commerciale, troppo spesso gli impianti sono desueti e la manutenzione è carente. Bisognerebbe spiegare ai cittadini che i caminetti, i falò e i fuochi d’artificio sono belli e suggestivi, ma in questo momento non possiamo permetterceli.
Così come non possiamo permetterci di avere un formale limite di 19 gradi di temperatura negli ambienti, e poi non effettuare alcun controllo: ci sono negozi con temperature tropicali e porte spalancate per abbassarle e condomini dove si soffoca e si devono tenere le finestre aperte per non sudare.
Certo, ad avere testa e coraggio servirebbe anche una politica di più ampio respiro, attenta a garantire la diffusione dell’utilizzo di energie rinnovabili.
Ma è un traguardo ben lontano, se si pensa che la tanto decantata Scuola per l’Europa, terminata solo pochi mesi fa e costata milioni di euro, non ha nemmeno un pannello solare sul tetto e ci sta svenando con le sue bollette, oltre a dare il suo modesto contributo alla cappa di smog che incombe sulla città.